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Campari protagonista ad Art Basel con la prima edizione di “The Art of Mixology”. Le parole di Cristina Ferro, Global Brand Director di Campari

La Davide Campari Lounge ad Art Basel 2023. Ph. Bendetta Chialà, courtesy Campari
La Davide Campari Lounge ad Art Basel 2023. Ph. Benedetta Chialà, courtesy Campari

82mila visitatori, 285 gallerie internazionali e 141mila metri quadrati di superficie espositiva sono pochi numeri che bastano a dare l’idea di Art Basel 2023, regina delle fiere d’arte. In questo contesto d’eccellenza c’era per la prima volta anche Campari, con la Davide Campari Lounge (realizzato da studio Giò Forma) per la prima collaborazione tra la fiera e lo storico marchio italiano, che con l’arte ha un legame di molto stretto dall’inizio del secolo scorso.
A Basilea Campari ha portato “The Art of Mixology” (ve ne avevamo dato anticipazione qui): cinque appuntamenti con la creatività di tre bartender internazionali – Maria Kontorravdis, Sven Riebel e Tommaso Cecca – con cocktail ispirati alla ricerca di artisti contemporanei delle rispettive nazioni.
Cristina Ferro, Global Brand Director, ci ha raccontato questo progetto nell’intervista qui sotto.

Silvia Conta: Campari ad Art Basel per la prima volta: come è nata questa collaborazione e che cosa significa per Campari?

Cristina Ferro: «La collaborazione con la fiera si inserisce con coerenza nell’attività di Campari ed è in linea con la sua storia, fatta di grandi intuizioni, collaborazioni stimolanti e proposte sempre innovative per raccontare il ricco heritage e la grande potenzialità immaginifica dello spirito rosso. Campari è da sempre al fianco dei più interessanti eventi di rilevanza culturale, parlando al grande pubblico attraverso l’arte, il design e il cinema e in collaborazione con la migliore creatività internazionale e facendosi portavoce della cultura e del lifestyle italiano.
Campari ha portato a Basilea un’esperienza di gusto unica: il meglio della propria expertise e della tradizione dell’aperitivo milanese, fondate sulla profonda conoscenza degli ingredienti e della loro capacità di attivare zone sensoriali specifiche dell’universo emotivo, in dialogo con le icone dell’arte contemporanea».  

Alcuni manifesti pubblicitari di Fortunato Depero per Campari conservati nella Galleria Campari esposti nella Davide Campati Lounge. Ph. Benedetta Chialà, courtesy Campari

Campari e l’arte contemporanea, un dialogo cominciato a inizio Novecento: come si è evoluto nel tempo questo rapporto? Quali sono oggi i suoi cardini?

«Davide Campari aveva avuto un’intuizione geniale: invitare creativi e artisti, dalle provenienze, storie e linguaggi differenti a lasciarsi ispirare da Campari. Questa visione è diventata parte integrante del DNA di Campari. Oggi, il prezioso heritage scaturito da questi dialoghi, collaborazioni e commissioni è custodito nella Galleria Campari, dove è possibile ripercorrere la storia dell’identità visiva del marchio grazie alle oltre 4mila opere dell’archivio e tracciare le molteplici collaborazioni che hanno dato vita a capolavori iconici».

Tommaso Cecca per The Art of Mixology nella Davide Campari Lounge. Ph. Benedetta Chialà, courtesy Campari

Veniamo all’evento a Basilea: quali saranno le caratteristiche della Davide Campari Lounge e quale rapporto vuole creare con la fiera?

«La Lounge era collocata nella Hall 2, secondo piano, accanto alla Collector Lounge, ma aperta a tutti i visitatori. Si compone di due spazi dominati dal rosso: una vera e propria lounge dove tutte le sere dalle 17 sono stati presentati gli appuntamenti speciali “The Art of Mixology” con cocktail realizzati in esclusiva per questa occasione da Tommaso Cecca, head of Bartender Camparino in Galleria, e da due bartender internazionali, Maria Kontorravdis e Sven Riebel. Il bancone è posto di fronte alla colonna Campari, un simbolo dell’identità e della forte tradizione del marchio. Il progetto della Davide Campari Lounge è firmato dallo studio Giò Forma che ha immaginato un living adatto al pubblico sofisticato dell’arte contemporanea, proponendo uno spazio modulare e funzionale ad ospitare masterclass, serate dedicate alla mixologia ma anche un luogo in cui addetti ai lavori e visitatori hanno potuto trovare spazio per confrontarsi e rilassarsi».

