Print Friendly and PDF

Da Guido Reni a Damien Hirst: l’asta del patrimonio di Veneto Banca

Guido Reni, San Francesco

Con una base d’asta complessiva di 7.7 milioni di euro, “La Gioia a colori” è la seconda vendita gestita per Veneto Banca da Bonino Casa d’Aste che prende il via il 30 gennaio e prosegue il 31. 378 lotti per sei secoli di arte italiana e internazionale, dal Quattrocento veneto al nostro millennio, dalla cultura di Mantegna e Bellini a Damien Hirst

Si realizza nell’ambito della dismissione del patrimonio storico-artistico di Veneto Banca SpA  in liquidazione coatta amministrativa disposta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) con decreto n. 186 del 25 giugno 2017.

Da Veneto Banca proviene la grande maggioranza dei lotti, a partire dal dipinto inedito di Guido Reni (1575 – 1642), “San Francesco in meditazione”, olio su tela 183×136 cm, datato agli anni ’30 del Seicento, secondo Daniele Benati, specialista del pittore, superiore alle analoghe opere della Pinacoteca Nazionale di Bologna, della collezione dei Principi Colonna, della Quadreria dei Girolamini e del Louvre. Confluito in Veneto Banca paradossalmente in modo casuale, a seguito di una operazione finanziaria, è una delle perle dell’asta (lotto 302, base d’asta € 200.000).

Tra gli altri lotti si segnalano, la “Veduta di Verona” di Gaspard van Wittel (1653-1736), su rame, eccezionalmente conservata (37,6×41,5 cm) e documento della topografia storica di Verona – già passata a Sotheby’s Londra nel 2005 per € 756.000 (lotto 309, base d’asta € 700.000), “Il bimbo malato” di Luigi Nono (1850-1918) (lotto 339, base d’asta € 680.000 ); “I Musicanti (Serenata)” di Raffaello Sorbi (1844-1931), anch’esso record mondiale per l’artista con 334 milioni di lire realizzati a Sotheby’s Londra nel 1988 (lotto 344, base d’asta € 120.000).

Vanvitelli, Veduta di Verona
Raffaello Sorbi, I musicanti

Per la pittura antica, emergono soprattutto i dipinti del Rinascimento veneto e lombardo: una “Madonna con Bambino”, tavola identificata da Mauro Lucco come l’ultima opera nota di Antonio Vivarini (1418–1484), capo di una delle principali botteghe venete del ‘400 (lotto 280, base d’asta € 160.000); “Davide con la testa di Golia” restituita da Anchise Tempestini a Rocco Marconi (1480-1529), una tavola di grande formato (78,5×64,8 cm), capolavoro del pittore, che testimonia l’espansione della lezione di Giorgione all’inizio del Cinquecento (lotto 288, base d’asta € 260.000); una terza tavola, una “Natività” (rarissima anche per il fatto di portare il titolo in vista: «NATVS ES / REDEMPTOR / MONDI») attribuita da Mina Gregori al veronese Domenico Morone (1442-1518), sotto la quale l’indagine ai raggi infrarossi ha rivelato un ricco disegno di marca mantegnesca e belliniana sia a mano libera sia a riga e compasso (lotto 283, base d’asta € 140.000). Ancora da ricordare la “Testa del Battista” di Francesco de’ Maineri (1460-1509), creata tra il 1502 e il 1508 forse per Ercole I d’Este, duca di Ferrara, connessa alle sperimentazioni di Leonardo da Vinci sulla anatomia.

Antonio Vivarini, Madonna con Bambino

Il secondo nucleo nell’antico, è quello del primo Caravaggismo romano (1610-1620). Ben due le opere di Carlo Saraceni (1579-1620), giudicate dalla critica prototipi di due tra le sue invenzioni più famose ed esemplari per la pittura europea del Seicento: “Giuditta e Oloferne” e “La Madonna del sonno” (lotto 317, € 120.000, e lotto 299, € 260.000). Un “San Carlo Borromeo”, realizzato intorno alla data della sua canonizzazione (1610) da una mano vicina a Orazio Borgianni, proveniente dalla collezione dei Principi Colonna prima del fidecommesso che nel 1818 ha cristallizzato la attuale celebre quadreria romana (lotto 369, € 100.000). Vengono allora in mente le accuse pronunciate il 2 novembre 1606 dal pittore Giovanni Baglione contro Saraceni e Borgianni, di averlo aggredito nell’interesse di Caravaggio.

E poi l’800 e il ‘900 internazionali, da Toulouse-Lautrec (1864–1901) a Maurice Utrillo (lotto 318, € 16.000), da Lucio Fontana (lotto 327, € 140.000) a Damien Hirst (1965). Di Tolouse-Lautrec compare uno studio del suo cane (lotto 332, base d’asta € 6000), che per la potenza iconica è stato immaginato nel design di decine di prodotti (dalle copertine dei cellulari alle borse da spiagga!); di Hirst, uno strepitoso “Spot Painting” (160×175,5 cm, formato raro sul mercato italiano), proveniente da Gagosian, New York (lotto 303, € 800.000).

Una ultima chicca è una teletta dalla Collezione di Edouard Safarik, che la attribuiva ad una rarissima artista, Marietta, la figlia di Tintoretto – oggi al centro della ricerca accademica sulla pittura al femminile (Lotto 293, base d’asta € 50.000).

Marietta del Tintoretto, Flora o Ritratto femminile

Meraviglie Atto II. La Gioia a Colori

LA GIOIA A COLORI
Asta in due tornate:
Martedì 30 gennaio 2024 ore 18:00 con base d’asta al 200% della stima minima
(lotti 1-278)
Mercoledì 31 gennaio 2024 ore 18:00 con base d’asta al 200% della stima minima
(lotti 279-378)

Commenta con Facebook