Tutto quello che nel XXI secolo sembra sbiadito e scontato riprende vita e scuote per un momento l’anima. Rivoluzione, parola e sentimento così desueti oggi, sono stati una realtà e non più di mezzo secolo fa.
La mostra ‘Revolution’ allestita alla Fabbrica del Vapore di Milano fino al 4 aprile 2018 offre una panoramica ricca e coinvolgente del contesto sociale, culturale, musicale e politico di un breve ma fondamentale periodo della nostra Storia, dal 1966 al 1970. La scelta di portare anche in Italia questa esposizione, dopo l’esordio britannico al Victoria and Albert Museum di Londra, è sintomo del bisogno diffuso di ricordare da dove tante consuetudini ancora in voga o mode ormai decadute abbiano avuto origine e ci abbiano condotto sino ad un presente che inevitabilmente ci appare più sbiadito, una volta usciti. Il percorso passa in rassegna soprattutto la musica con i locali cult e i festival che sono diventati mito, ma anche i diritti umani e le proteste, l’evoluzione del consumismo.
Revolution, tuttavia, non indaga solamente un periodo storico, ma piuttosto l’idea stessa di rivoluzione in epoca contemporanea. Non qualcosa di necessariamente violento, ma sicuramente stravolgente. Si parte da Londra, sia a livello geografico che a livello ideale, per immergersi nella musica e nelle contro culture dell’epoca, negli stili emergenti, da una parte consumismo e moda, dall’altra movimenti e lotte.
Molti cimeli originali, vinili, costumi, foto, oggetti di uso quotidiano, testimonianze manoscritte e opere di design. Tutto accompagnato da una colonna sonora avvolgente, una vera immersione audio-video, che trova il suo apice con l’ultima sala, dedicata a Woodstock. Per chi c’era in quegli anni sicuramente un diario di bordo esauriente, per chi è nato dopo una rassegna quasi epica che non può lasciare indifferenti.
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Le sezioni della mostra
1. La Swinging London
Nel 1966 Londra viene ribattezzata dal Time “The Swinging City”. I nuovi negozi di moda erano il ritrovo dei giovani. Si indossavano le prime minigonne. Si diffondeva la musica dei Beatles, dei Rolling Stones e degli Who. In questa sezione sono esposte copertine di riviste, poster con LP, fotografie, disegni di abiti, costumi, cartoline, illustrazioni
2. Musica e contro-cultura
Questa sezione è un viaggio nel mondo dei Beatles, con le canzoni dell’album Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band come colonna sonora. Pezzi unici come il testo di Lucy in the Sky with Diamonds scritto a mano, oltre a copertine LP, poster dei loro primi concerti e costumi storici della band, immortalati dagli scatti di Richard Avedon.
3. Power to all people – Voci del dissenso
Il ’68 è protagonista di questa sezione. Esposti oggetti legati al mood politico: poster contro l’oppressione, contro la guerra, per la libertà delle donne, per un mondo più sano ed ecologico, contro il conflitto in Vietnam, per la sessualità libera di gay e lesbiche.
4. Costumi e consumi
In questa sezione si esplicita il consumismo e il mercato di massa, le missioni spaziali e le Esposizioni Universali. Esposti i costumi dei Beatles, la famosa lingua dei Rolling Stones, copertine di album in luoghi esotici, vestiti, poster e giocattoli spaziali ispirati dalla scoperta della Luna.
5. The summer of love – Comuni e West Coast
La sezione ripercorre temi come l’affermazione dell’ecologismo e la rivoluzione digitale, la salvaguardia della terra, la fondazione di Greenpeace e l’istituzione dell’International Earth Day nel 1970 (esposto un poster per il primissimo Earth Day disegnato da Robert Rauschenberg) ma anche i primi pionieri del personal computing moderno: sono esposti esemplari dei primi mouse e calcolatori elettronici oltre che trattati e libri sull’utilizzo ecologico del pianeta e un rarissimo computer Apple 1.
6. Woodstook e la cultura dei festival
Costumi e cappelli stravaganti indossati ai festival, spille e poster che inneggiano alla tutela dell’ambiente, la lettera di Paul McCartney in cui annuncia lo scioglimento dei Beatles, riviste e fumetti contro l’establishment, fotografie su Woodstock, strumenti musicali tra cui la chitarra di Jimi Hendrix distrutta durante il Monterey pop festival.
7. WOODSTOCK – LIVE EXPERIENCE
La mostra si chiude con una sala che riporta lo spettatore al concerto più importante del secolo, Woodstock. E’ allestita con un prato su cui sdraiarsi, cuscini, un maxi schermo e un impianto audio di alta qualità per vivere un’esperienza immersiva con Janis Joplin, gli Who, Joe Cocker, Jimi Hendrix e gli altri artisti che hanno fatto la storia.
La mostra è curata da Victoria Broackes e Geoffrey Marsh del Victoria and Albert Museum, insieme a Fran Tomasi, promoter italiano che per primo portò in Italia i Pink Floyd, Clara Tosi Pamphili, giornalista e storica della moda, e Alberto Tonti, critico musicale.
REVOLUTION
Musica e ribelli 1966-1970, dai Beatles a Woodstock
dal 2 dicembre al 4 aprile 2018
FABBRICA DEL VAPORE
Via Cesare Procaccini, 4 – 20154 Milano
Orari
Lunedì 15.00 – 20.00
Giovedì 10.00 – 22.00
Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10.00 – 20.00(Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura)
Biglietti
Intero: € 16
Ridotto: € 14
Catalogo Skira Editore
www.mostrarevolution.it