Torino celebra Cleopatra in una grande mostra, “La donna, la regina, il mito” (Galleria Sabauda/Spazio Scoperte, sino al 23 marzo 2025), in occasione delle celebrazioni dei trecento anni del Museo di Antichità (1724-2024).
Un viaggio millenario nella storia e nel mito, accompagnato da 70 opere tra sculture, dipinti, libri, manufatti, documenti cinematografici. Un percorso nella vita della regina d’Egitto attraverso diverse tappe, dalla nascita agli incontri e scontri con Roma, dagli amori con due importanti generali romani, Cesare e Marco Antonio, alle sfide politiche, sino alla morte e alla nascita del mito. Un mito che passa i secoli e arriva sino al teatro, al cinema, alla pop art.Sei le sezioni a tema: (Cleopatra e il suo tempo; Incontri e scontri; La regina che sfidò Roma; Dall’identificazione con Iside alla nascita del mito; Cleopatra nell’arte occidentale; Nella letteratura dall’antichità al teatro elisabettiano).
Cleopatra VII Filopatore, donna forte e dinamica, nata ad Alessandria d’Egitto nel 69-70 a.C. dall’ultimo faraone Tolomeo XII Aulete e da madre sconosciuta, appartiene alla dinastia dei Tolomeie vive in un paese ellenizzato dopo l’influenza, dal IV secolo a.C., di Alessandro Magno. Mantiene tuttavia antiche tradizioni come il matrimonio (solo ufficiale) tra fratelli, anche molto più piccoli di lei, contro i quali però lotta per il potere. Colta, istruita, giunge diciottenne al regno nel 51 a. C. e vi rimane sino al 30 a. C. quando si dà la morte, sconfitta da Ottaviano presso Azio in Grecia nel 31 a. C.
L’Egitto era un paese all’avanguardia nella cultura con la grande Biblioteca di Alessandria e molto ricco per la produzione di grano e spezie. Una terra ambita dai romani. L’intento di Cleopatra era di arricchire ed espandere il suo regno con tutti i mezzi, eserciti, centinaia di navi, diplomazia, relazioni. Lei stessa va in battaglia percorrendo il Mediterraneo, una vera eccezione che anticipa e batte le eroine femministe del futuro. E soprattutto esercita un fascino straordinario per bellezza, personalità, forza, come raccontano storici antichi. Tra le prime “vittime” del suo carisma Giulio Cesare e Marco Antonio.Con loro Cleopatra ha intense relazioni, e figli.Con Cesare, mette al mondo Tolomeo XV detto Cesarione, con Marco Antonio due gemelli, Alessandro Helios e Cleopatra Selene, e un terzo figlio, Tolomeo Filadelfo.
Amori e passioni basate anche su interessi reciproci: Cleopatra mirava a rafforzare il suo regno con l’aiuto dei generali romani e loro ad appropriarsi dell’Egitto. A rappresentare questi personaggi in mostra ci sono sculture e monete, tra cui una Testa di giovane donna detta Cleopatra VII, un Ritratto di Giulio Cesare, entrambi della prima metà del I secolo a. C., provenienti dal Museo di Antichità di Torino. A creare il clima, una serie di oggetti, urne, unguentari, statuette di divinità anche di epoca successiva.
La vita di questa donna guerriera, libera, anticonvenzionale si interrompe non ancora quarantenne col suicidio nel 30 a. C.Ilmotivo? Il timore di perdere la libertà, prigioniera dell’imperatore romano Ottaviano, dopo la sconfitta ad Azio.Si uccide, con due ancelle, nel suo palazzo di Alessandria, facendosi mordere da un aspide velenoso, come racconta Plutarco. Molte le versioni, una più misteriosa dell’altra.Fatti che contribuiscono a creare il mito di Cleopatra, voluto da lei stessa in vita che si identificava con Iside, dea della fertilità, maternità, magia. Il mito di una donna forte e indipendente, sensuale e decisa, capace di sfidare Roma con la sua politica ma anche col suo fascino e bellezza, cui nessuno sa resistere.
Dopo la morte sono gli autori latini e greci del I-II sec. d. C. a tramandare storia e leggenda. Orazio, in una celebre ode (Carmina I, 37), sottolinea il coraggio di Cleopatra nel volere morire libera. Il greco Plutarco nelle Vite parallelela definisce intelligente e manipolatrice. Svetonio nella Vita di Cesare la ricorda come la più grande passione del condottiero. Dante, la inserisce tra i lussuriosi (Inferno, canto V, v. 63). Boccaccio nel De mulieribusclaris la dice bella, avida, crudele e lasciva. Shakespeare nella tragedia Antonio e Cleopatra (1606-1607) la studia a fondo, tra eros e audacia.
Nel Rinascimento gli artisti sono attratti dal momento tragico della morte, intorno a cui si sviluppa un’iconografia erotica. Marco Antonio Raimondi in un’incisione del 1500-1535 ritrae Cleopatra nuda con il serpente che le avvinghia le braccia. Particolarmente suggestivi i dipinti di Guido Cagnacci (Morte di Cleopatra del 1660-1662, Pinacoteca di Brera), di Giovanni Giacomo Sementi (Morte di Cleopatra, 1625-1626, Galleria Sabauda). Altri artisti nei secoli successivi trattano diversi episodi della vita, mentre banchetta col suo seguito o consulta maghe. Sino al Novecento, quando è il cinema a presentare una Cleopatra fatale epassionale, interpretata da grandi attrici come Elisabeth Taylor, Sofia Loren, Monica Bellucci.
Ma era davvero così bella la Cleopatra vera? Anche qui pareri contrastanti. Lo storico Cassio Dione ne è certo. Plutarco un po’ meno, pur riconoscendola seduttrice e affascinante. Certo molto curata, a dire delle spezie e unguenti che arrivavano ogni giorno dalla Grecia per fare bello il suo corpo. Le monete però, restituiscono un profilo arcigno, naso aquilino, mento prominente. Era quello il suo volto? Chissà.
La mostra: Cleopatra. La donna, la regina, il mito
Torino, Musei Reali, Galleria Sabauda, Spazio Scoperte, 23 novembre 2024-23 marzo 2025. A cura di Anna Maria Bava ed Elisa Panero. Catalogo Sagep Editore.
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