Un Ecce Homo inizialmente attribuito a un allievo di Caravaggio dal 2021 è sotto analisi e restauro degli esperti, che hanno constatato la paternità del maestro barocco. Ora i tempi sono maturi per la sua esposizione: al Prado di Madrid, dal 27 maggio fino a fine ottobre 2024.
Tre anni fa stava per essere venduto all’asta per appena 1600 dollari, ora il Museo del Prado di Madrid ne annuncia l’esposizione. Questo perché, dal 2021 ad oggi, lo status di quell’Ecce Homo è cambiato drasticamente, grazie a una riattribuzione che ha deviato il corso della sua storia.
Secondo gli esperti, il dipinto non sarebbe opera, come si credeva, di José de Ribera, allievo di Caravaggio, ma di Michelangelo Merisi stesso. Un passaggio che aumenta il valore artistico della tela, ora una delle 60 opere esistenti attribuite al pittore barocco. Un capolavoro scomparso, salvato e ora riproposto al pubblico.
Merito delle autorità spagnole, che nell’aprile del 2021 ci avevano visto giusto ponendo un divieto di esportazione per il dipinto in seguito alla segnalazione del Prado, che tramite i suoi esperti aveva evidenziato il possibile risvolto attributivo. Acquistata da un collezionista britannico, l’opera è dunque rimasta in Spagna e affidata alla custodia della Galleria d’arte Colnaghi di Madrid, dove è stata restaurata dallo specialista Andrea Cipriani sotto la supervisione di esperti della Giunta regionale della capitale spagnola.
Ora i tempi sembrano maturi per la sua esposizione, in programma dal 27 maggio alla fine di ottobre 2024, dove per nove mesi l’opera avrà una stanza tutta per sé, la 8A. Ecce Homo (realizzato intorno al 1605-09) raffigura Gesù Cristo che si mostra al popolo poco prima della sua crocifissione. Presente, anche se non accentuato, il chiaroscuro tipico del pittore, segno inconfondibile della sua mano.
Nella felicità generale per aver ritrovato l’opera, un velo di mistero comunque rimane: come è possibile che un Caravaggio sia rimasto appeso alle pareti di un appartamento del quartiere di Salamanca, Madrid, senza che nessuno si accorgesse del suo valore? Probabilmente nessuno di abbastanza informato aveva visitato la casa dei Pérez de Castro Méndez, eredi di Evaristo Pérez de Castro, politico e collezionista vissuto fra Sette e Ottocento.
Sarebbe stato lui, nel 1823, a entrare in possesso della tela scambiandola con la Real Accademia di Belle Arti di San Fernando per un Giovan Battista di Alonso Cano, pittore barocco spagnolo. Volendo procedere ancora più indietro, le informazioni si diradano. Forse alla fine del Settecento l’Ecce Homo era di proprietà di Manuel Godoy, ministro di re Carlo IV, i cui beni eredita proprio la Real Accademia.
Al di là delle congetture e delle perplessità che spesso emergono dopo questi clamorosi ritrovamenti, sarà interessante vedere la traiettoria che il dipinto prenderà. Dopo la prima e importante esposizione del Prado, sorgono già le ipotesi sulle esposizioni che a cui prenderà parte. Da cerchiare in rosso, soprattutto per il pubblico italiano, la prossima grande mostra su Caravaggio in programma a Palazzo Barberini di Roma, nell’anno del Giubileo.