Gerhard Richter l’aveva dipinto quando era uno studente all’Università di Belle Arti di Dresda, poi per 45 è stato dimenticato dopo essere stato ridipinto. Ora un murale giovanile del pittore torna finalmente in esposizione.
Era il 1956 e nessuno, forse nemmeno Gerhard Richter, pensava che quel ragazzo che dipingeva sul muro dell’atrio del German Hygiene Museum di Dresda sarebbe diventato uno degli artisti più importanti della scena mondiale. Eppure, così è stato. Tanto che il Museo, nel 1994, aveva saggiamente scelto di tornare sui suoi passi e recuperare l’opera muraria che il pittore aveva realizzato e successivamente era stata ricoperta.
Peccato che nel frattempo, come detto, Richter era maturato, aveva cambiato genere e stile, si era allontanato totalmente dai suoi esordi tanto da non accettare più che circolassero. Celebre, per esempio, il falò nel cortile dell’Accademia d’arte di Düsseldorf in cui nel 1961 distrusse molti sei suoi primi dipinti, subito dopo essere fuggito dalla Germania dell’Est. Oppure, è altrettanto significativo che il suo catalogo online riporti come prima opera Table, realizzata nel 1962. Non sorprende, dunque, che trent’anni fa Richter non abbia concesso al German Hygiene Museum di recuperare la sua opera.
Ma il tempo cancella tutto, ferite e vergogne. Così, quando nel 2022 il Museo fece un altro tentativo, il pittore questa volta accettò di procedere con il restauro dell’opera, che ora si sta concludendo. La seconda inaugurazione di Lebensfreude è infatti fissata per ottobre 2024. Lebensfreude ovvero Gioia di vivere raffigura un gruppo di persone intente a vivere momenti di serenità quotidiana. In particolare, la porzione di murale recuperata si concentra su una famiglia di tre persone che si diverte in spiaggia. L’idea, gradualmente, è di recuperare anche altre sezioni. Nel frattempo, dal 9 marzo, una parete di plexiglass consentirà ai visitatori di iniziare a sbirciare l’opera, mentre i restauratori ne perfezionano la pulitura.
L’iniziativa va così a suturare un dissidio nato tra Richter, il Museo e l’intera Germania dell’Est, che ebbe origini per ragioni più politiche che artistiche. Secondo il pittore, infatti, l’intera genesi dell’opera avrebbe avuto una finalità quasi propagandistica, volta a esprimere l’ideologia di una società socialista gioiosa, liberata dal fascismo. Che se in parte aveva un fondo di verità, dall’altra limitava l’arte ad allinearsi alla visione del regime comunista della Germania dell’Est. Tanto che, come già anticipato, nel 1961 fuggì dal Paese. Elemento che non può essere tralasciato quando si prova ad ipotizzare le ragioni che nel 1979 hanno portato alla copertura di Lebensfreude.
Ma, di nuovo, il tempo cancella tutto, ferite e vergogne. Il German Hygiene Museum è tornato sui suoi passi, riconoscendo il valore dell’opera di Richter e lo sguardo che può dare su un momento storico distante ma non lontano. E anche il pittore, a 92 anni, può forse accettare di non essere sempre stato l’artista maturo che oggi conosciamo, e di poter mettere a disposizione – del Museo e dei visitatori – un’opera in più della sua larga e sfaccettata produzione.