Nella fitta trama delle gallerie d’arte che danzano attraverso l’edizione più recente di Art Verona, ho rintracciato subito un sentore di freschezza, un’anomalia luminosa che mi ha attirato con irresistibile curiosità. Art Verona, per me, è da sempre un laboratorio vivente in cui le idee germogliano, si sviluppano e si trasformano. È un luogo in cui l’arte, nella sua diversità, sfida i confini tradizionali e trascende la nostra comprensione del valore e della funzione.
Ecco a voi il progetto “Superfluo” del collettivo NONE, un’ode all’ossimoro dell’utilità dell’inutile. Questo concetto affascinante sfida il nostro pensiero convenzionale, mettendo in discussione ciò che consideriamo utile o meno. Ciò che all’apparenza è inutile può rivelarsi, paradossalmente, di inestimabile valore. L’arte astratta e la poesia, spesso etichettate come inutili, sono testimonianza di come l’inutilità possa arricchire la nostra esistenza ben al di là della mera funzionalità.
Riflettendo più a fondo, l’ossimoro sottolinea come la costante ricerca dell’efficienza e della produttività possa privarci di spazi per la contemplazione, la creatività e la riflessione. L’inutilità può offrire una tregua alla nostra mente e stimolare la nostra creatività.
In questo contesto, mi ritrovo nella prima delle due sale del Palazzo del Capitanio, dove prende vita la teoria del “gioco” proposta da Johan Huizinga.
Quest’ultimo sosteneva che le attività apparentemente inutili, come il gioco o il teatro, siano fondamentali per il progresso della cultura e della società, e allora, cosa è davvero necessario?
Certamente, la soddisfazione dei bisogni primari, ma al di là di questi, sono spesso le cose leggere, le inutilità apparenti, a donarci gioia e felicità.
L’installazione “Superfluo”è una sfida ai pregiudizi e un invito a rivalutare il concetto di superfluo. Sottolinea il fatto che gli esseri umani si nutrono di emozioni, un tratto che definisce in maniera unica la nostra umanità, il superfluo è ciò che dà senso al momento, al qui ed ora, ciò che rende la vita più piacevole. E in questo contesto emerge l’opera transmediale di NONE collective, commissionata da Pasqua Vini in occasione di Art Verona.
Nella prima sala, i visitatori vengono accolti da opere e video generativi di fluidi iridescenti. Proseguendo nella sala successiva, si trovano immersi in un’installazione site-specific. L’opera immersiva combina una multiproiezione che popola le volte del soffitto con organismi bioluminescenti, mentre al centro della sala, una tela interagisce con una luce laser, evocando anche il mondo del vino. Quest’installazione stimolante e divertente spinge la mente a esplorare spazi nuovi attraverso giochi di luce.
L’ossimoro dell’utilità dell’inutile è un richiamo a considerare il valore delle cose in maniera più ampia, riconoscendo l’importanza della bellezza, della creatività e del pensiero profondo, anche quando non sembrano avere un’applicazione pratica immediata. Ci ricorda che la vita dovrebbe essere più di una successione di compiti e obiettivi; dovrebbe offrire spazi per l’inutile, che arricchisce la nostra esistenza in modi imprevedibili.
Peccato che questa meraviglia resti aperta solo per i giorni della fiera. Meritava sicuramente più tempo per essere assaporata e contemplata, proprio come l’arte stessa.