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Valentina Medda. The Last Lamentation

Valentina Medda, S’ultimu Attittu, 2018, studio per performance. Courtesy l’artista

Vincitore dell’Italian Council e destinato alla collezione permanente del MAMbo di Bologna, The last lamentation di Valentina Medda è un omaggio alle “vite sacrificabili” del Mediterraneo, le cui voci vengono fatte “esplodere” attraverso un atto di lamentazione che diventa collettivo

Presentata in prima assoluta a Bologna, al Cimitero Monumentale della Certosa nell’ambito del programma di ART CITY Bologna 2024, The Last Lamentation è l’opera video di Valentina Medda realizzata grazie al sostegno di Italian Council e destinata alle collezioni del MAMbo di Bologna.

The Last Lamentation è ispirato alle lamentazioni funebri nel Mediterraneo e racconta la tragedia del mare attraverso un’ipnotica partitura vocale e coreografica che rielabora i codici rituali in forme contemporanee e astratte.

La potente presenza di 12 donne piangenti, vestite di nero e in piedi accanto al mare, rende per contrasto più tangibile l’assenza dei morti e fa esplodere le loro voci silenziose.

«Nel piangere per il Mediterraneo e i suoi morti – spiega l’artista – tento di ridare dignità, attraverso un’azione poetica e politica, a quelle vite considerate sacrificabili, quelle che non meritano nemmeno il lutto, come afferma la filosofa Judith Butler. La domanda su dove finisca il corpo e dove inizi lo spazio ha plasmato, di fatto, tutta la mia ricerca degli ultimi 10 anni, attraverso linguaggi diversi e in modi diversi, mettendo in discussione la distinzione tra la fisicità dell’individuo e la materialità esterna nel tentativo di creare una geografia incarnata e immaginare nuovi corpi ibridi, trovando il filo che lega tutte le materie vibranti, viventi e non».

Il progetto è presentato da ZEIT (capofila), in partnership con MAN Museo d’arte della Provincia di Nuoro, Teatro di Sardegna, Arts Centre 404 / VierNulVier (Ghent, BE) e Flux Factory (New York) in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission e sostenuto da ARS – Arte Condivisa in Sardegna per la Fondazione di Sardegna (sponsor di progetto).

L’opera sarà destinata alle collezioni del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.

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