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Milano. La personale di Giovanni Chiamenti ci mostra che siamo ciò che mangiamo

The Metabolic Era è la prima mostra personale di Giovanni Chiamenti da ArtNoble gallery, dal concept chiaro e più che mai attuale: siamo ciò che mangiamo. A Milano, dal 27 settembre al 9 novembre 2023.

Attraverso le opere esposte, la mostra affronta in modo diretto il concetto che siamo ciò che mangiamo, rilevando come le recenti scoperte scientifiche dimostrino che l’umanità e molte altre forme di vita si stiano involontariamente nutrendo di micro e nano plastiche, mutando la loro stessa essenza per inglobarle nel loro processo metabolico. 

lavori presentati, tutti inediti se non per Cortex, stereolitografia 3D del 2019, che anticipa la ricerca attuale di Chiamenti, sono stati realizzati con tecniche e materiali eterogenei, rappresentando appieno la transdisciplinarietà dell’artista. The Metabolic Era vuole essere così uno statement dell’era geologica in cui viviamo. Un’era in cui l’umanità sta metabolizzando all’interno dei propri corpi i danni causati all’ecosistema “terra” che la ospita, costringendo però anche la natura ad adattarsi per sopravvivere a un ambiente sempre più inquinato.

The Metabolic Era rappresenta un viaggio in un mondo sospeso tra passato, presente e futuro, dove l’artista accompagna lo spettatore alla scoperta dei resti di creature ibride sviluppatesi sopra gli scarti plastici di un’umanità che si è nutrita dei suoi stessi rifiuti tossici.
Cenni Biografici

Nato a Verona nel 1992, Giovanni Chiamenti è un artista transdisciplinare che vive e lavora tra Milano e Verona.

La pratica artistica di Chiamenti intercetta temi come la simpoiesi e la simbiogenesi tra l’antropogenico e il naturale, per un superamento dell’Antropocene e la formulazione di paradigmi alternativi di sopravvivenza del pianeta e di convivenza tra le specie. Alla base della sua ricerca c’è sempre stata un’attenta osservazione della natura e del paesaggio, tradotta inizialmente in una pratica che accompagnava il modellarsi della forma artistica attraverso processi naturali, approfondendo il rapporto tra uomo e natura creando uno squilibrio percettivo e alterando la visione.

Successivamente Chiamenti si è mosso verso un’esplorazione sempre più approfondita e sincronica di materiali e tecniche nonché di processi naturali, producendo una serie di opere che mettono alla prova la capacità di ciascuna tecnica utilizzata di comprendere e simulare la natura. Questo tipo di analisi dei materiali e dei processi ha portato l’artista a sviluppare un interesse più profondo per le scienze, sebbene ancorato a un approccio umanistico di analisi degli interventi umani sul pianeta, intraprendendo ricerche sull’adattamento degli esseri viventi a condizioni ambientali sempre più estreme.

Ad oggi, la pratica di Chiamenti opera quindi all’intersezione tra arte, geologia, biologia, biotecnologia e chimica, coinvolgendo costanti scambi con esperti in questi campi. Muovendosi tra fantascienza e immaginazione, ma radicando la sua ricerca in studi scientifici approfonditi, la pratica di Chiamenti trova la sua rilevanza nel contesto odierno nella sua capacità di immaginare proposizioni positive di una nuova era di simbiosi tra uomo e natura.

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