12 dicembre 2014 – 20 gennaio 2015, Nicola Pedana Arte Contemporanea, Caserta
Il 12 dicembre la Galleria Nicola Pedana – Arte Contemporanea di Caserta ha inaugurato il nuovo spazio espositivo offrendo al suo pubblico la possibilità di immergersi nel raffinato mondo di Aldo Mondino. La mostra “Pittura, attrazione fatale”, curata da Ivan Quaroni, è un ricco e fantasioso racconto del viaggio compiuto da Mondino attraverso la pittura, la sua inguaribile passione. Un percorso che ci restituisce il carattere irriverente, ironico ed esuberante di uno degli artisti più eclettici della Torino degli anni sessanta.
Nato a Torino nel 1938, il giovane Mondino si trasferisce presto a Parigi dove avviene la sua formazione artistica; nella capitale francese è subito catturato dal gusto surrealista di Sebastian Matta e Wifredo Lam e, più tardi, lavora come assistente di Tancredi. Nel 1961, tornato a Torino, Mondino inizia il suo percorso artistico con la prima personale alla Galleria L’immagine: nelle Tavole Anatomiche l’arte è citazione libera e la pittura conserva quel gusto surrealista che l’artista trasforma sapientemente in passione per il gioco.
La dimensione ludica, unita alla matrice concettuale che lo avvicina agli artisti che gravitavano nella Torino degli anni sessanta e settanta, saranno gli elementi centrali intorno ai quali ruoterà il personalissimo percorso artistico di Mondino, a cominciare dai Quadri a quadretti. Nonostante il suo “primo incontro con la pittura” -come ama definirlo l’artista- sia scaturito da un’operazione molto vicina all’arte concettuale che diede avvio alla serie I King -autoritratti travestiti da fantocci in posa attraverso i quali l’artista si ritrae scomponendo la figura come in un quadrante dell’orologio- Mondino se ne distacca presto perché non ne condivide gli esiti artistici.
“Quello che non mi piace troppo del concettuale è che mi sembra di conoscere l’opera già prima che sia terminata, invece, mi piace che un’opera terminata mi sorprenda.” A.M.
All’indagine speculativa e de-estetizzante dai risultati spesso predeterminati egli contrappone un gusto concettuale tutto particolare che rifiuta l’ovvietà, la banalizzazione e l’autoreferenzialità servendosi di procedimenti di matrice dadaista come giochi di parole, slittamenti semantici e continui rimandi culturali capaci di creare un suggestivo cortocircuito dialettico senza mai abbandonare la figurazione. Il risultato è un’arte libera mossa da una curiosità esuberante capace di servirsi del divertissement e del dispositivo concettuale per investigare il reale senza mai tradire la pittura.
“Ho scoperto presto il gioco di parole, quasi inconsciamente, prima della cabala. A volte sta a monte del dipinto e ne è il soggetto, altre volte lo spiega, invece, dopo. La pittura non è il quadro, ma l’idea.” A.M.
Nel 1972 Mondino torna a Parigi per rinnovare la sua fede pittorica, il suo patto con la figurazione. Tornato in Italia, il suo percorso prosegue in questa direzione fino a quando, negli anni ottanta, in seguito ai numerosi viaggi compiuti in Marocco, Turchia e India, si avvicina alle suggestioni orientali e le sue tele si popolano di fumatori di narghilè, rabbini, sultani ottomani e sacerdoti sufi danzanti. Visioni oniriche ricche di allusioni mistiche che avvicinano l’artista al Sufismo, una dottrina mistica indagata dall’artista attraverso lo studio della pratica musicale e rituale dei Dervisci rotanti: uomini che volteggiano incessantemente su se stessi, a ritmo di musica, fino a cadere in una trance che permette loro di abbandonare la dimensione terrena per raggiungere l’estasi, quello stato subitaneo di grazia che Mondino ricerca incessantemente nella pittura.
“Per me dipingere è come cadere in trance, o pregare. La pittura è una preghiera laica, un tramite tra cielo e terra.” A.M.
Il fascino che la cultura orientale esercita sulla personalità di Mondino si manifesta quando, alla Biennale di Venezia del 1993, l’artista decide di animare i suoi Dervisci sospesi su superfici di linoleum con alte figure avvolte in abiti bianchi che ballano in mezzo al pubblico, in una affascinante esibizione al confine tra mistica e performance.
Poliedrico e arguto, Mondino fu un grande sperimentatore: la sua libertà geniale, unita alla fantasia esplosiva che possedeva, lo spinsero ad esplorare territori, culture, materiali e tecniche di ogni genere: dalla tela al linoleum al vetro, fino all’utilizzo di materiali commestibili come lo zucchero, il caffè e il cioccolato. Questo viaggio ha fatto di Mondino un artista complesso, eclettico, visionario, irrefrenabile dissacratore devoto alla pittura. La sua pittura è stata un’incursione nelle diverse epoche della storia dell’arte, un vagabondare incessante tra luoghi, culture ed etnie, tutte sottoposte a una lettura attenta ed esoterica condita con una forte ironia che spingeva l’artista a ingarbugliare i significati sfruttandone l’ambiguità interpretativa o a creare cortocircuiti dialettici giocando con i titoli e l’iconografia.
La mostra, a Palazzo Palladini fino al 20 Gennaio 2015, inaugura un progetto ambizioso del giovane gallerista Nicola Pedana: creare uno spazio nuovo, un incubatore culturale di idee che rifletta l’arte del nostro tempo senza mai smettere di dialogare con il passato, ospitando mostre, progetti ed eventi culturali di diverso genere.
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INFORMAZIONI UTILI:
Aldo Mondino, “Pittura, attrazione fatale” curata da Ivan Quaroni
Dal 12 Dicembre al 20 Gennaio 2015
Nicola Pedana Arte Contemporanea, Palazzo Palladini, Caserta
Orari: Martedì/Sabato 10-13 e 16.30-20; venerdì 16.30-20
Ingresso: libero
Email: gallerianicolapedana@gmail.com
Sito web: www.nicolapedana.com
Info: Tel. 3926793401