L’asta Old Master di Sotheby’s ha realizzato 39 milioni di sterline. Podio per il Maestro dei ritratti Brandelli, Rubens e un’opera a quattro mani di Velázquez e Pietro Martire Neri. Spicca il record per un dipinto Tudor raffigurante Katherine Parr, l’ultima moglie di Enrico VIII, aggiudicato a £ 3,4 milioni ($ 4,4 milioni)
Archiviate solo pochi giorni fa le aste di arte moderna e contemporanea, Londra si è già cambiata d’abito e si è vestita d’antico. L’asta serale di Old Master di Sotheby’s del 5 luglio ha realizzato 39,027,300 £ ($ 49,5 milioni), «il totale più alto per un’asta di antichi maestri a Londra in quattro anni (da luglio 2019) e tra i più alti in un decennio» commentano dalla maison, che aggiunge di aver riscontrato «un aumento del 19% sull’ultima vendita serale di London Old Masters nel dicembre 2022». Gli unsold però non sono stati pochi, ben il 35%, molti dei quali nature morte.
Il top price è stato per la “Pentecoste” di The Master of the Baroncelli Portraits che è stato venduto a una cifra nelle stime: £ 7,9 milioni, ma a quasi il doppio del prezzo raggiunto nella sua precedente apparizione all’asta nel 2010, quando fu venduta per £ 4,2 milioni. Questo raro esempio di pittura a olio olandese della fine del XV secolo è passato di mano solo quattro volte in oltre 400 anni. L’opera è nota anche come “La Pentecoste Rapaert” per aver trascorso più di tre secoli nella collezione della famiglia Rapaert de Grass a Bruges. È documentata per la prima volta all’inizio del XVI secolo nella collezione del medico Pieter Rapaert (1579–1635). «È di gran lunga il più grande e il più importante di un gruppo molto piccolo di opere conosciute del Maestro Baroncelli ritratti, pittore attivo a Bruges alla fine del Quattrocento che annoverava tra i suoi committenti esponenti del ceto bancario italiano di quella città, e dai ritratti dei quali prende il nome» spiegano gli esperti di Sotheby’s. Solo altri tre dipinti sono attribuiti all’artista, tra cui una coppia di ritratti agli Uffizi di Firenze.
Secondo classificato il San Sebastiano di Sir Peter Paul Rubens, venduto anch’esso a poco oltre la stima più bassa: a 4,9 milioni di sterline. Nel corso di quasi trecento anni, da quando il dipinto fu registrato per l’ultima volta nella collezione dei suoi mecenati genovesi, la famiglia Spinola, all’inizio degli anni Trenta del Settecento, la vera identità del pittore responsabile della realizzazione dell’opera si era persa nella storia. Quando il dipinto è riemerso all’asta 15 anni fa, recava infatti l’attribuzione al pittore francese Laurent de la Hyre (leggi qui un approfondimento che spiega tutta la storia).
Terzo posto per Velázquez con “Portrait of Monsignor Cristoforo Segni” (d. 1661) aggiudicato a un soffio dalla stima più bassa per 3,438,000 £. L’artista dipinse questo ritratto di Cristoforo Segni, il maggiordomo di Papa Innocenzo X, intorno al 1650, durante il suo secondo viaggio a Roma. Come Maggiordomo di Sua Santità dal 1645 al 1653, Cristoforo Segni fu un esponente di alto rango del clero incaricato dal Papa di sovrintendere ai palazzi apostolici. Gli studiosi ritengono probabile che l’opera sia stata concepita interamente da Velázquez, con la composizione e la figura tracciate da lui e quanto meno l’esecuzione della testa. Altre parti del dipinto furono eseguite dal pittore cremonese Pietro Martire Neri, che secondo Antonio Palomino lavorò al fianco di Velázquez durante il suo secondo soggiorno nella Città Eterna, forse perché il ritratto rimase incompiuto quando Velázquez lasciò Roma.
