Le due artiste parteciperanno per la prima volta alla Biennale d’Arte con due grandi installazioni create appositamente per l’occasione
Saranno Anna Maria Maiolino (Scalea, 1942 – vive e lavora a São Paulo) e Nil Yalter (Cairo, 1938 – vive e lavora a Parigi) le due “Leonesse d’Oro” alla Biennale Arte di Venezia 2024. La decisione, approvata dal CdA della Biennale su proposta del direttore Adriano Pedrosa.
“Alla luce del titolo e del quadro della Mostra, incentrata su artisti che hanno viaggiato e migrato tra Nord e Sud, Europa e altri Paesi, o viceversa, a mia scelta è ricaduta su due straordinarie e pionieristiche artiste, nonché migranti, che incarnano in molti modi lo spirito di “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”, ha dichiarato Pedrosa.
Le due artiste, inoltre, parteciperanno per la prima volta alla Biennale 2024: Maiolino con una nuova opera di grandi dimensioni che prosegue e sviluppa la serie delle sue sculture e installazioni in argilla, già celebrate a Documenta Kassel, nell’edizione 2017, mentre Yalter riconfigurerà la sua installazione Exile is a hard job, insieme alla sua opera iconica Topak Ev, collocate nella prima sala del Padiglione Centrale.
Anna Maria Maiolino e Nil Yalter
Anna Maria Maiolino, artista che si dichiara autodidatta, è nata in Italia ma è emigrata giovanissima prima in Venezuela e poi in Brasile, dove arriva nel 1960, a Rio de Janeiro. Esponente di punta del gruppo della “Nova Figuração”, corrente nata in reazione all’astrazione degli anni Sessanta che si affaccia sulla scena anche in reazione ai primi anni della dittatura militare, Maiolino si dedica anche alla poesia e all’arte performativa, a partire dagli anni ’80, creando una delle sue opere più celebri, Entrevidas, nella quale decine di uova sono sparse sul pavimento e sfidano l’artista a percorrere lo spazio come fosse un “campo minato”, tenendo conto della fragilità e della precarietà dell’uovo.
Tra le varie mostre che hanno contraddistinto la sua carriera ricordiamo le personali all’Instituto Tomie Ohtake di San Paolo (2022), al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, alla Whitechapel Art Gallery a Londra (2019), al Museum of Contemporary Art di Los Angeles (2017), alla Fundació Antoni Tàpies a Barcellona (2010) e al Drawing Center di New York (2002).
Nil Yalter, nata in Egitto ma naturalizzata parigina, è considerata una pioniera del movimento artistico femminista mondiale. Così come Maiolino anche Yalter non ha mai ricevuto un’istruzione formale nel campo delle arti visive e, come autodidatta, ha condotto una costante ricerca sulle proprie pratiche e aree di interesse che vanno dalla pittura al disegno, dal video alla scultura all’installazione. In occasione della 60. Esposizione Internazionale d’Arte, Yalter presenterà una riconfigurazione della sua innovativa installazione Exile is a hard job, insieme alla sua iconica opera Topak Ev (1973), collocata nella prima sala del Padiglione Centrale dei Giardini.
Tra le mostre più significative della sua carriera ricordiamo le personali al Ludwig Museum di Colonia, all’Hessel Museum of Art di Annandale-on-Hudson, a New York, al Musée d’Art Contemporain du Val-de-Mame, in Francia, al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, al Centre Georges Pompidou di Parigi. Ha partecipato alla Biennale di Sharjah (2023), alla Biennale di Berlino (2022), alla Biennale di Gwangju (2014), alla Biennale di Istanbul (2013), alla Biennale di San Paolo (1979), alla Biennale di Parigi (1977).