
Dall’8 al 16 febbraio è in scena Modenantiquaria 2025. Nessun’altra fiera d’arte antica in Italia vanta un numero di edizioni così elevato, 38; poche ne equivalgono l’importanza, alla luce di un’autorevolezza costruita con attenzione e qualità.
A Modena è tutto pronto per l’edizione numero 38 di Modenantiquaria. Oggetti, mobili, sculture e dipinti antichi di nuovo al centro della mostra-mercato tra le più autorevoli del settore. Lo dimostra la lunga storia, lo dimostrano gli oltre 100 espositori di prima fascia, lo dimostra lo spirito culturale che supera quello commerciale. “I visitatori e i collezionisti non vengono a visitare la mostra solo per acquistare, ma anche per apprendere una tendenza del gusto espositivo da replicare nelle proprie case” – racconta Ruggero Moncada di Paternò, allestitore della fiera – “Gli antiquari si cimentano con grande passione per realizzare lo stand più bello selezionando gli oggetti più rari e significativi acquisiti e messi da parte parecchi mesi prima“.
Raffinata esposizione fieristica che quest’anno andrà in scena per la sua edizione numero 38. Il segreto di tale longevità? “Modenantiquaria è una mostra che vive con e per la città; la stessa forza e filosofia di TEFAF Maastricht o di Art Basel a Basilea” afferma Pietro Cantore, Presidente degli Antiquari Modenesi e Tesoriere dell’Associazione Antiquari d’Italia. E ovviamente la qualità e l’affidabilità delle opere proposte, di cui si fa garante la fiera, così come i nomi degli espositori partecipanti.
Tra questi eccellenze di respiro internazionali quali Maurizio Nobile Fine Art, Fondantico di Tiziana Sassoli, Robertaebasta, Carlo Orsi, Altomani & Sons, Studiolo Fine Art, Tornabuoni Arte e Cantore Galleria Antiquaria. Quest’ultima presenta in particolare la Maddalena in adorazione della croce di Luca da Reggio. Qui la figura biblica è rappresentata mentre assorta osserva un crocifisso in legno che stringe tra le mani. La richiesta per il dipinto è di 85 mila euro. Accanto ad essa la Pala Tacoli, di Giovanni Antonio Bazzi, la cui intensità rinascimentale è stimata 800 mila euro.

Di 150 mila è invece la valutazione per la Madonna con bambino di Elisabetta Sirani, proposta da Maurizio Nobile Fine Art. Qui la pittrice seicentesca lascia il viso della Vergine parzialmente in ombra, così come quella del Bambino, come a prefigurare un destino tragico. Da Fondantico di Tiziana Sassoli spicca invece un dipinto di Guercino, San Matteo e l’angelo, impastato della leggera pastosità cromatica del pittore barocco. La richiesta? 200 mila euro.
Ci riporta al Trecento Altomani & Sons, con due tavole dall’inevitabile tema religioso. La prima è La deposizione di Cristo (95 mila euro) di Paolo Veneziano, restituita in modo drammatico e tenero, con Gesù stretto tra gli abbracci e le carezze degli affetti più cari. Una visione estremamente umana, per certi versi moderna. Più austero il Trittico (130 mila euro) di Simone dei Crocefissi, che separa il Cristo dalle figure dei santi in un ordine preciso e distinto.
Lo stesso con cui sembrano presentarsi, uno dopo l’altro, i pezzi più attesi della manifestazione. Il dipinto a tema religioso di Anselmi (150 mila euro) e quello mitologico di Desubleo (200 mila euro) da Galleria Carlo Orsi, il Narciso di Vincenzo Gemito (20 mila euro) da Longari Arte Milano, il Trionfo di Davide di Pietro Rotari (160 mila euro) da Milani Antichità. Solo alcuni dei capolavori che rinnovano il piccolo grande mito di Modena come roccaforte degli old masters in Italia.
