Da Cambi è in arrivo un’asta dedicata a Dino Gavina designer, imprenditore ed editore italiano, ma soprattutto, pioniere e padre nobile dell’arredamento contemporaneo. A Milano il prossimo 7 novembre
La casa d’aste Cambi punta ancora sul Design. Dopo il successo della vendita “Design200” dello scorso 18 ottobre (930 mila euro per 146 pezzi d’autore), martedì 7 novembre è in calendario, nuovamente a Milano, un appuntamento speciale riservato alla produzione della Gavina SpA, marchio storico che per primo associò il linguaggio dell’arte alla produzione industriale dell’arredo, introducendo il concetto di fabbrica artistica.
Nella sede milanese della maison verrà esitato un catalogo di 133 lotti originali, provenienti da un unico raffinato collezionista privato: poltrone, lampade, gruppi completi di sedie, pouf, tavoli, appendiabiti ma anche tappeti e paraventi, oggetti che hanno segnato la storia del design e che ancora continuano a essere fonte di ispirazione per designer, architetti e arredatori.
L’asta è dedicata alla produzione di Gavina, tra i principali marchi storici italiani di arredamento di design. Fondata negli anni ’60 da Dino Gavina, una delle figure imprenditoriali più importanti nel settore dell’arredamento e del Design italiano, l’azienda Gavina SpA è stata ed è tutt’ora infatti punto di riferimento e d’ispirazione per moltissime altre aziende del settore, italiane e internazionali.
Definito “Il più emotivo e impulsivo di tutti i costruttori di mobili del mondo” da Marcel Breuer e “Il più trasgressivo operatore della fornitura italiana” da Anty Pansera, Gavina è stato amico di Lucio Fontana, Carlo Scarpa, Kazuhide Takahama e Pier Giacomo e Achille Castiglioni, nonché fondatore di Flos con Cesare Cassina e della Gavina SpA. Scomparso nel 2007, Dino Gavina è stato una figura centrale del design e dell’imprenditoria del Novecento italiano.
I lotti da tenere d’occhio
Top lot assoluto dell’asta, l’iconico paravento dipinto a mano Rhinocéros firmato da François-Xavier Lalanne e Kazuhide Takahama, prodotto da Simon Gavina, Italia, nel 1976 (stima: € 20.000 / 30.000). Dell’architetto giapponese Kazuhide Takahama vengono presentati 18 originalissimi lotti: letti, lampade, poltrone e divani e tra questi anche il famoso modello Siviglia (lotto 125, stima: € 2.000 / 4.000).
Lotti di grande pregio, anche il raffinato paravento da due elementi a tre pannelli con struttura in legno laccato interamente dipinto a mano e firmato da Giacomo Balla (lotto 56, stima: € 8.000 / 10.000) e, sempre del grande pittore futurista, anche Dianto, Cactus, Nuvolo e Aloe raffinate sculture dalla struttura in acciaio, create in edizione limitata e numerata per la serie Fiori Futuristi.
Tra gli arredi più iconici del Novecento anche Malitte, salotto modulare e ricomponibile (lotto 29, stima: € 4.000 / 6.000) progettato negli anni Sessanta da Sebastian Matta, oggi nella collezione permanente del MoMA di New York e della Galleria Nazionale di Roma, i cui moduli in poliuretano rivestiti in tessuto elasticizzato sono famosi in tutto il mondo perché possono essere assemblati in un’unica scultura, un “muro” che divide l’ambiente, oppure diventare comode sedute a uno o due posti.
Musa surrealista, pittrice, scultrice, poetessa e celebre protagonista di alcune foto di Man Ray, nella sua vita artistica Meret Oppenheim ha creato anche complementi d’arredo, e in questo appuntamento speciale Cambi mette all’asta anche il mitico tavolo occasionale modello Traccia con struttura in fusione di bronzo dorato e piano in legno a foglia oro (Lotto 49, stima: € 2.000/ 4.000). Realizzata invece con una fusione in bronzo lucido e uno strato pelliccia, una delle più note opere dello scultore Novello Finotti, lo sgabello modello Fausto che parte da una stima di € 3.000 / 5.000.
Sempre per la zona living, si distinguono le poltrone di Ignazio Gardella, modello Digamma (stima: € 12.000,00 / 15.000,00) e il divano a tre posti modello Bastiano di Afra e Tobia Scarpa (stima: € 2.000,00 / 4.000,00). Portano la firma di Tobia Scarpa due lampade a sospensione modello Fior di Loto prodotte da Flos nel 1962 (stima: € 2.000 / 4.000) e Biagio, lampada da tavolo scolpita e modellata da un blocco unico in marmo bianco di Carrara (stima: € 3.000 / 5.000).
In asta, anche un’opera firmata dallo stesso Dino Gavina: un pouf che è un omaggio ad Andy Warhol perché sulla struttura in metallo riporta il disegno e la dicitura della mitica Campbell’s Soup Cans, realizzata dal Maestro della Pop Art agli inizi degli anni Sessanta (stima: € 1.000 / 2.000).
Dino Gavina e il Design sovversivo
Il dipartimento di Design di Cambi Casa d’Aste racconta chi fosse Dino Gavina, un “romantico idealista, vulcanico creatore di progetti, facilitatore di competenze e catalizzatore di idee”, nell’introduzione al catalogo con queste parole:
Il biglietto da visita di Dino Gavina riportava la peculiare dicitura “Dino Gavina, sovversivo”. Tutto qui. Non un numero di telefono, non un indirizzo. La scelta formale è già di per sé anticonformista, soprattutto in un momento storico, quello degli anni Sessanta, in cui i sovversivi venivano spesso affiliati a movimenti ed organizzazioni che nulla avevano a che fare con la ricerca e la sperimentazione estetica.
Dino Gavina è stato un romantico idealista nel declinare esperienze imprenditoriali diverse con il multiforme impegno di imprenditore, committente e visionario. Proprio questa poliedricità si connette con ciò che è stato il vero motore del suo successo: il contatto diretto con architetti, designer, scultori, pittori e critici, in un arco di tempo molto ampio che inizia nei primi anni ’50 e che lo ha riportato a lavorare con personalità così variegate da rendergli familiare districarsi in progetti e idee difficili da realizzare e ancor più da produrre in serie.
La capacità di Dino Gavina di andare all’essenziale, padroneggiando la tradizione artistica, gli permetteva di vedere il successo di un’idea prima ancora che l’artista stesso ne fosse coscio: anche quando l’artista non era concentrato e, quasi in modo spontaneo, produceva un qualsiasi manufatto, Dino Gavina sapeva coglierne la poetica e tradurlo in progetto tecnico. Esempio su tutti il gioco Sulla scatola di biscotti di forma ovale dove Man Ray disegnò un occhio, che si evolverà poi nella seduta Le Temoin. Egli fu dunque, oltre a un vulcanico creatore di progetti, un facilitatore di competenze ed un catalizzatore di idee.
Oggi i suoi progetti, a distanza di decenni dalla loro origine, tratteggiano il profilo di un uomo che non solo seppe essere moderno e dirompente per i suoi contemporanei ma che, ancora adesso, risulta essere un visionario a tratti irraggiungibile”
Asta Live 798
7 Novembre 2023
Cambi Milano – Via San Marco 22