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Giuditta decapita Oloferne: il significato del capolavoro di Artemisia Gentileschi

Giuditta decapita Oloferne: il significato del capolavoro di Artemisia Gentileschi
Giuditta decapita Oloferne: il significato del capolavoro di Artemisia Gentileschi

“Le donne son venute in eccellenza di ciascun arte ov’hanno posto cura”, cosi Ludovico Ariosto nell’Orlando Furioso narrava del talento femminile, il cui vertice nella storia dell’arte è toccato da Artemisia Gentileschi. La ricerca dell’artista seicentesca attraverso la pittura era volta a rappresentare drammaticamente i moti dell’animo umano cercando dunque di esprimere le reazioni psicologiche dei personaggi nella loro più cruda violenza. Nel suo più celebre dipinto Artemisia affronta il tema biblico “Giuditta che decapita Oloferne” in una chiave inedita. Dell’opera ne esistono due versioni; la prima custodita a Napoli (1612/1613) e la seconda del 1620, commissionata da Cosimo II de’ Medici e ora alla Galleria Degli Uffizi. L’opera olio su tela, caratterizzata da forti contrasti chiaro scuro /luci ombre è un evidente richiamo a un’opera di Caravaggio, tanto che fino al 1916 gli fu attribuita, fino all’intervento di Roberto Longhi che ne ha ripristinato la titolarità. L’immagine rappresenta la giovane, bella, eroica Giuditta che con l’aiuto della sua ancella Abra, uccide il generale Oloferne che occupava la città di Betulia. Artemisia ferma sulla tela il momento drammatico della decapitazione e lo sforzo fisico e violento dell’atto. Lo spazio è determinato dalle tre figure illuminate, l’ancella lotta per tenere le braccia al generale ubriaco, disteso sul letto che tenta invano di sfuggire al suo destino, mentre Giuditta con una spada ornata lo trafigge.

Giuditta si trova in piedi con un abito scollato color giallo damasco, ricco di ornamenti e gioielli pendenti, i capelli intrecciati raccolti in un’acconciatura e con un ‘espressione di soddisfazione e fatica per lo sforzo compiuto. Il movimento del braccio destro di Giuditta è messo a luce e risalta l’azione che la donna sta compiendo per la decapitazione, accanto a lei l’ancella coetanea, vestita con un abito blu senza ricami o pizzi che sottolinea il divario sociale tra le donne. L’uomo che giace sul letto ornato da una coperta di velluto rosso è rappresentato con lo sguardo nel vuoto e con la bocca semi aperta mentre sta per emettere il suo ultimo respiro. Invano tenta di liberarsi afferrando il colletto di Abra anche se il coltello ha già trafitto il suo corpo e il sangue scende copioso sul letto. La scena è cruenta, enfatizzata dal forte contrasto tra il sangue che cola dal collo di Oloferne e il biancore delle lenzuola del letto sul quale è steso il suo corpo morente. Lo sfondo scuro, profondo e misterioso rende ancora più centrale e coinvolgente la scena del macabro avvenimento.

Giuditta decapita Oloferne: il significato del capolavoro di Artemisia Gentileschi

La pittrice pone forte attenzione sullo sforzo fisico di Giuditta per decapitare l’uomo e sulla violenza della donna e della sua ancella. L’importante novità del dipinto è la rappresentazione del momento della decapitazione, dall’atteggiamento dell’eroina e dalla complicità / solidità del rapporto con la sua ancella. Abra ha infatti un ruolo attivo, è partecipe del delitto e aiuta l’eroina nell’impresa in un trionfo di coesione e complicità. Il dipinto e il rapporto tra l’eroina e l’ancella sono un’esplicito/chiaro riferimento alla storia personale dell’autrice, in particolare al processo del 1612 dove Artemisia accusò il pittore Agostino Tassi di violenza e l’amica serva Tuzia di non esserle andata in soccorso e addirittura di falsa testimonianza. Artemisia quindi in un processo psicologico sembra quasi capovolgere la sua esperienza personale sulla tela/dipinto.

Perché le tematiche di questo quadro risultano quindi cosi attuali e riescono a suscitare a far vivere in noi (osservatori) emozioni forti e contrasti mai sopite? Perché ci stupisce la solidità del rapporto tra le donne? E persino l’audacia di Giuditta eroina? Il quadro è emblema di diverse tematiche riprese dai movimenti e pensieri di fine anni ’70 del novecento. Artemisia rappresenta una tra le prime artiste donne in un in un mondo tutto maschile, simbolo di un’anima indipendente e decisa nell’affermarsi. Infatti la donna vittima di sopruso e violenza è costretta in un’aula di tribunale a difendersi dalle accuse e dai giudizi sui suoi atteggiamenti libertini. Artemisia denuncia inoltre la poca coesione femminile, evidente nel suo processo da parte di Tuzia e l’incapacità della società di difendere la sua virtù ed esaltare il suo innato talento, probabilmente motivo di invidia, gelosia, vendetta. L’osservatore guardando l’opera può cogliere il talento di un’artista donna, che solo secoli dopo verrà riconosciuto e celebrato. La coscienza generale è quindi sensibilizzata su un aspetto fondamentale: la scarsa attenzione verso la condizione femminile che ancora incredibilmente è presente in molti parti della nostra società. Giuditta diventa eroina contemporanea, che con estrema determinazione è in grado di raggiungere i propri scopi e obbiettivi.

Giuditta decapita Oloferne: il significato del capolavoro di Artemisia Gentileschi

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