La giovanissima studiosa ha vinto il NEON Curatorial Award, prestigioso premio istituito dalla Whitechapel Gallery di Londra assieme a NEON di Atene
“È una grande soddisfazione, ma soprattutto è il coronamento di un’esperienza preziosa”. Ancora nei giorni scorsi lamentavamo la debolezza della scena artistica contemporanea italiana sugli scenari globali, prendendo spunto dalla pressoché totale assenza di artisti tricolori dai grandi eventi, con il paradosso che se una biennale invita un connazionale – come accade ora con quella di Sidney – guarda ad un maestro storicizzato (e scomparso da 10 anni) come Luciano Fabro. Ora però arriva una notizia utile in parte a riequilibrare la peraltro provocatoria opzione: e riguarda una giovanissima curatrice, a conferma del fatto che se gli artisti faticano ad emergere oltre confine, ci riescono benissimo invece i curatori. Con una “fuga di cervelli” che non fa che indebolire il suddetto sistema: gli esempi sono tanti, da Francesco Manacorda, prima alla Tate Liverpool e poi alla Fondazione V-A-C di Mosca, a Lorenzo Benedetti al Kunstmuseum di St Gallen, fino a Eugenio Viola, volato fin in Australia, a Perth. Ora è il turno di Caterina Avataneo, ventottenne torinese che dopo esperienze in varie posizioni in Italia fra Artissima e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, ed in Spagna alla Luis Adelantado Gallery di Valencia, è approdata a Londra, collaborando con spazi prestigiosi come Kunstraum, Zabludowicz Collection e White Cube gallery.
Ora il salto di qualità: visto che la giovanissima studiosa ha vinto il NEON Curatorial Award, prestigioso premio internazionale annuale istituito nel 2012 dalla Whitechapel Gallery di Londra assieme a NEON, organizzazione non profit di Atene. Un premio che riconosce l’eccellenza curatoriale, offrendo al vincitore l’opportunità di ideare una proposta espositiva per la collezione D. Daskalopoulos, che comprende oltre cinquecento opere d’arte contemporanea di 220 artisti internazionali e greci. “Un’importante opportunità di scambio tra Atene e Londra: confrontare la scena artistica delle due città stimola riflessioni sui discorsi artistici attuali e sui diversi metodi di sostegno della creatività internazionale”, commenta Avataneo con Artslife. “Nel contesto politico attuale, Neon Curatorial Exchange dimostra ancora una volta che la cultura deve esser alimentata, e non ostacolata, da confini politico-geografici. In questo senso non mi piace dare un limite geografico alla mia pratica da curatrice indipendente. Ad oggi ho principalmente lavorato a Londra, ma spero presto di avere progetti in Italia e altrove”. Lei è stata selezionata per la proposta espositiva dal titolo “Eppure battono alla porta“, titolo ispirato da una breve storia scritta dall’italiano Dino Buzzati nel 1942, che riunisce opere di tredici artisti, tra cui Giovanni Anselmo, Mona Hatoum, Jenny Holzer, Cindy Sherman, Rebecca Warren e Rachel Whiteread.