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Piccolo, scuro e rarissimo: un dipinto riattribuito a Rembrandt prepara il colpo in asta da Sotheby’s

Rembrandt. The Adoration of The Kings (ca. 1628). Photo courtesy of Sotheby's.
Rembrandt. The Adoration of The Kings (ca. 1628). Photo courtesy of Sotheby’s.
Un piccolo dipinto a tema biblico, introvabile per decenni e venduto nel 2021 come opera di bottega, è stato riattribuito a Rembrandt. Un elemento fondamentale per il suo passaggio in asta da Sotheby’s in programma il 6 dicembre a Londra. La stima è di 18 milioni di dollari.

Il dipinto, intitolato L’Adorazione dei Re (circa 1628), scomparve dal pubblico negli anni ’50 per poi riapparire nel 2021 ad una vendita di Christie’s ad Amsterdam. La casa d’aste lo catalogò allora come opera della “cerchia” di Rembrandt e ne stimò il valore tra i 10.5 mila e i 15.8 mila dollari. Tuttavia, alla fine fu venduto per quasi 1 milione di dollari, sostenuto dalle offerte di coloro che pensavano che potesse effettivamente trattarsi del maestro olandese.

E non sbagliavano. Dopo un esame approfondito – comprese analisi a infrarossi e ai raggi X, nonché gli studi da parte dei principali esperti di Rembrandt – Sotheby’s ha infatti stabilito che l’opera è un vero Rembrandt. Un bel colpo, dal momento che la maison ha in programma di vendere il dipinto durante l’asta di dipinti antichi e del XIX secolo in programma a Londra il 6 dicembre 2023.

Per Sotheby’s la riattribuzione arriva solo ora poiché l’opera è stata “nascosta” per quasi 75 anni. Ora che invece è stato possibile analizzarla, sono emersi “tutti i tratti distintivi del suo stile, sia nella superficie dipinta visibile che negli strati sottostanti”. Le analisi hanno infatti messo in luce la procedura seguita da Rembrandt nel realizzare l’opera, in particolare la relazione tra pittura, disegno e incisione nella pratica di Rembrandt. Un rapporto evidente nella scala ridotta dell’opera, come anche nel monocromatismo della composizione.

A rafforzare la paternità di Rembrandt concorre inoltre una nota trovata nell’inventario del collezionista olandese Constantijn Ranst, dove nel 1714 era registrata anche L’Adorazione dei Re. L’ipotesi della maison è che l’annotazione – “un piccolo pezzo dei tre Re di Rembrandt” – possa fare riferimento proprio a quest’opera.

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