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Il Diocesano di Milano ci porta ai confini del mondo con il fotografo Alessandro Grassani

Alessandro Grassani, Mongolia, provincia di Arkhangai © Alessandro Grassani Alessandro Grassani, Mongolia, provincia di Arkhangai © Alessandro Grassani
Alessandro Grassani, Mongolia, provincia di Arkhangai © Alessandro Grassani
Alessandro Grassani, Mongolia, provincia di Arkhangai © Alessandro Grassani

Il Museo Diocesano di Milano ci porta ai confini del mondo, laddove il fotografo Alessandro Grassani ha raccontato le storie di uomini e donne costrette, a causa del cambiamento climatico, ad abbandonare il proprio stile di vita per un futuro incerto nelle città. Dal 18 febbraio al 27 aprile 2025.

Dall’estremo freddo della Mongolia alla siccità in Kenya, fino alle inondazioni e all’innalzamento del livello del mare in Bangladesh e Haiti. La mostra Alessandro Grassani. Emergenza climatica. Un viaggio ai confini del mondo, a cura di Denis Curti, si compone di una quarantina di scatti, articolati in quattro capitoli (Mongolia, Bangladesh, Kenya, Haiti), che raccontano visivamente come i cambiamenti climatici stiano cancellando terre fertili, sommergendo villaggi e spezzando legami antichi, riscrivendo il destino di intere comunità.

Le immagini evocano un futuro prossimo in cui l’umanità lotta per trovare un luogo dove sopravvivere agli effetti del riscaldamento globale, rappresentando in modo diretto ed empatico le sorti delle persone coinvolte. Protagonisti degli scatti sono pastori, agricoltori e pescatori che appaiono stremati dalle avversità ambientali, costretti a cambiare il proprio stile di vita, spesso tramandato da generazioni, e a trasferirsi nelle città in cerca di mezzi di sussistenza alternativi, destinazioni che spesso deludono le loro aspettative, condannate a infrangersi a causa della mancanza di risorse, competenze e opportunità.

Alessandro Grassani, Mongolia, provincia di Arkhangai © Alessandro Grassani
Alessandro Grassani, Mongolia, provincia di Arkhangai © Alessandro Grassani

Grassani racconta, per esempio, la storia di Erdene Tuya, 29 anni, dalla Mongolia, la cui famiglia negli ultimi anni ha perso gran parte dei capi di allevamento a causa del freddo rigido (-50°), immortalando le carcasse degli animali e il contesto di stenti in cui sopravvivono i pastori, alla ricerca dei mezzi per potersi muovere al più presto verso climi più miti. Contesto opposto in Kenya, dove secondo l’Internal Displacement Monitoring Centre, tra il 2008 e il 2022 sono stati circa 1,7 milioni gli sfollati interni al Paese, in fuga da quell’80% di territorio keniota classificato come arido o semi-arido. Tra loro Rose Juma, 34 anni, che con il marito ha lasciato il villaggio di Amagoru per sottrarsi alle sempre più sanguinose dispute tribali per il controllo dell’acqua e delle terre fertili.

Ad Haiti, la popolazione è invece afflitta da uragani sempre più frequenti, così come dalle piogge devastanti e dalle conseguenti inondazioni, che l’assenza di alberi, dovuta a un’incessante deforestazione, ha reso ancora più pericolose. Lo sa bene Nadie Preval, 28 anni, che Grassani ha ritratto nella baracca dove vive in miseria con la figlia e il marito a Port-au-Prince. Ex contadini, hanno venduto per pochi spiccioli il terreno che possedevano nella campagna haitiana, ormai non più produttivo a causa delle condizioni climatiche avverse. Spostandoci nelle zone del Bangladesh troviamo una situazione molto simile: ogni anno oltre 300 mila bengalesi sono in fuga dalle campagne, inondate e colpite dall’innalzamento del livello del mare e dalla salinizzazione, in direzione Dhaka, capitale del Paese e tra le città in più rapida crescita al mondo, con una popolazione attuale di circa 20 milioni di abitanti.

Solo alcune delle storie drammatiche e intense che Grassani recupera dagli estremi del mondo e le riconsegna ai nostri occhi tranquilli affinché si agitino le nostre coscienze, troppo spesso impermeabili al problema ambientale, presente e pervasivo, già devastante per tanti popoli, persone a cui il mondo, letteralmente, a tolto la vita per come la conoscevano.

Alessandro Grassani, Kenya, Nairobi, baraccopoli di Kibera © Alessandro Grassani
Alessandro Grassani, Kenya, Nairobi, baraccopoli di Kibera © Alessandro Grassani
Alessandro Grassani, Bangladesh, Dhaka, baraccopoli di Kawran Bazar © Alessandro Grassani
Alessandro Grassani, Bangladesh, Dhaka, baraccopoli di Kawran Bazar © Alessandro Grassani

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