1945 di Ferenc Török, dal 3 maggio al cinema. Una grande sfida per la piccola distribuzione italiana.
Il lungometraggio ungherese “1945”, diretto da Ferenc Török (No Man’s Island, East Side Stories), è stato presentato nella sezione Panorama della 67a edizione del Festival di Berlino e rappresenta una di quelle uscite cinematografiche da non lasciarsi scappare.
Ci sono film (belli o brutti che siano) che ci ritroveremo in sala fino al prossimo autunno, altri che -come questo- che è già un miracolo che siano arrivati al cinema.
Da diversi anni a Milano il Cinema Beltrade (di Barz and Hippo) è un baluardo per quanto riguarda la distribuzione indipendente, ha mantenuto viva negli anni la propria missione per un cinema sempre nuovo e diverso, lontano dalle luci dei red carpet e dalla retorica dei registi blasonati. Se in Cineteca si può fare un tuffo nel passato con le rassegne dei maestri del Cinema, al Beltrade in primo piano c’è sempre il cinema contemporaneo, quello che non trova spazio nel multisala: da Victoria a Good Time, da Il Cratere a Omicidio al Cairo, da L’Insulto a Fixeur (giusto per citarne qualcuno a caso).
È dell’anno scorso la prima avventura distributiva di Barz and Hippo, con Alamar, film distribuito con con Ahora! Film e Rossosegnale. Quest’anno è la volta di 1945. Presentato a Berlino non ha travato compratori “tradizionali”, sono così scesi in campo Barz and Hippo con Mariposa Cinematografica. Il film è tratto dal racconto “Homecoming” dello scrittore ungherese Gábor T. Szántó e ha vinto numerosi premi nei festival di tutto il mondo. Tra questi, il Premio Avner Shalev Yad Vashem come Miglior rappresentazione artistica dell’Olocausto al Jerusalem Film Festival 2017, il Premio per il Miglior soggetto al Miami Jewish Film Festival, il Premio per il Miglior regista al Berlin Jewish Film Festival, il Premio dei Critici e quello del Pubblico al San Francisco Jewish Film Festival, ma anche il Primo Premio della Critica Cinematografica Ungherese nel 2018.
In un afoso giorno di agosto del 1945, mentre gli abitanti di un villaggio ungherese si preparano per il matrimonio del figlio del vicario, un treno lascia alla stazione due ebrei ortodossi, uno giovane e l’altro più anziano. Sotto lo sguardo vigile delle truppe occupazioniste sovietiche, i due scaricano dal convoglio due casse misteriose e si avviano verso il paese. Il precario equilibrio che la guerra appena terminata ha lasciato sembra ora minacciato dall’arrivo dei due ebrei. In tutta la comunità si diffondono rapidamente paura e sospetto…
Il regista Ferenc Török, come già il suo connazionale László Nemes ne Il figlio di Saul (Oscar al miglior film straniero 2016), propone un approccio cinematografico raffinato e intelligente a un drammatico periodo di transizione della storia del suo Paese.
1945, col suo modo di procedere in maniera silenziosa ma inesorabile, ricorda anche un altro premio Oscar al miglior film straniero, Ida del regista polacco Paweł Pawlikowski.
La pellicola di Ferenc Török ha una struttura narrativa ci cui malinconia e ironia si intrecciano in un crescendo di tensione.
«Una parabola sottile e sobria sulla colpa e sulla natura e le conseguenze del male. Le domande su cosa possa essere accaduto durante la guerra, cosa sia stato fatto per far sentire tutti così, sono abilmente sollevate e gradualmente ricevono una risposta. Uno dei fattori che rende “1945” un film particolarmente significativo è che l’arrivo degli ebrei è così inquietante da provocare conflitti, tensioni e animosità che poco hanno a che fare con i due stranieri o con ciò che è accaduto durante la guerra appena conclusa.
Semplice, potente, credibile e competente, “1945” procede inesorabilmente come Sámuel e suo figlio nella loro lunga camminata verso il villaggio. È il messaggero potente di un tempo andato ma i cui problemi e le cui difficoltà non sono affatto vicini dall’essere superati.»
(Kenneth Turan, Los Angeles Times)
1945, nelle sale dal 3 maggio 2018, è distribuito da Mariposa Cinematografica e barz and hippo. La distribuzione del film in Italia ha ricevuto il patrocinio del Consolato Generale di Ungheria in Milano.