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Il 2024 sarà l’anno di Caspar David Friedrich

Caspar David Friedrich, The Arctic Ocean, detail, 1823/24 © Hamburger Kunsthalle / bpk / Photo: Elke Walford Caspar David Friedrich, The Arctic Ocean, detail, 1823/24 © Hamburger Kunsthalle / bpk / Photo: Elke Walford
Caspar David Friedrich, Viandante sul mare di nebbia, 1818
Caspar David Friedrich, Viandante sul mare di nebbia, 1818

In occasione dei 250 anni dalla nascita di Caspar David Friedrich, la Germania celebra il suo pittore romantico più celebre con oltre 160 eventi e mostre divise nelle città chiave per l’artista: Berlino, Dresda, Amburgo e Greifswald. Si chiude così il lunghissimo percorso che ha condotto Friedrich al successo, poi all’oblio e infine alla riscoperta.

A scuola storia dell’arte la si studia a grandi bocconi, attraverso opere centrali di correnti ben definite, in modo che la spiegazione assuma caratteri narrativi chiari. Spesso queste opere non si limitano a raccontare solo il movimento artistico a cui appartengono, ma si spingono addirittura a rappresentare lo spirito del tempo, a sintetizzare nella loro immagine la condizione dell’uomo in un determinato contesto storico. Una delle più celebri, forse una di quelle che tutti indiscriminatamente ricordano, è il Viandante sul mare di nebbia di Caspar David Friedrich. Il dipinto, come spesso accade, racchiude più livelli di lettura e capita di entrarci in contatto studiando non solo storia dell’arte, ma anche filosofia, storia, letteratura. Ma più di tutto l’opera cristallizza in modo evidente, con una metafora immediata e aperta, il sentimento di dubbio, ambizione, paura, desiderio, inquietudine e passione che ognuno di noi si trova sperimentare. Soprattutto quando abbiamo diciotto anni. Forse è per questo che anche il meno interessato all’arte ha impresso nella sua mente quell’uomo con il bastone, in cima alla montagna, che scruta il paesaggio domandandosi se riuscirà a superarne le insidie. Deve esserselo chiesto più di tutti Caspar David Friedrich stesso, che di preoccupazioni e sogni deve averne avuti tanti quanti noi. Tra i suoi c’era sicuramente quello di diventare un grande artista, e come tutti i grandi artisti di sopravvivere alla morte e rimanere nella storia. Ma se il primo obiettivo è riuscito a raggiungerlo, per il secondo i posteri l’hanno lasciato attendere più di quel che si potrebbe immaginare.

«Perché, mi son sovente domandato / scegli sì spesso a oggetto di pittura / la morte, la caducità, la tomba? / È perché, per vivere in eterno / bisogna spesso abbandonarsi alla morte», si ritrova scritto in una riflessione del pittore, morto in povertà nel 1840, con la sua reputazione da artista cresciuta e scemata nell’arco di 66 anni di vita. Il plot romantico per eccellenza: un giovane si fa strada in un mondo difficile, raggiunge l’apice e poi decade in modo malinconico, lasciando dietro sé un ricordo che solo a distanza di anni si sarebbe valorizzato a fondo. Ciò che ora apprezziamo di Friedrich è lo stesso che apprezzavano i suoi contemporanei. Ma se al tempo la sua estetica non trovò estrema risonanza, oggi la ritroviamo, direttamente o indirettamente, in una serie probabilmente indefinibile di opere visive, dai film horror ai videogiochi. Basti pensare al punto di vista in terza persona, con una figura posta di schiena; ma anche la resa stilizzata dei paesaggi, le atmosfere cupe e malinconiche, l’abbinamento di vicinanza e lontananza, il ruolo essenziale concesso al vuoto e all’infinito. La sua non è una natura a tutto tondo, imitativa e rassicurante. I suoi paesaggi, al contrario, mescolano la visione reale a quella immaginifica, restituiscono scenari plausibili ma ipotetici, quasi sceneggiati. Cieli infiniti, tempeste, nebbia, foreste, ruderi e croci sono elementi ricorrenti nelle opere del pittore, tutti tesi a una resa sublime del mondo, seducente e inquietante, appassionante ma pericolosa, imbevuta di quegli ideali romantici che nell’Ottocento muovevano gli animi e dettavano i gusti.

