Dopo Roberto Bolle, il Nervi Music Ballett Festival 2024 come secondo appuntamento ai parchi ha proposto SeR, lo spettacolo del danzatore madrileno Sergio Bernal, che in un gioco di parole ha voluto riaccende la fiamma del flamenco nel cuore dei genovesi.
Una serata all’insegna del mal tempo che però ha salvato pubblico ed artisti dalla pioggia. Il programma comprendeva 11 brani danzati alcuni dei quali anche suonati e cantati dal vivo, spaziando dal flamenco puro a quello contaminato dalla contemporaneità , non facendo però mancare la danza classica di cui Bernal è un eccellente esecutore. Il pubblico del Festival, che aveva già avuto modo di scoprire Bernal come interprete e coreografo la scorsa estate, domenica 30 giugno ha potuto così nuovamente ammirarne questo suo nuovo “autoritratto”.
Bernal è stato praticamente sempre in scena, pieno di energia fino all’ultimo brano, esibendosi da solo o coi colleghi Cristina Cazorla, la bailaora spagnola per eccellenza, Carlos Romero (Ballet Nacional de España) e Ana Sophia Scheller (già con il San Francisco Ballet e il Balletto Nazionale dell’Ucraina). Senza dubbio le musiche dal vivo dell’Orquesta Cruz Diez (ovvero il cantante Antón, la cantaora Paz de Manuel, Daniel Jurado alla chitarra e Javier Valdunciel alle percussioni), hanno impreziosito il tutto.
Ad aprire la serata è stato Obertura un assolo del ballerino, invigorito dalle percussioni; a seguire il brano che dà il titolo allo spettacolo, SeR ,creato a quattro mani con Ricardo Cue, che co-dirige la Sergio Bernal Dance Company. Qui Bernal è affiancato da Romero e Cazorla, perfetti tutti e tre nei passi in una coreografia dal sapore del pop americano in cui irrompe anche una canzone di Beyoncé.
Intimista il colore dell’assolo Jealous in cui sul palco dominavano solo lui e il pianoforte suoato da Anton (anche alla voce). A seguire Griega, splendido brano in cui si è rapiti dalla voce di Paz De Manuel e dove la forma si incrina all’irruenza del contemporaneo. Splendido duetto quello di Racheo in cui si leggono influenze delle coreografie hollywoodiane stile Fred Astaire e Gene Kelly. Appassionato invece il passo a due Spring, sulla Primavera di Vivaldi “recomposed” da Richter. Anche qui la coreografia è di Bernal ed è assolutamente consona al tema della primavera , quel momento della vita in cui l’energia e l’entusiasmo fanno credere in una vita piena di gioia ed amore. Con la bravissima Ana Sophia Scheller, Bernal duetta anche in I Will not Forget You, un’altra sua creazione sempre su musiche di Richter.
È invece l’estate secondo Vivaldi-Richter la pagina su cui è stata creato Summer Two, assolo creato e interpretato da Carlos Romero, danzatore dalla tecnica pulita, qui in veste anche di coreografo. Si è proseguito poi con un assolo di flamenco puro, Solea X Bulerias di José Manuel Álvarez, a cui Bernal ha chiesto di creare una coreografia del tipico canto Solea por Bulerias. Brano tra i più belli ed intensi della serata che rispecchia tutto l’amore e passione che il danzatore ha dedicato al flamenco, uno stile che come lui stesso afferma “amplifica le emozioni e permette di conoscere di se stessi ciò che ancora si ignora”.
Anche quest’anno non è mancato El Cisne, la coreografia che Ricardo Cue ha costruito proprio su Bernal, un brano che colpisce sempre ovunque venga rappresentato , in cui il danzatore mostra il corpo nudo(indossa solo uno slip) come una statua greca e il cui virtuosismo- come afferma il danzatore- sta soprattutto nella parte spirituale.
A chiudere la serata A Bailar, pirotecnico e scintillante passo a quattro la cui energia è ispirata da William Forsythe, coreografo star del balletto post-classico che ha sempre voluto incoraggiare una danza che rendesse visibile l’esperienza che il corpo, nel suo complesso, ha di sé. In scena c’erano tutti, ballerini, cantanti e musicisti che hanno simpaticamente invogliato il pubblico a battere il tempo con loro.