
C’è una certa autoreferenzialità nel palinsesto che segna la nuova stagione del Macro sotto la direzione di Cristiana Perrella
A due mesi esatti dall’ultimo rinvio, dovuto a “lavori di manutenzione straordinaria”, prende forma il Macro firmato Cristiana Perrella. L’11 dicembre il museo riapre le sue porte con un programma che spazia dalle arti visive alla musica, dal cinema all’urbanistica. L’apertura è pensata come una festa collettiva, con ingresso gratuito nel primo fine settimana. Per invitare tutti a riabitare gli spazi rinnovati, scoprire il nuovo cinema del Macro, tornare nel bar e nel ristorante Materia.
Il cuore della programmazione è affidato a quattro mostre inaugurate simultaneamente: a partire da UNAROMA, grande collettiva che racconta la scena artistica ibrida e intergenerazionale della capitale attraverso oltre 70 artisti. One Day You’ll Understand è dedicata ai 25 anni di Dissonanze, il festival che tra 2000 e 2010 ha fatto di Roma un nodo internazionale dell’elettronica e della cultura digitale.

C’è poi Sorelle senza nome di Jonathas de Andrade, nuovo video che intreccia archivi e testimonianze per ricostruire la storia di un gruppo di religiose brasiliane tra impegno politico e migrazioni. Fino ad Abitare le rovine del presente, riflessione sui processi di rigenerazione urbana.
A queste si affianca l’esordio del nuovo cinema Macro con la rassegna Cine-città, curata in collaborazione con la Cineteca Nazionale. Che ogni venerdì porta in sala registe e registi emergenti della scena romana e ogni domenica offre sguardi d’autore sulla città. Mostre, live set, performance, incontri e proiezioni compongono un palinsesto continuo che trasforma il museo in un laboratorio culturale aperto e partecipato. Confermando la vocazione del museo come “spazio cittadino e internazionale capace di far dialogare storie, comunità e immaginari”.













