
I Musei di Fermo presentano a Palazzo dei Priori la mostra che ripercorre la storia dell’Accademia Nazionale di San Luca
Sino al 1° febbraio 2026 i Musei di Fermo presentano a Palazzo dei Priori la mostra intitolata “Sorelle Arti pittura scultura architettura dall’Accademia di San Luca”, che ripercorre la storia dell’Accademia Nazionale di San Luca, dal suo nascere a Roma nel 1593 ai primi decenni del Novecento. Ottanta opere tra dipinti, sculture, disegni, incisioni, e documenti, ripercorrono l’importanza e la complessità di una istituzione attraverso cui sono passati grandi artisti e che ha avuto un ruolo importante nel definire il pensiero artistico in Italia e in Europa.
Dall’inizio del ‘600 l’iscrizione all’Accademia di San Luca era un fatto imprescindibile per un bravo artista o “valenthuomo”, come allora si diceva. Non solo gli italiani, ma anche gli stranieri e in particolare i fiamminghi, che a Roma erano numerosi, ci tenevano ad iscriversi (molto meno a pagare la tassa di iscrizione), per tornare in patria con un titolo prestigioso. Gli iscritti erano in prevalenza maschi ma non mancarono donne artiste eccezionali.

Il percorso espositivo è una passeggiata nel tempo all’interno dell’Accademia e della sua storia, in cui le opere esposte servono da prestigiosa testimonianza. All’inizio, la Fondazione, avvenuta ufficialmente nel 1593, su concessione di Papa Gregorio XIII, come una congregazione che, sotto la protezione di San Luca, doveva riunire giovani pittori, scultori e architetti, per dare loro formazione e sostegno morale e religioso.
Federico Zuccari
Avveniva trent’anni dopo la fiorentina Accademia delle Arti del disegno costituita nel 1563, e affondava le radici nella corporazione medievale dei pittori e miniatori. Il primo principe della nuova Accademia, dotata presto di Statuti, fu Federico Zuccari, ritratto nella tela di Giovanni Maria Morandi del 1695 con scritti e simboli. Nume tutelare dell’Accademia era il grande Raffaello cui si ispirano la Galatea (copia da Raffaello) del 1624 circa di Pietro da Cortona, e il San Luca dipinge la Vergine di Antiveduto Gramatica, del 1623.

La seconda tappa riguarda la Sede al Foro Romano sull’Esquilino in una piccola chiesa dedicata a San Luca, nei pressi dell’abside di Santa Maria Maggiore e oggi scomparsa. Nel 1588 Sisto V concesse la nuova sede nella chiesa di Santa Martina nel Foro Romano, dedicata anche a San Luca, dove l’Accademia rimase per trecentocinquant’anni. Alcuni disegni e modelli architettonici di primo ‘900 ne rivelano l’aspetto.
In una terza sezione, sfilano Ritratti e Autoritratti degli accademici, pittori, scultori e architetti. Una parata di volti: dall’anziana, elegante, Giovanna Garzoni, dipinta da Giuseppe Ghezzi, alla pensosa Sofonisba Anguissola, ritratta da Bernardo Castello, al francese Simon Vouet, che si ritrae con i suoi baffi e cipiglio, sino al canuto Cavaliere Gian Lorenzo Bernini di Giuseppe Ghezzi (1692) ad altri. La collezione di ritratti si deve ad una iniziativa di Federico Zuccari che, ispirandosi all’Accademia fiorentina, aveva reso obbligatorio dal 1607 la donazione della propria effigie all’Accademia.

La parità delle arti
Una serie di terrecotte, sculture, progetti architettonici, disegni con nudi o con episodi storici illustrano La didattica delle tre arti del Disegno fondamentale per formare i giovani artisti e dare loro una veste intellettuale e professionale, che li affrancasse dalla tradizione corporativa degli artigiani. Alla base, il principio della parità delle arti: pittura scultura e architettura erano considerate Arti Sorelle, subordinate al principio comune del disegno, primo atto della creazione artistica.
Il Gabinetto riservato per lo studio del nudo, altra tappa, racconta la vicenda di un gruppo di dipinti di nudi femminili che, considerati “scandalosi” per il pubblico della nuova Pinacoteca Capitolina, nata nel 1748, furono ceduti all’Accademia per lo studio del corpo umano e raccolti nella prima metà dell’Ottocento in un “Gabinetto riservato”. Tra i dipinti considerati inadeguati, capolavori come La Fortuna di Guido Reni del 1637 circa, Le tre Grazie di Palma il Giovane del 1610 circa, sinuose e bellissime, Perseo e Andromeda di Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino del 1602 circa. Tutta la bellezza che l’Ottocento bigotto non voleva vedere.
Sorelle Arti. Pittura, scultura e architettura dall’Accademia di San Luca
Palazzo dei Priori
Piazza del Popolo 5, Fermo
Fino al 1° febbraio 2026











