Print Friendly and PDF

Intervista con Wael Shawky, il cantastorie dell’Egitto

Wael Shawky intervistato da ArtsLife Wael Shawky intervistato da ArtsLife
Wael Shawky intervistato da ArtsLife
Wael Shawky intervistato da ArtsLife

Nel padiglione egiziano ai Giardini della Biennale d’Arte di Venezia Wael Shawky racconta una favola multimediale al rallenty

Nel padiglione egiziano ai Giardini della Biennale d’Arte di Venezia Wael Shawky si presenta con Drama 1882, un musical filmato ispirato alla rivolta del Colonnello Urabi contro il dominio imperiale inglese (Egitto 1882). In passato, Shawky ha sperimentato con l’uso di marionette (come in Cabaret Crusades, 2010-2013) e con attori bambini in pellicole negative (come in Al Araba El Madfuna, 2012). Tuttavia, in questa nuova opera, rivoluziona il suo approccio optando per attori umani. Il film sembra più un quadro in movimento, dove performer e colonna sonora sono parte integrante della composizione. La finzione presentata, paradossalmente, mentre intrattiene lo spettatore ne causa anche l’incredulità, instillando il dubbio sulla veridicità degli eventi come riportati nei libri di storia.

“Il progetto per questo padiglione è nato circa sei mesi fa”, racconta Shawky, “quando sono stato ufficialmente invitato a rappresentare l’Egitto alla Biennale 2024. Per me era importante rappresentare qualcosa di significativo nella storia dell’Egitto, parlare della colonizzazione inglese in rapporto ai fatti d’attualità. Mi ha sempre affascinato l’idea di circoscrivere momenti particolari della storia e leggerli da un punto di vista diverso. In questo caso ho scelto il momento immediatamente precedente all’occupazione inglese dell’Egitto, iniziata nel 1882, e il pretesto narrativo con cui l’Inghilterra ha giustificato 70 anni di colonialismo“.

Realtà storica

Il film al centro del padiglione è accompagnato da vetrine, sculture, quadri, disegni e specchi a rilievo realizzati a Murano. A Venezia l’artista ha anche in corso I Am Hymns of the New Temples a Palazzo Grimani, in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei. Un progetto espositivo concepito come un dialogo in cui le opere contemporanee si confrontano con le opere archeologiche. Shawky, nato ad Alessandria, si è formato tra l’Egitto e gli Stati Uniti. E ha concentrato la sua ricerca artistica sulla lettura della realtà storica attraverso la cultura e la tradizione mediorientali.

Importanti mostre personali sono state dedicate all’artista da musei e istituzioni internazionali tra cui l’ARoS Museum, Danimarca; Castello di Rivoli e Fondazione Merz, Torino; Kunsthalle Bregenz, Austria; Italia; MoMA PS1, New York; Tate Modern, Londra; Louvre Abu Dhabi; Sharjah Art Foundation. Scoprite in questa intervista cosa ha da dire Wael Shawky sul suo intervento alla Biennale di Venezia 2024.

Commenta con Facebook