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Vanità e fedeltà. Fabre, Dorazio e Bonalumi guidano l’asta di Blindarte a Milano

Piero Dorazio
Jan Fabre, Adsum qui feci (I, here before you, am the guilty party. Stima 100-150 mila euro
L’asta di arte moderna e contemporanea che Blindarte ha in programma il 30 novembre 2023 a Milano si compone di 175 opere realizzate dall’inizio del Novecento fino ad oggi. Esposizione da lunedì 20 novembre fino alla data dell’asta.

Vanità e fedeltà, peccato e virtù: le due anime del collezionismo, di chi farebbe di tutto per possedere un’opera per se stesso, devolvendo il suo impegno e il suo totale interesse ad un artista o a una forma d’arte. Due lati di una medaglia che ruota senza mai stazionare, che rinnova senza tregua la passione-ossessione dei compratori. Ma è anche il tema del top lot dell’asta di arte moderna e contemporanea di Blindarte, Adsum qui feci (I, here before you, am the guilty party di Jan Fabre (Anversa, 1958). Il lavoro, realizzato dall’artista per l’importante esposizione Jan Fabre: Knight of Despair / Warrior of Beauty, tenutasi nel 2016-2017 all’Hermitage di San Pietroburgo, è proposto con una stima di 100-150 mila euro. Qui troviamo l’orologio, emblema della vanità e della transitorietà della vita; e poi i cani, che simboleggiano la fedeltà, la lealtà, la devozione, ma anche la sottomissione. Dell’artista belga è in catalogo anche Battlefield (stima 35-45 mila euro), dove a combattere non sono soldati ma scarabei dai colori vivaci.

Sulla croce, in Tree Jesus di Gilbert & George (San Martino in Badia, 1943 e Plymouth, 1942), c’è proprio Cristo, anche se le 16 stampe in gelatina d’argento non si fanno espressione di fede religiosa, ma piuttosto un’esplorazione dell’esperienza umana condivisa della sofferenza (stima 80-120 mila euro). Dal dolore alla rabbia de Le Cygne Noir di Giulio Paolini (Genova, 1940), che presenzia nel centro di un’opera in plexiglass impostata in maniera quasi architettonica (stima 40-60 mila euro). Cromia pura in Fontainebleau di Piero Dorazio (1927-2005), grande olio su tela dove segno e forma diventano unico mezzo di espressione (stima 100-150 mila euro). Sempre del gruppo Forma Uno, è presentata una delle opere più iconiche di Giulio Turcato (Mantova, 1912 – Roma, 1995), una Superficie lunare del 1975 (stima 35-45 mila euro), in cui linee arancioni di pura energia si dispongono sulla superficie argentata.

Segnalazione sparse tra cui paiono interporsi ere artistiche, invece sono raccolte in poco più di vent’anni. Si parte nel 1944 con Chiesa dei Gesuiti a Venezia di Filippo De Pisis, paesaggio impressionista caratterizzato da pennellate rapide, leggere, e piacevoli accostamenti cromatici (stima 18-25 mila euro); segue uno smalto su carta del 1964 (stima 20-30 mila euro) di Mario Schifano, tra i più riusciti monocromi realizzati dall’autore negli anni ‘60; e arriviamo al 1968, anno in Agostino Bonalumi realizzò Rosso, estroflessione che si fa perfetta sintesi tra pittura e scultura (stima 70-90 mila euro).

Sul fronte internazionale spiccano poi due artisti di fama mondiale. Il primo è Thomas Houseago (1972), presente in catalogo con Roman Mask I del 2013, proveniente dalla Galleria Gagosian, proposta in asta con una stima di euro 60-80 mila euro. Il secondo è Anish Kapoor, in vendita con una gouache su carta del 2014 dove a dominare è il colore rosso che esprime, nel linguaggio dell’artista, l’esplorazione dell’interiorità del corpo (stima di 40-60 mila euro). Non più attuali, ma di certo non dimenticati, Diego Giacometti – all’asta con Table basse trapezoidale «Têtes de chiens» di Diego Giacometti (stima di 80-120 mila euro) e la celebre serigrafia Vesuvius di Andy Warhol stimata 40-60 mila euro.

CATALOGO COMPLETO
Giulio Paolini, Le Cygne Noir. Stima 40-60 mila euro
Piero Dorazio, Fontainebleau. Stima 100-150 mila euro
Agostino Bonalumi, RossoStima 70-90 mila euro
Andy Warhol, Vesuvius. Stima 40-60 mila euro
Anish Kapoor. Stima 40-60 mila euro

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