
Oltre cento opere di Boldini giunte dagli Uffizi, dal Museo Giovanni Boldini di Ferrara e da collezioni pubbliche e private
In quella parola, “seduzione”, c’è la chiave del successo di Boldini e della sua pittura. Riuscire a sedurre le dame della Belle époque con quella pittura setosa e spumeggiante, fatta di piume e schizzi verso il cielo. Una pittura che rendeva belle tutte, bastava avere un po’ di savoir faire. Ma in quella parola “seduzione” c’è anche un significato più alto, il fascino esercitato dalla pittura stessa su Boldini, grande e duttile maestro, che diventa quasi un mago del pennello. L’apoteosi giunge nella maturità, verso la fine, quando non c’è donna altolocata che non si faccia ritrarre dal pittore. Non solo le donne, anche gli uomini.
Eppure, nonostante il successo della maturità e degli ultimi anni, il Boldini più poetico sembra il precedente, quello che attraversa tutta la sua lunga strada, dalla macchia al periodo parigino, sino al nuovo secolo. E la mostra, molto ricca, dà un’ottima possibilità di valutare e confrontare. Curata da Tiziano Panconi, prodotta Contemplazioni, con un massiccio e bel catalogo, riunisce oltre cento opere, di Boldini e del contesto, giunte dagli Uffizi, dal Museo Giovanni Boldini di Ferrara, da collezioni pubbliche e private. L’intento, ripercorrere la carriera dell’artista con continui confronti con pittori macchiaioli e della Belle époque.

In Toscana, con i macchiaioli (1864/69-1870). A ventidue anni, il giovane Boldini, dopo una seria formazione a Ferrara presso il padre pittore, è in Toscana, a Firenze, capitale artistica e risorgimentale. Partecipa del clima rivoluzionario e si forgia, assimilando la luce e i contrasti della “macchia”. Una serie di piccole tavole, fatte di colpi di luce, lo presenta in apertura insieme ai colleghi macchiaioli. Il Ritratto di Leopoldo Pisani del 1865, minuto ma incisivo, viene accostato ad opere di Telemaco Signorini, Cristiano Banti, Giovanni Borrani a raccontare l’epoca e già la sua bravura nel ritratto. Il pittore Luigi Bechi del 1865-1867, ci porta con pennellate forti e abili nell’interno di uno studio pittorico. E, per completezza, viene esposta anche un’opera dello stesso Bechi, Bambino al sole, del 1875.

Parigi
Dalla “macchia” al periodo Goupil (1871-1878). Negli anni settanta Boldini è a Parigi impiegato presso la Maison Goupil. Continua a sviluppare le ricerche en plein air in dipinti realistici, dinamici e vibranti di luce e colore come À la campagne (La primavera) del 1872; In giardino del 1873; Cavalli lungo la Senna del 1876 circa. Dipinge piccole scene di interno ambientate nel Settecento, secondo il modello Goupil, come Il matador, 1872-1873; Il violoncellista, 1873-1875; Signora che legge, 1875. Tipicamente parigino In conversazione del 1878 circa, rappresenta due signore al caffè, che chiacchierano e osservano il mondo in una società in cui la donna comincia a essere valorizzata. Lo stile è originale, fatto di tocchi vaporosi e dinamici.

La sensualità e il dinamismo delle forme (1879-1891). A Parigi Boldini si fa strada ed ha successo, grazie alla sua bravura. La relazione con la contessa Gabrielle de Rasty, divenuta sua amante, gli permette di entrare in relazione con l’alta borghesia e la nobiltà parigina, ottenendo una gran quantità di commissioni. Nel 1878 il pittore si scioglie dalla Goupil, conquistando piena libertà di soggetti e di linguaggio. Diventa un peintre parisien, abita a Montmartre e frequenta il migliore mondo artistico stringendo amicizia con Degas in particolare. Dipinge vedute urbane, suggestivi scorci di strade con cavalli, scene di vita nei bistrot (Il bar delle Folies Bergère, del 1879-1885), donne bellissime e disinvolte, create con linee sicure, violente, che se non ci fosse la figura umana, potrebbero risultare dipinti astratti.

Grovigli di linee
Dominano i ritratti di donne eleganti e aristocratiche, sensibili e colte, nude o vestite: tutto un mondo femminile nuovo, tracciato con finezza e sensualità. Gli esempi sono molti: da Dopo il bagno, del 1880-1888, in cui una donna nuda mostra generosamente il suo corpo dopo la toilette, ai ritratti di amiche ed amanti, colte nell’intimità, come La contessa de Rasty a letto, del 1880 circa. Insieme a Boldini ci sono altri celebri cantori della bellezza femminile. da Vittorio Matteo Corcos a Federigo Zandomeneghi a Cesare Tallone sino al meno noto, ma bravissimo Edoardo Gelli, di cui è esposto il capolavoro Signora con cappello amaranto del 1882.

Il gusto fin de siècle (1892-1924). Dagli anni novanta dell’Ottocento, il pennello di Boldini diventa magico. Davanti al suo cavalletto passano donne che lui trasforma in accattivanti silhouette dalle forme serpentine e lo sguardo accattivante, sete fruscianti e gioielli. Le figure sono costruite da avveniristici fasci di colore o da nervosi grovigli di linee, che anticipano Vedova e l’astrattismo. I salotti parigini ed europei impazziscono, e lui, il ferrarese Boldini, diventa il pittore più ricercato dalla crème internazionale.
Giovanni Boldini. La seduzione della pittura
Fino al 2 giugno 2026
Cavallerizza
Piazzale Verdi, Lucca










