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Midjourney contrattacca nella causa di Disney e Universal: “L’AI training è fair use”

Topolino e l'amministratore delegato e presidente della Walt Disney Company Bob Iger si preparano a suonare la campana di apertura alla Borsa di New York.
Topolino e l’amministratore delegato e presidente della Walt Disney Company Bob Iger si preparano a suonare la campana di apertura alla Borsa di New York.
Midjourney ha depositato la sua prima risposta formale alla causa intentata a giugno da Disney e Universal, respingendo le accuse di violazione massiva del copyright e sostenendo che l’addestramento dell’intelligenza artificiale rientra nel “fair use” previsto dalla legge statunitense.

Secondo la denuncia, la piattaforma di generazione di immagini avrebbe consentito agli utenti di produrre copie quasi identiche di personaggi protetti dalle due major. Gli avvocati di Midjourney ribattono che “la legge sul copyright non conferisce un controllo assoluto” e che il monopolio limitato concesso agli autori deve essere bilanciato con l’interesse pubblico alla libera circolazione di idee e informazioni.

Il fair use è un principio della legge sul copyright statunitense che permette di utilizzare opere protette senza autorizzazione, a condizione che l’uso sia limitato e rispetti alcune condizioni. Viene valutato caso per caso, tenendo conto di fattori come lo scopo dell’uso (ad esempio educativo, critico o trasformativo), la quantità di opera utilizzata e l’impatto sul mercato dell’opera originale. Questa norma bilancia la protezione dei diritti d’autore con l’interesse pubblico alla libera circolazione di idee e informazioni.

Il documento sottolinea anche un apparente paradosso: gli studios utilizzerebbero strumenti AI nei propri flussi di lavoro, mentre contestano pratiche simili a Midjourney. Negli atti si legge che il servizio è diffuso tra aziende di effetti visivi e fornitori che collaborano con Disney e Universal e che “molte decine” di abbonati hanno indirizzi email interni alle due società. Viene citato anche il CEO di Disney, Bob Iger, che a marzo aveva definito la tecnologia “uno strumento inestimabile per gli artisti”.

La causa di Disney e Universal si concentra soprattutto sui risultati generati dagli utenti, ritenuti sostanzialmente simili a opere protette, distinguendosi da altri procedimenti incentrati sull’addestramento come presunta violazione. Midjourney precisa che i suoi termini di servizio vietano di infrangere diritti di proprietà intellettuale e che la semplice somiglianza non prova un illecito.

Gli avvocati aggiungono che esistono usi legittimi di personaggi della cultura popolare — come fan art non commerciale, sperimentazione creativa, commento e critica sociale — che i querelanti “cercano di sopprimere”.

Midjourney è rappresentata da Bobby Ghajar, John Paul Oleksiuk, Judd Lauter ed Ellie Dupler di Cooley LLP. Ghajar assiste anche Meta in una causa simile avviata da autori contro l’uso dei loro libri per l’addestramento di modelli linguistici AI.

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