Print Friendly and PDF

Artissima: 34mila visitatori e la prove generali dell’Aliquota al 5%

Artissima 2025. Photo courtesy: © Perottino-Piva-Castellano-Bergadano / Artissima
Artissima 2025. Photo courtesy: © Perottino-Piva-Castellano-Bergadano / Artissima
La trentaduesima edizione di Artissima Internationale d’Arte Contemporanea di Torino, si conclude registrando 34.000 presenze e ha rappresentato il primo banco di prova concreto per la nuova aliquota IVA al 5% sulle opere d’arte. La fiera, prima grande appuntamento italiano del calendario autunnale e la più internazionale del Paese, ha messo alla prova la misura fiscale in un contesto di confronto europeo, dimostrandone l’impatto non solo economico ma culturale.

«Artissima è stata il primo momento di verifica per l’IVA al 5%, ma soprattutto la sua cartina di tornasole. La nuova aliquota si è rivelata non solo un provvedimento fiscale indispensabile, ma un fatto culturale, una notizia di portata europea che ridefinisce il modo in cui l’Italia si colloca nel sistema dell’arte. Questa misura non agisce sul margine, ma sul senso: restituisce al nostro Paese la possibilità di competere ad armi pari, e allo stesso tempo di proporre un modello fondato su qualità, consapevolezza e responsabilità. Artissima ha avuto il privilegio e la responsabilità di metterlo alla prova, dimostrando come una fiera possa essere anche un luogo di diplomazia culturale, capace di far dialogare politica, economia e visione», ha dichiarato Luigi Fassi, direttore della fiera.

I numeri dell’edizione 2025 confermano la vitalità dell’evento: 176 gallerie da 36 paesi e 5 continenti, con 26 nuovi espositori e 63 progetti monografici. Le quattro giornate di apertura – di cui la prima riservata agli operatori – hanno visto una crescita significativa della presenza di collezionisti, curatori e professionisti internazionali, consolidando il ruolo di Artissima come motore di un dinamismo diffuso che alimenta e si alimenta dei progetti, delle mostre e delle istituzioni torinesi.

Il tema di questa edizione, “Manuale operativo per Nave Spaziale Terra” ispirato al pensiero di Richard Buckminster Fuller, ha attraversato con coerenza l’intero progetto curatoriale, dalle sezioni Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions, fino alle sezioni curate Present Future, Back to the Future e Disegni. La riflessione sulla responsabilità collettiva e sull’immaginazione come risorsa del presente si è concretizzata in particolare attraverso la presenza di anonymous art project dal Giappone, che ha portato in fiera un modello di mecenatismo immateriale e relazionale, e il dialogo con la Città di Vilnius e l’Ambasciata della Repubblica di Lituania con il Vilnius Residency Prize.

«Artissima conferma la propria doppia natura: fiera e istituzione, luogo di mercato ma anche di pensiero, capace di agire come piattaforma di diplomazia culturale» ha aggiunto Fassi. «Una fiera che non si limita a osservare i mutamenti del sistema, ma li interpreta e li orienta». Di numeri in fatto di vendite, però, non ve ne sono molti, ma del resto il riserbo è sempre stato di Torino. Sostenuta dal Main Partner Intesa Sanpaolo, insieme a Fondazione CRT, Fondazione Arte CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo e Camera di commercio di Torino, Artissima 2025 ha rinnovato la propria alleanza con le istituzioni culturali e produttive della città. Il palinsesto diffuso in collaborazione con musei e fondazioni torinesi ha esteso la presenza della fiera ben oltre l’Oval, confermando Torino come capitale italiana dell’arte contemporanea e luogo di connessione tra linguaggi, economie e visioni.

Con tredici premi assegnati e un fondo d’acquisizione, la fiera chiude la sua trentaduesima edizione confermando il proprio ruolo di laboratorio del contemporaneo e piattaforma di fiducia per l’arte in Italia, in un contesto dove la nuova aliquota IVA si è dimostrata uno strumento cruciale per ridisegnare la competitività del sistema italiano sullo scenario internazionale.

Commenta con Facebook