Caspar David Friedrich, The Arctic Ocean, detail, 1823/24 © Hamburger Kunsthalle / bpk / Photo: Elke Walford
Caspar David Friedrich, The Arctic Ocean, detail, 1823/24 © Hamburger Kunsthalle / bpk / Photo: Elke Walford

Proprio questi gli concessero fama nella parte centrale della sua carriera, quando tra Berlino, Dresda e la Russia riuscì a entrare nelle grazie di importanti committenti. Di lui apprezzavano in particolare l’afflato mistico, ma non sottovalutavano neppure l’aspetto paesaggistico, che mostrava loro visioni altrimenti impossibili (sia perché raffiguranti posti lontani, sia perché talvolta totalmente inventate) da esperire. Ma fu proprio lo scemare di questa spinta all’esplorazione dell’uomo ottocentesco, sia artistica che interiore, che diminuì gradualmente il fascino di Friedrich. I suoi paesaggi diventarono all’improvviso ripetitivi, la sua carica spirituale sempre più fiacca. Visse gli ultimi anni in solitudine, come una figura eccentrica e malinconica, tormentato da problemi fisici e mentali, supportato unicamente da alcuni amici e collezionisti che acquistavano le sue ultime opere (perlopiù acquerelli, la sua prima passione, perché le tele erano ormai troppo impegnative) solo per permettergli di sopravvivere. Un decadimento lungo (20 anni) e inesorabile, che ha condannato la sua scomparsa a evento marginale e le sue opere all’oblio.

Da quel momento è iniziata la lunga fase di riscoperta della sua produzione, che lo ha portato oggi ad essere uno dei pochi artisti a presenziare nei programmi scolastici di tutta Europa e ad essere uno dei pittori simbolo della Germania. E proprio il paese tedesco nel 2024 ne celebra il 250° anniversario dalla nascita con importanti retrospettive. Una di queste, Caspar David Friedrich: Infinite Landscapes (dal 19 aprile al 4 agosto 2024), organizzata dalla Nationalgalerie di Berlino, racconta di come lo stesso museo, nel 1906, diede avvio alla riscoperta dell’artista con la più grande mostra a lui dedicata. Ora ci riprova presentando circa 50 disegni e 60 dipinti, tra cui molte delle sue immagini più iconiche: The Sea of Ice, Chalk Cliffs on Rügen e The Monk by the Sea. Il Museo Kunsthalle di Amburgo ha giocato d’anticipo, inaugurando una retrospettiva incentrata sulle opere paesaggistiche di Friedrich, Caspar David Friedrich – Art for a New Age (dal 15 dicembre 2023 al 1° aprile 2024). In particolare, al centro vi è il rapporto uomo-natura, che trova eco in numerosi artisti che inevitabilmente si sono dovuti confrontare con il pittore tedesco. In mostra dunque circa 90 suoi disegni e oltre 50 dipinti, tra cui alcune delle opere più iconiche (come il Viandante sul mare di nebbia), e una selezione di lavori eseguiti da altri artisti a lui legati, anche contemporanei.

Caspar David Friedrich, Il Monaco In Riva Al Mare, 1808-10
Caspar David Friedrich, Il Monaco In Riva Al Mare, 1808-10

Dresda, la città in cui nel 1798 Friedrich si trasferì e dove visse per oltre quarant’anni, presenta Caspar David Friedrich – Where It All Started, una mostra temporanea in due sezioni. La prima incentrata sulla sua opera pittorica (al Museo Albertinum, dal 24 agosto 2024 al 5 gennaio 2025), che pone alcuni dei suoi dipinti più famosi a confronto i quadri dei grandi maestri da cui aveva tratto ispirazione (come, ad esempio, Jakob Ruisdael, Salvatore Rosa e Claude Lorrain). La seconda guarda invece alla sua opera grafica (Gabinetto dei disegni e delle stampe Kupferstichkabinett, dal 24 agosto al 19 novembre 2024), da cui emerge il processo artistico in cui la precisione tecnica si univa al sentimento interiore che in ogni opera muoveva Friedrich. La sua massima più famosa suggerisce proprio questo: «chiudi il tuo occhio fisico, al fine di vedere il tuo quadro con l’occhio dello spirito. Poi porta alla luce ciò che hai visto nell’oscurità, affinché la tua visione agisca su altri esseri dall’esterno verso l’interno».

Nonostante alcune iniziative siano già partite, l’anno di Caspar David Friedrich sarà ufficialmente inaugurato il 20 gennaio 2024 nella cattedrale di San Nicola a Greifswald, dove l’artista venne battezzato e visse i primi anni di vita. Qui è pronto un ricco programma di eventi, che spaziano dalle ricostruzioni storiche – Una giornata con Caspar David Friedrich (dal 31 agosto al 1° settembre 2024) – alle numerose mostre, classiche e multimediali. Tra queste, Lifelines – A Walk in Drawings & Paintings (dal 28 aprile al 4 agosto 2024), Places of Longing – Chalk Cliffs on Rügen and Greifswald Harbour (18 agosto al 6 ottobre 2024), Hometown – Meadows near Greifswald (16 ottobre 2024 al 5 gennaio 2025) e la mostra interattiva 250 Steps towards Caspar David Friedrich – Romantic Trail & Workshop (da marzo a dicembre 2024) al Museo statale Pommersches Landesmuseum. Infine, al Caspar David Friedrich Gesellschaft e al St. Spiritus, le mostre Caspar David Friedrich – The hidden Life of his Paintings (da maggio a ottobre 2024) e Friedrich and Friends (da giugno ad agosto 2024).

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