Curata da Dieter Schwarz e presentata in tre sedi dell’Alta Engadina -Nietzsche-Haus, Museo Segantini e Hauser & Wirth St. Moritz- questa mostra è la prima ad esplorare il profondo legame di Gerhard Richter con il paesaggio alpino dell’Engadina. L’opera che collega le tre sedi espositive è una sfera d’acciaio che Richter aveva prodotto in edizione, presentata per la prima volta alla Nietzsche-Haus nel 1992, in una mostra curata da Hans Ulrich Obrist.
Ogni sfera unica porta il nome di una montagna dell’Alta Engadina. La sfera opaca, sottilmente riflettente, quasi surreale, riflette delicatamente tutto ciò che la circonda. Simboleggia le manifestazioni sublimi ma inospitali della natura, che sono particolarmente evidenti in montagna. Al Museo Segantini e ad Hauser & Wirth sono esposti i dipinti che Richter ha realizzato partendo dalle fotografie scattate durante le sue escursioni in Alta Engadina. Queste opere segnano un nuovo capitolo nella sua pittura di paesaggio, un genere che lo aveva sempre attratto per la sua presunta inattualità. I paesaggi engadinesi di Richter sono esemplificativi dell’ambiguità della sua pittura, che oscilla tra una seducente trasfigurazione della natura e un riflesso della sua estraneità.
Particolarmente degno di nota è il dipinto “Wasserfall (Cascata)” (1997) del Kunst Museum Winterthur, un’opera che traccia chiaramente l’impegno di Richter con la pittura del XIX secolo, dal romanticismo al realismo. Successivamente l’artista ha sovradipinto alcuni motivi dell’Engadina, tra cui le raffigurazioni del Piz Materdell e del Lago di Sils, trasformandoli in dipinti astratti dall’atmosfera malinconica che risponde alle impressioni del paesaggio.
Le fotografie che Richter riportò dall’Alta Engadina non servirono solo come modelli per i suoi dipinti, ma divennero anche tele per i suoi esperimenti con la pittura ad olio e lacca. Richter si divertiva ad accentuare le immagini fotografiche con delicate tracce di colore, scompigliandole con macchie e schizzi, oppure ricoprendole quasi interamente con vernice e spatola. Questo processo gli ha permesso di stabilire un contatto tra l’immagine e la pittura, avvicinandole o addirittura facendole scontrare. Nelle due sedi espositive di St. Moritz si possono ammirare più di cinquanta di queste affascinanti opere di piccole dimensioni.
Richter presentò per la prima volta questo nuovo capitolo della sua opera durante la già citata mostra alla Nietzsche-Haus, che servì essenzialmente come prova. Alcune delle prime fotografie sovraverniciate compaiono nel libro d’artista “Sils” (1992), pubblicato in occasione della mostra. La maquette di questa pubblicazione, disegnata dallo stesso Richter, è esposta da Hauser & Wirth. Infine, la Nietzsche-Haus ospita una mostra di 39 fotografie che Richter ha scattato a Sils per “Dezember (dicembre)”, un libro al quale ha collaborato con lo scrittore e regista Alexander Kluge e pubblicato con Suhrkamp nel 2010. Le fotografie di Richter di abeti coperti di neve servono come compagni silenziosi dei testi di Kluge, che si concentrano su eventi storici significativi.
Gerhard Richter, nato nel 1932, è uno degli artisti più importanti e celebrati del nostro tempo. Le sue opere si trovano in collezioni internazionali e sono state esposte in numerosi musei e gallerie in Europa e negli Stati Uniti. Richter ha trascorso le sue vacanze per la prima volta nel 1989 nel villaggio alpino svizzero di Sils, situato nella regione dell’Alta Engadina, un luogo che visita regolarmente sia durante le vacanze estive che invernali da oltre 25 anni. Più di settanta opere provenienti da musei e collezioni private, tra cui dipinti, fotografie sovraverniciate, disegni e oggetti, testimoniano la fascinazione dell’artista per l’Alta Engadina.