Ritrattistica Tudor
A pochi giorni dall’attesa riapertura della National Portrait Gallery di Londra, che è stata chiusa per una profondo rinnovamento per tre anni, si segnala il record d’asta per un dipinto Tudor: attribuito al cosiddetto “Master John”, il “Ritratto di Katherine Parr, regina d’Inghilterra e d’Irlanda” (lotto 6) è stato venduto a un collezionista del Regno Unito per £ 3,4 milioni ($ 4,4 milioni), una cifra più di quattro volte la sua stima più alta (£ 600.000-800.000). Si tratta di uno degli unici due dipinti contemporanei sopravvissuti della regina Katherine Parr, l’altro trova proprio alla National Portrait Gallery. Dopo essere stato erroneamente registrato come “distrutto da un incendio” nel 1969 da Roy Strong, il dipinto è apparso all’asta per la prima volta dopo quasi 200 anni affidato a Sotheby’s dalla collezione del conte di Jersey.
Katherine Parr (1512-1548) è stata la sesta e ultima moglie di Enrico VIII, sovrano d’Inghilterra e d’Irlanda, e l’unica oltre a Anna di Clèves (la quarta) che gli sia sopravvissuta. È stata una delle donne inglesi più potenti e influenti del XVI secolo. Molto probabilmente il dipinto è stato realizzato intorno al 1547-8, poco dopo la morte del re quando Katherine era regina vedova d’Inghilterra e d’Irlanda e sovrintendeva all’educazione della futura regina e figliastra Elisabetta I. È uno degli unici due dipinti contemporanei, o quasi contemporanei, della donna. L’altro, come detto, è un ritratto a figura intera del 1545 circa (il primo ritratto a figura intera a grandezza naturale di una donna inglese mai commissionato) ospitato alla National Portrait Gallery, anch’esso tradizionalmente attribuito a “Master John”.
Katherine Parr fu una donna altamente istruita con interessi intellettuali, culturali, letterari e religiosi ad ampio raggio. Il suo interesse per la medicina è ben documentato. Quando raggiunse la maturità parlava correntemente latino, francese e italiano, forte anche il suo interesse per la numismatica, e al momento della sua morte aveva accumulato una vasta collezione di monete antiche e straniere. Fu la prima donna inglese conosciuta a pubblicare un’opera in prosa nel XVI secolo. Entrambi i dipinti, varie volte nella loro storia, sono stati scambiati per ritratti di altri, tra cui la regina Mary I e Lady Jane Grey, ma gli esperti di Sotheby’s assicurano che la modella può essere identificata con sicurezza dal caratteristico gioiello sormontato dalla corona sul petto, che è registrato in dettaglio negli inventari dei possedimenti della regina Katherine.
Sempre dalla collezione del conte di Jersey, è andato in asta un altro ritratto Tudor di William Segar (lotto 5) raffigurante uno dei grandi eroi tragici dell’era Tudor, Robert Devereux, venduto per £ 215.900, un record d’asta per l’artista. È stata la prima volta che questo dipinto è stato venduto in oltre 150 anni.
Sono stati stabili anche sette nuovi record d’asta. Oltre ai citati record per un dipinto Tudor (lotto 6) e William Segar (lotto 5) si segnalano quelli per William Hogarth (“Taste in High Life (or Taste à-la-Mode)”, lotto 34, £2.5 milioni), Domenico Beccafumi (“The Virgin and Child”, lotto 3, £5.1 milioni) e Vincenzo Cabianca (“Ai bagni di Viareggio“, lotto 49, £956.000).
Il dipinto si Hogarth è stato annunciato da Sothebyu’s prima dell’asta come “l’ultimo grande dipinto satirico dell’artista in mani private”: Commissionato nel 1742 da uno dei maggiori mecenati dell’artista, Mary Edwards (1705–1743) – la donna più ricca d’Inghilterra – «è un tour de force di arguzia satirica e caricatura sociale, e un precursore di una delle serie più celebri dell’artista, Marriage à-la-Mode (National Gallery, Londra), dipinto l’anno successivo. In effetti, tratta molte delle stesse questioni, denigrando l’alta società e ridicolizzando ciò che Hogarth vedeva come l’aristocrazia dandificata per il ridicolo della loro ossessione per le mode straniere e i lussi importati. Conservato in condizioni eccezionali, è il primo dipinto significativo di William Hogarth – forse il primo grande artista inglese – apparso in vendita sul mercato da mezzo secolo» si legge nella scheda critica in catalogo.
Tra i lotti che hanno realizzato dei prezzi di gran lunga superiori alle stime si segnala anche il pannello di un cassone nuziale “The Siege of Carthage”, stimato 80,000 – 120,000 sterline e aggiudicato a 457,200.
Old Master & 19th Century Paintings Evening Auction