Il mercato dell’arte mondiale, al giro di boa dell’anno d’aste 2024, ci restituisce un’impressione di moderato ottimismo per il suo stato di salute. Trasversalmente, operando dovute proporzioni tra le dimensioni delle maison, si è riscontrata una tenacia costante nel proseguire sul solco di un eccezionale 2022 e un resiliente 2023, pur senza raggiungere i picchi, obiettivamente troppo elevati, toccati nei mesi post Covid. Se comparti storici, come quello old masters, sta fisiologicamente stillando sempre meno aggiudicazioni clamorose, nuovi dipartimenti legati al mondo del lusso (orologi e gioielli su tutti) portano nuova linfa a un sistema che non può fare a meno di migliorarsi costantemente, o almeno tenersi in pari con quanto fatto in precedenza. Se in molti segnalano l’instabilità politica globale come fattore sfiduciante per i collezionisti, parallelamente sembra emergere la necessità di investire in arte come bene rifugio, un asset le cui oscillazioni dipendono da criteri – come quello estetico, per esempio – che esulano dalle dinamiche economiche classiche a cui altri acquisti sono legati.
Vediamo nel dettaglio come sono andate le singole realtà. Ecco in sintesi il primo semestre 2024 di Capitolium Art, attraverso le parole della casa d’aste stessa.
Qual è stato il fatturato del primo semestre 2024?
8.339.975,83 euro a fronte di 30 aste battute tra gennaio e giugno.
Il confronto tra le 30 aste battute da Capitolium Art nel corso del primo semestre 2024 e le 21 esitate nello stesso periodo del 2023 rivela con chiarezza la strategia scelta per affrontare l’attuale stagione del mercato internazionale: più aste con meno lotti ma di fascia qualitativa più elevata. La concentrazione della ricchezza nelle mani di potenti minoranze è uno dei pochi dati certi dell’intricata congiuntura economica del nostro tempo, sarebbe sciocco non tenerne conto. Oggi la potenzialità di crescita di una casa d’aste è a nostro parere testata dalla sua capacità di affermarsi all’interno del mercato del lusso, proponendo una selezione merceologica idonea a suscitare l’interesse dei suoi migliori consumatori. Segnalo come episodio particolarmente significativo del percorso intrapreso da Capitolium in questa direzione l’asta di Arte Moderna e Contemporanea battuta lo scorso 25 giugno: solo 38 opere di alta gamma, quasi tutte vendute. Escono non casualmente da qui le più importanti aggiudicazioni del semestre, quasi tutte protagoniste di gare vinte da clienti italiani.
È proprio così, in un momento in cui tutti parlano di internazionalizzazione del mercato delle aste, un fenomeno ovviamente innegabile, Capitolium vende agli italiani top lots che un tempo sarebbero andati all’estero. Non sto parlando di persone fisiche, ma di aziende italiane che evidentemente marginano molto bene e decidono di investire parte degli utili in beni al di fuori del loro core business.
Confesso che l’attività di dialogo con questo tipo di clientela e la sua fidelizzazione ci appassiona più della prospettiva della dispersione di energie nell’immenso e anonimo mercato internazionale. In questo senso va letta anche l’attività di avvicinamento al mondo degli archivi e delle fondazioni che io e i miei fratelli, Giorgio e Mariateresa Rusconi, consideriamo una delle chiavi di riconoscimento dell’approccio di Capitolium al mercato dell’arte. Il 2024 ci vede sempre più impegnati in iniziative volte al superamento della narrazione che vuole archivi e fondazioni al lavoro per la tutela e valorizzazione degli artisti e case d’asta che ne sviliscono il mercato. In verità si può, anzi, si deve lavorare insieme sulla base del presupposto che l’incontro con il mercato è storicamente un fattore di massimo rilievo ai fini della valorizzazione di un’artista. Esiste un luogo fisico che è diventato l’emblema del nostro percorso di avvicinamento alle istituzioni impegnate nella promozione degli artisti, si chiama Capitolium Art Gallery ed è lo spazio romano in cui, in collaborazione con archivi, fondazioni, eredi di artisti e importanti collezionisti, organizziamo mostre e iniziative no profit unicamente indirizzate a promuovere la conoscenza dell’arte.
Quali sono stati i tre top lot?
Le prime tre aggiudicazioni del semestre escono tutte dall’asta di arte moderna battuta lo scorso 25 giugno, un’asta in cui, mettendo all’incanto solo 38 lotti, abbiamo raccolto un fatturato di 1.577.400 euro. I risultati migliori sono stati realizzati nell’ordine da un cellotex di Burri del 1979 venduto a 258.300 euro, da un olio di Ligabue del 1956 che ha realizzato 189.000 euro e dall’Azione con cerchio dipinta da Carla Accardi nel 2006 aggiudicata a 105.840 euro diritti compresi.
Altamente indicativa delle attuali tendenze di mercato, considero però anche la presenza, tra le prime cinque vendite del semestre, di un mobile antico, cioè di un oggetto appartenente a un settore da qualche anno in grande crisi, ma che, ove riesca ad allinearsi a quegli standard di qualità eccezionale oggi premiati dal grande collezionismo internazionale, può aspirare ad aggiudicazioni di rilievo. Rilevante è stato infatti il prezzo di 95.760 euro spuntato da un cassettone veneziano del ‘700 a ribalta con alzata che era uno degli highlights dell’asta di arte antica battuta tra 11 e 12 giugno. Come si vede, di fronte a un pezzo di rilevanza museale non c’è crisi che tenga.
Quali sono le aspettative per il secondo semestre 2024?
Contiamo di raccogliere i frutti del potenziamento della struttura aziendale su cui ci siamo concentrati nella prima parte dell’anno. L’utile accumulato nel 2023, un anno ricco per Capitolium, è stato totalmente reinvestito sia in cospicui interventi di aggiornamento del sistema di Information Technology che in risorse umane. La squadra di Capitolium Art si presenta alla sfida con il secondo semestre considerevolmente allargata grazie all’acquisto di nuovi elementi in tutti i settori: esperti, personale tecnico e amministrativo. In crescita anche la rete di agenti commerciali destinati al reperimento dei lotti.
Segnalo, dopo la breve pausa delle ferie di agosto, un’asta di grafica moderna in cui proporremo pezzi di particolare rilievo collezionistico. Tra gli highlights, una serie di incisioni di Giorgio Morandi di cui abbiamo voluto sottolineare il valore presentandole con l’autenticazione dell’Archivio dell’artista. Nelle aste a seguire avremo in catalogo anche un importante lavoro realizzato nel 1973 da Gordon Matta-Clark. Di grande interesse anche le aste in preparazione presso il dipartimento di Arte antica e del XIX secolo guidato da mio fratello, Giorgio Rusconi e presso il dipartimento di Gioielli guidato da Luca Mantovano.