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Le avanguardie a Pisa. Capolavori del Philadelphia Museum of Art

Vasily Kandinsky Circles in a Circle, 1923 Oil on canvas, 98.7 x 95.6 cm ©Courtesy of the Philadelphia Museum of Art
Vasily Kandinsky
Circles in a Circle, 1923
Oil on canvas, 98.7 x 95.6 cm
©Courtesy of the Philadelphia Museum of Art

Si è aperta a Pisa (Palazzo Blu) la mostra “Le avanguardie. Capolavori del Philadelphia Museum of Art” (28 settembre 2023-7 aprile 2024)

E di una mostra di capolavori e grandi artisti si tratta veramente: Picasso, Kandinsky, Duchamp, Klee, Gris, Delaunay, Mondrian, Ernst, Chagall, Dalì e altri. Per averli, e dare loro un’adeguata e perfetta ospitalità, Palazzo Blu è stato ristrutturato durante l’estate con nuovi impianti climatici, acustici, di sicurezza e illuminazione.

Quasi cinquanta tra dipinti e sculture raccontano la vivacità, la creatività, l’anticonformismo di artisti tra loro diversi, ma animati dallo stesso spirito di libertà in anni difficili, dal 1910 al 1940, tra guerre, rivoluzioni di vita e cultura. Artisti che rompono con il passato anticipando il futuro. Curatore è Matthew Affron, del Philadelphia Museum of Art, con la consulenza scientifica di Stefano Zuffi, storico dell’arte. L’allestimento si deve a Cesare e Carlotta Mari. Occasione rara per vedere da vicino e ammirare artisti che altrimenti obbligherebbero a visite d’oltreoceano.

Il Museum of Art di Philadelphia, una metropoli che ha accolto molti artisti fuggiti dall’Europa in tempi di persecuzioni, è un riferimento importante per l’arte grazie alle sue collezioni prestigiose. Tra i nuclei, ricco e importante è proprio quello delle Avanguardie del ‘900.  Illuminati collezionisti, tra cui il direttore Fiske Kimball (1888-1955) hanno arricchito il patrimonio del museo americano durante tutto il XX secolo. Marcel Duchamp, infatti, individuò proprio nel Philadelphia Museum la sede più opportuna per collocare l’arte del Novecento.                                                                       

Il percorso si snoda cronologicamente. Ai primi del Novecento la capitale dell’arte d’avanguardia è Parigi, con il suo Bateau-Lavoir a Montmartre e la Ruche a Montparnasse, “ricoveri” per artisti di tutto il mondo. Ad aprire la mostra è l’Autoritratto con tavolozza del 1906 di un Picasso venticinquenne, che si rimbocca le maniche per affrontare il nuovo secolo, con il cubismo che nasce subito dopo. Con lui c’è Georges Braque con una favolosa Cesta di pesci, del 1910 circa, che cubista lo è già. Ed anche Robert Delaunay, l’anno prima nel 1909, riesce a storcere, in chiave cubista, le colonne della chiesa gotica di Saint-Séverin. Mentre Marcel Duchamp taglia letteralmente a pezzi teste e facce delle sorelle minori, rispettivamente di 16 e 13 anni, nel suggestivo olio su tela te Yvonne e Magdeleine ridotte a brandelli nel 1911. In L’ora del tè di Jean Metzinger, del 1911, la Donna col cucchiaino è ancora individuabile, ma è tutta geometricamente scomposta, persino la tazza col suo liquido appare sfaldata. Nell’Uomo con violino, del 1911-1912, di Picasso, la figura umana non c’è quasi più, bisogna immaginarla tra le note e le geometrie, ma si riesce individuando qua e là capelli, baffi, orecchio: l’effetto è sorprendente.

Ma il processo di superamento del passato alla ricerca di forme nuove è inarrestabile in questi spiriti geniali. Marcel Duchamp anticipa pop-art e surrealismo elevando a livello di preziose opere d’arte oggetti d’uso comune, come una Macinatrice di cioccolato del 1913 che troneggia protagonista su un tavolino dipinto come un tempo una Madonna col Bambino. Poi ci sono le follie colorate di Picabia, le sculture di Lipchitz (Marinaio con chitarra, 1914).

La guerra del ’15-18 sconvolge ulteriormente antiche tradizioni, oltre a portarsi via molti degli artisti stessi. C’è chi reagisce infilandosi nel sogno come Marc Chagall e rievocando le proprie radici come in Purim del 1916-1917, un dipinto che ricorda la salvezza degli ebrei dalla crudeltà di Aman, ministro del re persiano Assuero e ambienta il racconto biblico a Vitebsk, città natale del pittore. C’è che scompone i soggetti sino ad annientarli in forme astratte, come nel Tipografo (Stato finale) del 1919 di Fernand Léger o nelle geometrie colorate di Kandinskij, Cerchi nel cerchio del 1923. Ma non è finita, ci imbattiamo in altre avanguardie, dal surrealismo al ritorno all’ordine.

Paul Klee
Prestidigitator (Conjuring Trick),1927
Oil and watercolor on fabric on cardboard, 32.7 x 35.9 cm
©Courtesy of the Philadelphia Museum of Art
Juan Gris (José Victoriano González Pérez)
Chessboard, Glass, and Dish, 1917
Oil on panel, 73.3 x 103.2 cm
©Courtesy of the Philadelphia Museum of Art
Juan Gris (José Victoriano González Pérez)
Lamp, 1916
Oil on canvas, 81 × 64.8 cm
©Courtesy of the Philadelphia Museum of Art
Robert Delaunay
Saint-Séverin, 1909
Oil on canvas, 96.5 × 70.5 cm
©Courtesy of the Philadelphia Museum of Art
Robert Delaunay
Eiffel Tower, 1925
Oil on burlap, 130.8 × 31.8 cm
©Courtesy of the Philadelphia Museum of Art
Jacques Lipchitz
Bather, 1917
Bronze, 89.5 × 36.8 × 27.9 cm
©Courtesy of the Philadelphia Museum of Art
acques Lipchitz
Flight, Modeled 1940; cast between c. 1942-50
Bronze, 127 × 129.5 × 58.4 cm)
©Courtesy of the Philadelphia Museum of Art
Jacques Lipchitz
Sailor with Guitar, 1914
Bronze, 78.7 x 29.5 x 21.6 cm
©Courtesy of the Philadelphia Museum of Art

 

LE AVANGUARDIE
CAPOLAVORI DAL PHILADELPHIA MUSEUM OF ART
Pisa (Palazzo Blu) 
28 settembre 2023-7 aprile 2024

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