27 opere dettagliano la poetica astratta e intimista del pittore polacco Stanisław Fijałkowski. A riportarlo in Italia, dopo la Biennale di Venezia del ’72, è la Dep Art Gallery di Milano. Dal 21 giugno al 16 settembre 2023.
C’è un antico adagio, che è anche un efficace consiglio per giovani creativi, che attraversa tutte le arti: per toccare l’universale, devi raccontare nel dettaglio il singolare. Posta l’ambizione dell’arte – che sia pittura, letteratura o musica, ma vale sostanzialmente per qualsiasi espressione – di raggiungere la sensibilità di quante più persone possibili, esistono varie modalità per riuscirsi. La più efficace pare quella che evita proclami generalisti, verità urlate. Meglio evitare, dunque, la tentazione più facile: rimanere sulla superficie, orizzontali, lasciare che sia il pubblico ad approfondire. L’idea migliore può essere invece, paradossalmente, ritirarsi nel dettaglio.
“Quando dipingo devo dimenticarmi di tutto, è difficile vedere solo la forma e il modo in cui la alteri nel momento in cui cerchi di modellarla” dice di sé Stanisław Fijałkowski, in mostra da Dep Art Gallery di Milano. Si tratta del ritorno in Italia – dopo la partecipazione alla XXXVI Biennale d’Arte di Venezia del 1972 – di uno dei più importanti artisti polacchi attivi nel dopoguerra. Una selezione di 27 opere che raccontano l’evoluzione di Fijałkowski, che da un approccio figurativo legato al realismo socialista passa gradualmente a un’astrazione influenzata dall’esperienza pittorica mitteleuropea e da un approccio emotivo al colore.
L’arte di Fijałkowski si caratterizza per le cromie vibranti e pulsanti, che invitano lo spettatore a entrare in dialogo con l’opera. A differenza di altri artisti della sua generazione, Fijałkowski abbandona l’approccio tradizionale alla pittura per esplorare nuovi confini artistici, concentrandosi sulla comunicazione con l’anima dell’individuo piuttosto che sulle masse. Scegli dunque di raccontare dettagli minimi, quasi impalpabili, e di rivolgerli allo spirito del singolo individuo. Fa tutto ciò che è controintuitivo per diffondere la sua poetica. E proprio per questo ce la fa.
Come racconta in questo video il curatore della mostra Alberto Zanchetta, è importante avvicinarsi alla superficie pittorica delle opere di Fijałkowski per scoprire i tocchi di pennello e gli elementi nascosti, i minimi elementi visivi in grado di evocare un mondo di suggestioni e sentimenti. Questa immersione nell’universo lirico e spirituale dell’artista ci allontana dal mondo reale e ci permette di vivere un’esperienza unica e profonda.
Biografia
Nasce il 4 novembre 1922 a Zdołbunów in Polonia [oggi Ucraina]. Dai dipinti giovanili influenzati dal post-cubismo e dai Fauves, alle opere mature che esplorano la pura pittura e l’ascesa spirituale dell’individuo, il percorso artistico di Fijałkowski si manifesta in tutta la sua maturità: attraverso la riduzione ai minimi termini di segni e colori, l’artista enfatizza l’intensità emotiva delle sue opere. Ogni quadro rappresenta l’espressione autentica di un’avventura legata a un’intensa e irripetibile condizione mentale-emotiva. Fijałkowski muore a Łódź nel 2020, all’età di 98 anni.
Stanisław Fijałkowski è stato allievo di Władysław Strzemiński e Stefan Wegner. Tra gli artisti polacchi più riconosciuti, le sue opere fanno parte delle maggiori collezioni di musei e gallerie del mondo, tra cui la Tate di Londra, il Museum of Modern Art di New York e il Pushkin Museum di Mosca.