Print Friendly and PDF

Bipart of…this gallery: incontro con Raffaella Cortese

Raffaella Cortese, ph. Andrea Rossetti

Sulla falsa riga del Questionario di Proust, una serie di domande predisposte da BIPART Studio legale volte a conoscere meglio le più prestigiose gallerie d’arte italiane. L’incontro di oggi è con Raffaella Cortese

GALLERIA RAFFAELLA CORTESE

Come ha scelto il nome della sua galleria (e cosa vuole esprimere con tale denominazione)?
La galleria prende il mio nome, perché è una sorta di mio autoritratto attraverso gli artisti che rappresento.

Qual è il motto della sua galleria?
Abbiamo due brevi statement. Il primo è “Still a place”, perché crediamo fortemente nella presenza fisica, quotidiana, costante e vissuta dell’arte, dei luoghi in cui viene contenuta e conservata, delle persone che la creano e che lavorano per la sua fruizione. Il secondo è “A due passi del mare”, perché nel 2021 abbiamo aperto un piccolo spazio ad Albisola Superiore, nella Riviera Ligure di Ponente. Sono dodici metri quadri di intimità e libertà che vengono abitati da un artista per volta per avvicinarci alle sue opere con un ritmo diverso, cadenzato dal flusso e dalla luce del mare.

Si sceglie prima l’artista o il tema? Qual è il filo rosso che lega le vostre scelte?
Sempre e in modo assoluto viene prima l’artista, con la sua storia, la sua sensibilità, il suo racconto e la qualità che può trasmettere attraverso il lavoro. Il tema è in qualche modo intrinseco alla sua arte e si manifesta in tematiche in cui la galleria crede molto e di grande attualità ai giorni di oggi.

Qual è la qualità che apprezza di più in un artista?
Io lavoro con artisti che hanno creduto in quello che facevano nonostante le difficoltà, i silenzi che li circondavano, nonostante l’assenza di supporto critico o di risposte del mercato. Collaboro con artisti che hanno vissuto la discriminazione, l’esclusione, la marginalità, eppure sono andati avanti, a volte, anzi, tutto questo ha migliorato il loro linguaggio. Significa che in loro c’è un sincero e puro trasporto per quello che fanno. Non solo: in loro c’è il desiderio di portare in luce una verità che ha bisogno di essere detta. Tutti questi artisti sono arrivati ad avere negli anni un riconoscimento internazionale importante e universalmente riconosciuto.

Qual è la qualità che apprezza di più in un’opera?
La sintesi dell’immenso.

Ha una istituzione/galleria di riferimento (e se sì quale)?
Quelle istituzioni grandi o piccole o quelle gallerie che hanno fatto la storia credendo negli artisti che hanno ospitato e supportato e aiutandoli a crescere e a dare al mondo tutto ciò che dovevano dire. Sono sempre stata ispirata da chi ha creduto nei valori intrinseci nell’arte

In quale ambito la sua galleria può migliorare?
Ogni giorno cerchiamo di migliorare in ogni ambito e in modo tentacolare, rafforzando la relazione con le istituzioni museali nel mondo e continuando a crescere un collezionismo consapevole.

Qual è l’aspetto che le piace maggiormente della sua professione e che le dà maggior soddisfazione?
La mia non è una professione nel senso classico del termine, ma una dimensione di arte e vita totalizzante e a 360 gradi, in cui ogni aspetto è come un tassello per costruire un grande edificio. Ogni aspetto è dunque essenziale e appassionante.

Ha, o vorrebbe avere, una galleria anche all’estero (e se sì perché)?
No, perché amo la città in cui siamo, Milano, e amo l’Italia, che ha un patrimonio immenso ma ha ancora bisogno di luoghi del contemporaneo che diano maggiore sistematicità a quello che è successo dalla Transavanguardia e dall’Arte Povera fino a oggi.

Come pensa che si evolverà il mondo dell’arte e la sua fruizione (anche in relazione alle nuove tecnologie, alla blockchain e al metaverso)?
Sicuramente evolverà ampiamente, radicalmente e spaventosamente. Ma questo non credo porterà alla scomparsa dei luoghi reali di incontro per l’arte, perché l’uomo avrà sempre bisogno di toccarsi, vedersi dal vivo e potersi ascoltare senza un microfono. L’analogico e il tecnologico saranno comunque due binari in cui l’arte continuerà a creare qualcosa di appassionante e stimolante.

Arte e diritto: tutela o vincolo (anche alla luce dell’applicazione del diritto di seguito e del diritto di produzione dell’opera riservati agli artisti)?
Tutela, perché la creazione è qualcosa di molto fragile, prezioso e delicato. Quindi per questo ci tengo a sottolineare l’importanza di luoghi che possono ospitare l’arte contemporanea e se ne possano prendere cura da un punto di vista conservativo. Per quanto riguarda invece il diritto di seguito e di produzione dell’opera riservati c’è ancora molto da fare.

Le risposte di Raffaella Cortese di Galleria Raffaela Cortese sono state raccolte da Gilberto Cavagna e Rachele Borghi Guglielmi di BIPART Studio Legale.

Commenta con Facebook