Joseph Beuys protagonista da Sotheby’s Paris con una vendita interamente dedicata a lui, in particolare alle opere provenienti dalla collezione personale di Jörg Schellmann. Appuntamento per il 17 ottobre 2024.
Una trentina di opere tra installazioni, sculture, fotografie, disegni e alcuni multipli raccontano dell’eterogenea e profonda attività artistica di Joseph Boys. E soprattutto la mettono a disposizione dei collezionisti disposti a investire, a seconda del lotto, un valore stimato tra i 10 e i 200 mila euro.
A venderli, tramite Sotheby’s, il designer e collezionista Jörg Schellmann, che ha collaborato strettamente con Joseph Beuys alla creazione di oggetti, litografie e stampe fotografiche. Più che per altri artisti contemporanei, questa parte del lavoro di Joseph Beuys è essenziale, in quanto ha trasportato la sua poetica, fatta principalmente di performance e installazioni, in una dimensione più a misura di pubblico. Di certo, almeno, quando si tratta di essere venduta.
Al centro della ricerca dell’artista tedesco – al centro oggi di una mostra alla Nationalgalerie di Berlino e presto di un appuntamento al The Broad di Los Angeles – ci sono elementi come la natura, l’ambiente, la società contemporanea, il linguaggio, la politica, l’arte, con la sua potenzialità e i suoi limiti. In particolare, Beuys era convinto che tutto sia arte, che ogni aspetto della vita può essere affrontato in modo creativo e che quindi ognuno ha il potenziale per essere un artista. In molte delle sue opere, dunque, egli rivendicava il ruolo di guida nell’attivazione della coscienza politica e nello stimolo del cambiamento sociale.
Istanze che Beuys ha trasportato anche in formato minore, trasportabili e, sopratutto, vendibile. Valore fondamentale in questa sede. In asta dunque due oggetti Fluxus che compaiono nella vetrina Requiem of Art (1973) o i tre vasi di miele con pinze di rame (1977). Troviamo anche pezzi realizzati in feltro, il materiale preferito di Beuys, insieme a rame, miele, sangue e grasso.
Tutti elementi che fanno riferimento all’incidente aereo che l’artista Joseph Beuys visse durante la seconda guerra mondiale. Disperso in seguito alla caduta, riuscì a scaldarsi solo con la lana e il grasso. Di conseguenza, questi materiali hanno assunto un significato esistenziale per lui, che li ha elevati a fulcro delle sue opere.