Il Ponte Casa d’Aste ha in serbo un capolavoro per l’asta di Libri antichi. Si tratta del Codice Santini, manoscritto del ‘500 che contiene progetti ingegneristici dal fascino artistico. Il suo valore stimato è di 380-450 mila euro. L’asta è in programma a Milano il 27 febbraio 2024 (esposizione a Palazzo Crivelli il 23, 24 25 febbraio).
Arte, scienza, storia. Questi sono solo alcune delle chiavi di lettura con cui approcciarsi al Codice Santini, un manoscritto del Quattrocento composto su pergamena, divenuto nel 2012 patrimonio culturale dallo Stato italiano. Al tempo stesso è un simbolo di eccellenza artistica, ma anche una tra le prime testimonianze della nascita di un approccio scientifico allo studio dell’ingegneria e della meccanica.
Comprovata la sua presenza all’interno della Biblioteca dei duchi di Montefeltro e della Rovere, il Codice Santini ha attirato fin da metà del millennio scorso le attenzioni di numerosi studiosi e appassionati. Nonostante questo, la sua attribuzione rimane ancora incerta. Quasi sicuramente deve essere stato realizzato nella cerchia di personalità vicine a Francesco di Giorgio Martini (1439-1501), in quanto l’autore realizzò negli stessi anni un volume – Opusculum de Architectura – che presenta notevoli somiglianze con il Codice Santini, che lo avrebbe quindi anticipato di poco.
Altri studiosi, invece, suggeriscono l’ipotesi contraria, ovvero che il Codice sarebbe stato scritto attingendo dall’Opusculum de Architectura, che gli sarebbe dunque successivo. In questo scenario, un autore probabile del libro potrebbe essere Giovanni Battista Comandino, che lo avrebbe redatto tra il 1525 e il 1530. Abbiamo invece la certezza che l’ingresso del Codice Santini nella collezione dei duchi di Urbino è posteriore al 1498, in quanto non risulta registrato nel primo inventario della biblioteca. Mentre compare nell’ultimo inventario redatto nel 1632.
All’esterno il manoscritto su pergamena si presenta in ottime condizioni, con una levigatura in pelle coeva su assi di legno, ricche di decori a secco. Al suo interno troviamo 68 carte numerate da mano antica dalla 1 alla 68, fatta eccezione per due carte non numerate. I disegni che ne costituiscono il contenuto sono disposti su 136 pagine e raffigurano macchine a uso perlopiù civile e qualcuna a uso bellico.
Precisi, ma anche suggestivi e artisticamente interessanti, tra i disegni notiamo i modelli di sistemi per spostare e sollevare pesi e monumenti, piantare pali, argani, cremagliere, gru, colonne, battipali; ma anche progetti per pompe idrauliche, mulini, pozze, fontane, sifoni, pestatoi; macchine e strumenti per l’assedio e la difesa militare come carri, anfibi, arieti, baliste, catapulte, ponti mobili, cannoni, scale, pali, barriere di chiusura dei porti; e ancora carri da trasporto e da lavoro; sofisticati sistemi di attraversamento/sbarramento di corsi d’acqua, così come navi, barche e ponti mobili; infine strumenti e utensili vari, dalle pinze ai trapani, dalle capriate alle mensole, fino anche a un orologio-sveglia.
Affinché questo capolavoro, sostanzialmente unico sul mercato, possa venire fruito da più appassionati possibili, non possiamo che auspicarci che finisca nelle mani di un benefattore che possa garantirne la tutela. Magari destinandolo a un’istituzione museale italiana.