Print Friendly and PDF

Tra cinema e pittura: l’occhio sperimentale di Schifano da Farsettiarte a Cortina

Mario Schifano, Banca popolare, 1987, smalto e acrilico su tela, cm 170x160
Mario Schifano, Banca popolare, 1987, smalto e acrilico su tela, cm 170×160
Artista eccentrico, poliedrico ed esageratamente passionale. Pittore – ma soprattutto uomo – profondamente innamorato della musica, del cinema e della vita in ogni sua forma. O meglio, in ogni sua graffiante sfumatura.
Perché questo era ed è Mario Schifano, e la mostra ospitata da Farsettiarte a Cortina – dal titolo Tra cinema e pittura: l’occhio sperimentale di Mario Schifano e visitabile dal 21 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025 – proprio il lui “uomo” e il lui “pittore” intende celebrare. Quel Pittore Puma – definito così da Goffredo Parise per l’insospettabile, nitida e misteriosa impronta che non si pensava avrebbe potuto lasciare dietro di sé – che invece ha delineato il profilo di uno degli artisti tra i più importanti sulla scena nazionale ed internazionale degli anni sessanta.

La sua fama infatti lo precedette negli Stati Uniti ove entrò in contatto con Andy Warhol e la mitica Factory, esponendo anche le sue opere alla celebre mostra New Realists nel 1963 presso la Sidney Janis Gallery, fianco a fianco ai maestri del Nouveau Réalisme come Christo, Yves Klein e Mimmo Rotella – suo grande amico. La stima reciproca con Warhol fu tale che quest’ultimo dichiarò che, potendo rinascere, avrebbe scelto di essere Mario Schifano. 

Mario Schifano, Senza titolo, 1974-78, smalto su tela emulsionata e perspex, cm 80×115

Annoverato dunque tra i pionieri dell’arte moderna e contemporanea in Italia, Schifano non si limitò a seguire i codici della Pop Art, ma – rielaborandoli – li trasformò in un linguaggio unico. Emblematica infatti è la serie dei Paesaggi TV, avviata negli anni Settanta, in cui trasferiva sulla tela fotogrammi televisivi attraverso la tecnica dell’emulsione fotografica. Le prime immagini provenivano dagli Stati Uniti, con soggetti di forte impatto – come le sale di trapianto cardiaco a Houston e i laboratori della NASA – che diedero vita a opere iconiche come Pentagono, Medal of Honor ed Era Nucleare. Successivamente i temi si ampliarono, includendo le trasmissioni televisive italiane, reinterpretate con l’uso di smalti industriali dai colori vividi e trasparenti, capaci di garantire una produzione rapida e prolifica. Tra i capolavori di questo periodo spiccano VIDEO 18 e VIDEO 13, entrambi del 1971 che si potranno ammirare in mostra a Cortina.

Come si desume, la multidisciplinarità era il fulcro della poetica e dell’estetica di Schifano: pittura, fotografia, televisione e cinema si intrecciavano in una ricerca costante sull’immagine. Come ricorda Marco Meneguzzo, infatti, il maestro viveva immerso nelle immagini, nelle sua casa i televisori erano sempre accesi – senza suono – ma con un incessante flusso visivo. Tra le sue opere rare e significative figura, ad esempio, la Macchina cinematografica dipinta – anch’essa presente in mostra – che si delinea come un tributo alla sua passione per la settima arte, il cinema.

Mario Schifano, Macchina cinematografia dipinta

I suoi rapporti con la musica e il cinema furono infatti intensi e innovativi. Ad esempio, fu amico dei Rolling Stones e collaborò con Mick Jagger e Keith Richards al film Trilogia per un massacro.  Parallelamente, il suo contributo anche al cinema underground degli anni ’60 e ’70 fu notevole con opere come Satellite, Umano non umano e Trapianto, consunzione e morte di Franco Brocani che ridefinirono il linguaggio filmico, adottando uno stile crudo e sperimentale che, come i film di Warhol, sfidava ogni convenzione narrativa.

La carriera di Schifano culminò nel 1990 con Divulgare, una mostra straordinaria che inaugurò la riapertura del Palazzo delle Esposizioni di Roma. Qui, l’artista esplorò le potenzialità delle prime tecnologie digitali, unendo il subconscio alla realtà mediatica in opere monumentali che riflettevano urgenze globali come l’ambiente, la guerra e l’era delle comunicazioni satellitari. 

Mario Schifano non fu, dunque “solo” un artista, ma un uomo visionario, capace di anticipare temi e linguaggi che sarebbero diventati centrali nell’arte contemporanea. La sua eredità – vibrante e attuale – continua a ispirare e a interrogare il rapporto tra l’immagine e il tempo, facendo innamorare della vita in ogni sua forma. O meglio, in ogni sua graffiante sfumatura.

.

Tra cinema e pittura: l’occhio sperimentale di Mario Schifano
Farsettiarte, Piazza Roma, 10, 32043 Cortina d’Ampezzo BL
21 dicembre 2024 – 12 gennaio 2025
Inaugurazione 28 dicembre dalle ore 18.00
farsettiarte.com

Commenta con Facebook