Dorotheum chiude il primo semestre con grandi aggiudicazioni internazionali, guidate da Uno sguardo allo specchio di Osman Hamdi Bey, in testa alle classifiche di vendita con 1.2 milioni di euro.
La più grande casa d’aste nell’area di lingua tedesca ha chiuso il suo primo semestre ma continua ad assaporarne gli esiti. Soprattutto quando sono utili a celebrare i 20 anni della sua sede di Düsseldorf, oggi sotto la guida di Petra Schäpers. Ma Dorotheum, come detto, è ormai una realtà consolidata e ramificata nella sua zona di interesse. In autunno sarà la sede di Monaco, guidata da Franz Freiherr von Rassler, a festeggiare il ventennale; mentre la sede di Amburgo, aperta nel 2022, si appresta a compiere il suo primo anno di vita. E, nel frattempo, le aste online continuano a funzionare e attirare collezionisti connessi comodamente da remoto.
Il lavoro concertato di tutte le anime di Dorotheum ha portato nel primo semestre all’aggiudicazione di tanti lotti di caratura internazionale, che ora andiamo a ripercorrere.
A partire da Uno sguardo allo specchio di Osman Hamdi Bey, in testa alle classifiche di vendita con i 1.2 milioni di euro necessari per strapparlo alla concorrenza. É la seconda miglior aggiudicazione in assoluto per il principale pittore ottomano della sua epoca (1842-1910). Il dipinto raffigura una giovane donna inginocchiata su un cuscino, mentre con le mani si sistema il copricapo sfruttando lo specchio posto sull’ottomana foderata d’azzurro.
Cromie accese che si ritrovano nel dipinto di genere veneziano del pittore Eugen von Blaas, che ha raggiunto un altro prezzo di spicco, trovando un nuovo proprietario per 520 mila euro. Ha raddoppiato le aspettative il dipinto di Fede Galizia Giuditta con la testa di Oloferne, venduto per 624 mila euro. Si tratta di un inedito capolavoro, firmato e di qualità museale.
Anche l’Arte Moderna e Contemporanea ha trovato i suoi grandi risultati, con un Concetto Spaziale nero opaco di Lucio Fontana, passato di mano per 875 mila euro. L’impressionante opera a biro in quattro parti di Alighiero Boetti, intitolata non parto non resto, un gioco poetico-linguistico, è stata venduta a 650 mila euro. Una tela del veterano tedesco del gruppo ZERO Heinz Mack, incentrata sullo spettro cromatico della luce, ha raggiunto l’eccezionale cifra di 452 mila euro. Le sue Montagne nere invece sono state aggiudicate a 367 mila euro.