
Dopo molto tempo, l’artista torna a postare sul suo canale social, “The single post Instagram”. Un lungo carosello racchiude una riflessione su cosa è l’arte e sull’essere artisti
Dopo il clamore suscitato dalla notizia della vendita della sua opera più celebre, America, in asta da Sotheby’s, si torna a parlare di Maurizio Cattelan. O meglio, è Cattelan che ha ricominciato a parlare.
E lo fa postando un nuovo contenuto, dopo parecchio tempo, sul suo profilo Instagram.
The single post Instagram è il nome del suo account, che fin dalla sua nascita si contraddistingue per il suo utilizzo effimero, fugace, che non lascia spazio al “ricordo”. Sul profilo è presente un solo post, che viene rimosso prima della pubblicazione di un nuovo contenuto. Cattelan ha 190mila follower, e nessun “seguito”.
Dopo tanto tempo – l’ultimo post era una sorta di congedo dal social – l’artista è tornato a pubblicare ancora una volta. Si tratta di un luogo carosello che contiene una sorta di manifesto dell’artista.
“Being an artist is not a job, it’s a malfunction”, esordisce così Cattelan la sua lunga riflessione.
E continua: “L’arte è un modo per sopravvivere, non un modo per vivere. Se avessi saputo cosa stavo facendo, avrei smesso molto tempo fa”.

E si succedono frasi che sembrano quasi massime rivolte a tutti coloro che lavorano nell’arte, o forse è un criptico decalogo rivolto ai giovani artisti? “Essere originali è sopravvalutato, essere precisi è terrificante. Il senso di colpa è uno dei materiali più puri che un artista possa usare”; o ancora “le opere d’arte migliori sono errori che nessuno ha osato correggere”.
Cattelan dedica poi una riflessione a una delle sue opere più discusse degli ultimi anni, Comedian, ovvero la “banana attaccata al muro”:
“Una banana su un muro è più onesta della maggior parte delle persone che ho incontrato. Più si perfeziona un’idea, meno è efficace. Se puoi farne a meno, non era arte. Arte concettuale? Tutta l’arte è concettuale se ci pensi abbastanza a lungo”.
Nonostante Cattelan non abbia mai “fornito” al pubblico molte spiegazioni circa le sue opere, lasciandole così “libere” di suscitare libere interpretazioni e controversi dibattiti, con il nuovo post su Instagram sembra quasi voglia condividere le sue opinioni sull’arte contemporanea e il suo sistema – e forse, anche sul suo stesso lavoro.
“Tratto le mostre come funerali: silenziose, imbarazzanti e piene di fiori. Il successo è solo un fallimento che si è dimenticato di fermarsi. Ogni mostra dovrebbe sembrare una scena del crimine.
Una buona opera d’arte dovrebbe rendere il museo un po’ nervoso.
Ogni oggetto è ostaggio della propria interpretazione”.
Infine termina il suo post in maniera laconica: “Il gesto più radicale è non fare nulla e farne parlare la gente. Meno spiego, più scrivono”. E Cattelan su questo ha proprio ragione.













