Print Friendly and PDF

Battaglia legale all’ultima pennellata di Blue Klein

Stuart Semple posava come in una storica fotografia di Yves Klein, tenendo in mano un palmo ricoperto di vernice blu Easy Klein. Foto: per gentile concessione di Stuart Semple.
Stuart Semple posava come in una storica fotografia di Yves Klein, tenendo in mano un palmo ricoperto di vernice blu Easy Klein. Courtesy: Stuart Semple.
Il 28 aprile, nel giorno in cui Yves Klein avrebbe compiuto 97 anni, il tribunale francese ha fatto un regalo postumo all’artista concettuale francese: una sentenza che condanna l’artista britannico Stuart Semple al pagamento di 16.000 euro per violazione di marchio. Il “reato”? Avere osato mettere in vendita una vernice chiamata Easy Klein – Incredibly Kleinish Blue, un blu profondo e vellutato, dichiaratamente ispirato all’iconico International Klein Blue (IKB).

Semple, noto per le sue “guerre di colori” e per la sua crociata artistica contro i monopoli cromatici, si è detto colto alla sprovvista. “Non sapevo nemmeno di essere stato citato in giudizio”, ha commentato incredulo. “Nei documenti dicono di aver provato a contattarmi più volte dal 2022. Ma non è vero. È facilissimo trovarmi, rispondo a tutti”.

A citarlo in giudizio è stato Yves Amu Klein, figlio dell’artista, assieme alla Blue Bay Limited, che detiene i diritti del nome “Yves Klein” per vernici e tinture. A fare discutere, più del contenuto della vernice, è l’uso del nome: la corte ha stabilito che Easy Klein evoca e sfrutta indebitamente il marchio dell’artista francese. Ma Semple non ci sta: “La mia è una parodia, è una satira – il packaging richiama Calvin Klein, non Yves Klein. Se c’è confusione, è più probabile con un profumo che con un’opera d’arte”.

Pittura Easy Klein di Stuart Semple. Courtesy:Culture Hustle.

Il contenzioso ha toccato anche una foto: Semple si era autoritratto con la mano dipinta di blu, rievocando una celebre immagine di Klein. “Ma quella è la mia mano. Non è un plagio, è un’evoluzione. Così funziona la storia dell’arte”.

Quella per il “Blu Klein” è per Semple una missione personale. L’artista dice di aver impiegato dieci anni per perfezionare quel colore, ispirato ai quadri che vedeva da bambino al Tate o nei poster a casa della madre. “È il colore che ho sempre sognato di usare. Klein per me è un eroe, un vero pensatore d’avanguardia”. Ma ora, la sua vernice rischia di sparire. La sentenza gli impone di togliere il nome “Klein” dal prodotto, pena una multa di 400 euro per ogni infrazione.

Nonostante la condanna, Semple non si arrende: ha due mesi per fare ricorso, e intende farlo. Nel frattempo, ha messo in vendita tre nuove opere realizzate con il suo blu proibito, intitolate Kleinish Blue #1, #2 e #3, al prezzo di 27.315 dollari ciascuna. “Voglio che la gente ne approfitti prima che sia troppo tardi”, ha detto.

Dietro al clamore legale, resta un tema cruciale: a chi appartengono i colori? Possono davvero essere proprietà privata, oppure devono essere patrimonio condiviso, accessibile a tutti gli artisti?

Semple ha una risposta chiara: “I colori sono per tutti. Nessuno dovrebbe avere l’esclusiva sull’ispirazione”…

Commenta con Facebook