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Sotheby’s, delusione Giacometti a New York: invenduta la sua scultura, Picasso tiene in piedi l’asta

Alberto Giacometti, Grande tête mince (Grande tête de Diego), 1955 (foto Sotheby's) Alberto Giacometti, Grande tête mince (Grande tête de Diego), 1955 (foto Sotheby's)
Alberto Giacometti, Grande tête mince (Grande tête de Diego), 1955 (foto Sotheby's)
Alberto Giacometti, Grande tête mince (Grande tête de Diego), 1955 (foto Sotheby’s)

Era il lotto più importante delle aste primaverili di New York, stimato oltre 70 milioni, ma Grande tête mince (Grande tête de Diego) di Alberto Giacometti è finito invenduto durante l’asta di arte moderna che Sotheby’s ha tenuto il 13 maggio nella Grande Mela.

Il busto del 1955, raffigurante uno dei fratelli di Giacometti, Diego, era stato proposta senza una garanzia che ne assicurasse la vendita. Il venditore era la Fondazione Soloviev, fondata da Stefan Soloviev, figlio del defunto mega-collezionista Sheldon Solow, e il ricavato sarebbe stato devoluto a varie organizzazioni benefiche. Purtroppo, nulla di tutto questo è accaduto, a causa di una valutazione probabilmente troppo alta, che ha fiaccato le motivazioni dei collezionisti, in questa cornice storica già poco predisposti a spese folli.

Sotheby’s si è dunque dovuta consolare con qualche vendita “minore”. Milionaria, beninteso, ma che non è servita per avvicinare il risultato totale dell’incanto – 186,4 milioni di dollari – a quella che era la stima iniziale, compresa tra 240,3 e 318,7 milioni di dollari. Cinque lotti ritirati, dieci invenduti sui sessanta proposti. Dati non incoraggianti, che dipingono una perdita significativa rispetto allo stesso appuntamento l’anno scorso, quando la maison incassò 235 milioni di dollari.

Ad ogni modo, la copertina se la prende quindi Homme assis (1969) di Pablo Picasso, che ha raggiunto i 15,1 milioni di dollari, rientrando nella fascia di prezzo prevista. Cinque collezionisti hanno rilanciato a lungo per il ritratto di Heinrich C. Hudtwalcker realizzato da Edward Munch nel 1925, acquistato alla fine per 1,9 milioni di dollari da un collezionista asiatico. In quattro si sono invece conteso Flux et reflux (1923) di Frantisek Kupka, fino a raggiungere i 5,9 milioni di dollari.

Fotografia di una serata difficile, da provare a riacciuffare in ogni modo, è l’aggiudicazione di La Jeune fille au bouquet (1921) di Fernand Léger. Stimata 5-7 milioni di dollari, l’opera è andata inizialmente invenduta. Più tardi, nel corso dell’asta, il banditore Oliver Barker ci ha ripensato, riaprendo il lotto e vendendolo a 3 milioni di dollari. Di questi tempi, si accetta (quasi) tutto.

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