Dopo essere stato se stesso, una donna, uno sciupafemmine, il principe di Danimarca, Filippo Timi decide di entrare nella “testa sigillata” di un portatore di handicap. Un’impresa titanica si potrebbe pensare, ma se quella che si vuole raccontare è una storia autentica, vera, non può esserci nessun ostacolo.
In Skianto, in scena al Teatro Franco Parenti di Milano fino al 7 dicembre, Filippo Timi torna alle origini sia di se stesso che del suo fare teatro. Infatti lo spettacolo è molto affine a La vita bestia, il suo primo monologo, e permette all’attore di riprendere confidenza con quell’umbro che fa parte della sua identità. Filippo il ragazzino portato in scena ha molto del Filippo che si nasconde dietro il testo, dall’accento alla passione sfrenata per il pattinaggio e per Heather Parisi.
La bravura di Timi sa ben trasportare lo spettatore nel mondo incomprensibile e incomunicabile di un handicappato: il dramma del suo Filippo sta nel fatto che capisce alcune cose del mondo che lo circonda ma non sa comunicarle. Nascosto sotto un caschetto imbarazzante e di cui lui stesso non va fiero, Filippo si tormenta di non poter avere una vita serena, di non poter ballare sotto i riflettori come vorrebbe, di non poter uscire di casa, di non poter avere una vita sessuale, di non poter seguire il nonno nelle sue avventure “romantiche”, di non poter giocare con la nonna senza farle del male. In un crescendo di tormento il punto più alto di pietà lo si tocca quando Filippo realizza di non poter dire a sua madre il bene che prova per lei. Lo vorrebbe urlare, gridare fuori dalla finestra, ma non ci riesce in nessun modo, neanche accarezzandola, perché le sue mani non rispondono ai suoi comandi.
Ma Filippo autore sa come rischiarare l’ambiente austero della mente del Filippo in scena, una palestra-prigione, con gli elementi pop che da sempre contraddistinguono i suoi spettacoli. Palle da discoteca, fasci di luci, unicorni, pattini a rotelle, spezzoni di pubblicità degli anni ‘80 fluttuano nella stanza-mente del giovane protagonista senza ordine. O per lo meno, senza un ordine comprensibile ai nostri occhi. La bravura di Timi raggiunge l’apice nel dialogo tra Pinocchio e la Fatina-Lollobrigida. Un condensato di tragicità e ironia senza pari.
Timi, come spesso nei suoi spettacoli, rompe la quarta parete scherza col pubblico, e molte scelte suonano un po’ come (gradite) captationes benevolentiae dal gusto pop: dai video dei gattini alla cover di Britney Spears (eseguita da un bravissimo Andrea Di Donna, ex concorrente del programma pop per eccellenza X-Factor), dai riferimenti a Pertini fino alle musiche di Antony and The Johnsons. Ma tutto questo non fa che aumentare il senso di desolazione e solitudine degli altri momenti. Skianto vi farà male, ma è uno spettacolo imperdibile.
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SCHEDA TECNICA
Skianto
Uno spettacolo di e con Filippo Timi
e con Andrea Di Donna voce e chitarra
Teatro Franco Parenti fino al 7 dicembre 2014
Bellissimo spettacolo. da vedere.
Molto bella anche la recensione!