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Chen Xi, lo sguardo della Cina contemporanea al MUSEC di Lugano

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Chen Xi, So Close Yet So Far
Il MUSEC, Museo delle Culture di Lugano, presenta Chen Xi. A Rabbit’s Tale, fino al 25 gennaio 2026

Per la prima volta in Europa viene allestita una mostra personale dell’artista cinese Chen Xi (Xinjiang, 1968), ideata e prodotta da Skira e dal MUSEC. Curata da Lü Peng con Manuela Schiavano e Massimiliano Vitali, la mostra attraversa oltre trent’anni di ricerca artistica, in un percorso che riunisce più di sessanta lavori tra pittura, disegno e installazione.

Chen Xi si fa testimone del cambiamento artistico e sociale della Cina negli ultimi cinquant’anni. Come osserva il curatore, guardando i suoi lavori in ordine cronologico si scopre come, anno dopo anno, l’artista abbia tradotto nelle sue opere le trasformazioni della società cinese: è questo, secondo lui, il modo migliore per conoscere il Paese. L’obiettivo principale che ha guidato la realizzazione della mostra è proprio quello di far conoscere e amare la Cina attraverso l’arte. Chen Xi è infatti una figura chiave della scena artistica contemporanea cinese, una voce autentica. “Osservo più di quanto senta”, afferma spesso l’artista, definendosi un’attenta testimone del proprio tempo.

 

Chen Xi, China Memories - Better to Have Just One
2_Chen Xi_China Memories – Better to Have Just One

La mostra si inserisce nel rapporto di collaborazione tra la città di Lugano e la Cina. Che da anni promuovono scambi culturali fondamentali per comprendere la contemporaneità. Come sottolinea il MUSEC, viviamo in un’epoca in cui “l’esotismo si è rovesciato”: non è più l’Oriente a essere guardato come lontano e misterioso, ma è l’Occidente a essere osservato, spesso con la stessa ignoranza con cui un tempo osservava l’Oriente. È per questo che mostre come A Rabbit’s Tale diventano essenziali: per creare un dialogo profondo tra culture, abbattere muri e inutili stereotipi, in favore di una conoscenza autentica.

Chen Xi è un’artista completa, curiosa al punto da non potersi incanalare in un’unica forma di espressione. Il percorso espositivo, articolato in sette sezioni, segue l’evoluzione del suo linguaggio: dalle tele espressioniste degli anni ’90 ai rigorosi fotorealismi di The Queen’s New Clothes, dalle nature morte enigmatiche di Object Language alle sculture fluide e visionarie di No Island Ever Stands Alone. Ogni fase testimonia un cambiamento non solo artistico, ma anche sociale. Rivelando come le trasformazioni del Paese si riflettano nei gesti e nei volti della sua gente.

La pittura, per Chen Xi, è uno strumento di resistenza e di verità. Un modo per restare “semplicemente umana” in un’epoca segnata dalla velocità e dal disincanto tecnologico. Il coniglio diventa il suo alter ego poetico, un essere fragile e universale che attraversa la storia senza distinzione tra Oriente e Occidente. È simbolo di una condizione umana comune, vulnerabile ma capace di sopravvivenza, che si muove tra ironia e malinconia.

 

Chen Xi, Bird Garden

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