Maria Kontorravdis per The Art of Mixology nella Davide Campari Lounge. Ph. Benedetta Chialà, courtesy Campari

Nei giorni di apertura di Art Basel si sono suddeguiti cinque appuntamenti di “The Art of Mixology”: tre bartender internazionali che proporranno cocktail ispirati al lavoro di artisti dei rispettivi paesi d’origine. Come sono stati scelti i bartender e come avete lavorato con loro per questo evento?

«I 3 bartender invitati sono stati selezionati per offrire al pubblico una visione quanto più ampia, per quanto non esaustiva, delle possibilità offerte dalla mixologia: l’italiano Tommaso Cecca, head Bartender di Camparino in Galleria a Milano, la bartender inglese Maria Kontorravdis, attiva presso A Bar with Shapes for a Name di Londra, e il tedesco Sven Riebel dal The Tiny Cup di Francoforte. Abbiamo chiesto a ciascuno di loro di lasciarsi ispirare dall’utilizzo del rosso nella scena artistica contemporanea del proprio Paese, ma dando loro grande libertà di invenzione ovviamente. Il risultato è stato sorprendente. Cecca ha lavorato sulla portata rivoluzionaria dell’arte italiana del Secondo dopoguerra, creando cocktail dalla grande personalità dal titolo Negroni Shape e Campari Shakerato Iconoclasta; Kontorravdis sulla passionalità dell’arte inglese degli anni Novanta creando MY RED, in cui il Campari si sposa con la fragola e il cacao; Riebel ha invece guardato al neo-espressionismo tedesco nel pensare a un cocktail in continua evoluzione, misterioso come un laboratorio alchemico, nel caso di Rumble in the Jungle, e che invita a capovolgere le prospettive, come il Garibaldi Twist».

Sven Riebel per Tha Art of Mixology nella Davide Campari Lounge. Ph. Benedetta Chialà, courtesy Campari

A Milano, intanto, sono aperti la Galleria Campari, e, affacciato su Piazza Duomo, il Camparino in Galleria, dove, subito dopo Art Basel, potremo ritrovare il bartender Tommaso Cecca. Quali progetti sono in corso alla Galleria Campari? Potete darci qualche anticipazione sulla programmazione dei prossimi mesi?

«Nel 2023 la Galleria Campari, a 13 anni dalla sua inaugurazione, ha completamente rinnovato i due piani dedicati all’esposizione del ricco archivio Campari. Esposti si trovano le grafiche e le pubblicità che hanno fatto la storia del brand, con manifesti originali realizzati tra gli anni ‘30 e ‘90 di importanti artisti come Marcello Dudovich, Fortunato Depero, Bruno Munari e Ugo Nespolo; oltre che gli spot realizzati da grandi registi del cinema come Federico Fellini, Stefano Sollima, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone. Il primo piano è dedicato invece al design e al merchandising con bottiglie d’epoca iconiche e memorabilia.
Quest’estate la Galleria si anima grazie al format Arte e Mixologia, appuntamenti che consistono nella visita in Galleria con un esperto e in una masterclass condotta da un bartender di Campari Academy, l’innovativo hub per la formazione dei bartender. Per l’estate gli appuntamenti si terranno eccezionalmente nel giardino della Galleria a bordo della piscina esterna. Durante l’esperienza le due guide si alterneranno raccontando attraverso bozzetti e manifesti la storia della pubblicità e della mixologia Campari. Le prossime date saranno giovedì 15 luglio e giovedì 14 settembre dalle 19.00 alle 21.30».

La Davide Campari Lounge ad Art Basel 2023. Ph. Benedetta Chialà, courtesy Campari
Alcuni degli storici manifesti pubblicitari Campari conservati nella Galleria Campari esposti nella Davide Campati Lounge. Ph. Benedetta Chialà, courtesy Campari
La Davide Campari Lounge ad Art Basel 2023. Ph. Benedetta Chialà, courtesy Campari

 

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