Il 2018 ha visto Maria Lai protagonista in diverse occasioni, dalla mostra di Firenze all’incontro organizzato dalla M77 Gallery di Milano. L’artista sarda – già presente alla Biennale di Venezia e a Documenta14 nel 2017 – si conferma come una delle grandi voci del panorama artistico internazionale. Una vita di instancabile sperimentazione, una carriera artistica poliedrica e intensa, iniziata con la formazione accademica veneziana sotto il maestro Arturo Martini e proseguita dapprima a Roma e in seguito nella sua terra natale.
Maria Lai era una sognatrice, amica di artisti e poeti, legata indissolubilmente alle tradizioni e alla cultura della Sardegna. Un cordone ombelicale mai reciso, che la spingerà ad approfondire storia e leggende dell’isola e a renderle parte integrante della sua poetica; un processo di ri-scoperta, questo, facilitato dalla collaborazione con lo scrittore Giuseppe Dessì che la affianca in questa sua costante curiosità durante tutto il periodo romano. Famosa in tutto il mondo per i suoi Telai e i suoi Libri cuciti, l’artista originaria di Ulassai ha incentrato gli ultimi trent’anni della sua carriera sulle opere ambientali, veri e propri site-specific in cui arte e natura dialogano e si fondono. Ed è proprio su questo aspetto ancora poco conosciuto di Maria Lai, che il nuovo direttore artistico del museo Stazione dell’Arte ha deciso di focalizzare l’attenzione, curando due mostre interamente dedicate al tema delle opere pubbliche, dell’arte partecipata e delle relazioni che intercorrono tra arte e ambiente nella produzione dell’artista sarda.
Maria Lai. Art in public space illustra questi interventi sul territorio grazie a documenti d’archivio e numerosi altri materiali inediti, proponendo una riflessione incentrata su un aspetto della produzione artistica della Lai ancora poco tenuto in considerazione. Inaugurata il 23 novembre 2018 presso il Museo dell’Arte del Novecento e del Contemporaneo di Sassari, l’esposizione occupa i tre piani dell’Ex Convento del Carmelo ed è suddivisa in due sezioni: Legare/ Collegare e Macrocosmo/ Microcosmo.
L’intervento dell’artista più noto al grande pubblico è senza dubbio Legarsi alla montagna, ed è da qui che parte il percorso espositivo, utilizzando il caso specifico come modello per esplicare il metodo che l’artista utilizzò per realizzare molte altre opere. Il dato più importante di questo primo esperimento, portato avanti nel 1981, è che l’artista non operò singolarmente ma agì coinvolgendo l’intera comunità del centro abitato nella realizzazione dell’evento. Per Legarsi alla montagna si mobilitò un intero paese: quei rotoli lunghissimi di stoffa azzurro cielo cucirono la gente alla terra e collegarono le case. Le famiglie lavorarono fianco a fianco, mettendo da parte l’orgoglio. Le mani degli anziani guidarono quelle dei bambini alla scoperta del mondo e gli occhi dei giovani ebbero modo di guardare molto lontano. Così prese corpo la magia nata dalla poetica mente di Maria Lai: in un girotondo di sorrisi, di cuori, di sogni. E fu questo a stupire di più l’artista stessa. L’esser riuscita a realizzare un’opera collettiva e sentita nel profondo dagli abitanti pose le basi per quello che sarebbe divenuto il suo modus operandi per molte altre azioni.
La seconda sezione, Macrocosmo/ Microcosmo, documenta e racconta la progressiva trasformazione di Ulassai in un museo a cielo aperto. Un corpus articolato di opere pubbliche, realizzato a partire dal 1982 nel cuore del suo paese natale incastonato tra le montagne. Il primo luogo interessato dal processo artistico fu il Lavatoio, punto di partenza di un percorso che coinvolgerà il territorio circostante in un sentiero in continua evoluzione. Sono tante le meraviglie che si incontrano passeggiando lungo le stazioni del museo: dai Muri groviglio alla Strada delle Capre cucite, dalla Strada del Rito alla Casa delle Inquietudini, in un crescendo di emozioni e di meraviglia.
Anche il Museo Stazione dell’Arte di Ulassai appena citato ospiterà una mostra dedicata all’artista e curata dallo stesso Mariani. Maria Lai. Sguardo Opera Pensiero sarà visitabile a partire dal 19 dicembre e fino al 19 marzo 2019, proponendo una serie di strumenti per comprendere a fondo le tredici stazioni in cui l’artista crea un legame tra l’arte, l’ambiente e le persone. Una mostra simbolica e didattica – legata in maniera indissolubile all’approccio pedagogico tipico dell’artista sarda – che rientra nel programma di eventi previsti per la celebrazione del centenario dalla nascita dell’artista e che mira a fornire ai visitatori le chiavi di lettura necessarie per l’interpretazione e la comprensione profonda delle opere presenti all’interno del percorso; un ragionamento che scaturisce in maniera diretta, da una riflessione della stessa artista: «Oggi si guarda all’arte figurativa come a segni misteriosi di una lingua sconosciuta. Come non si può assimilare un testo poetico se non attraverso la padronanza di una lingua o una musica senza aver educato l’orecchio, l’interpretazione di un’opera non è possibile senza una corretta lettura che la preceda».
Informazioni utili
Maria Lai. Art in public space
Dal 23 novembre 2018 al 31 gennaio 2019
Dove: Ex Convento del Carmelo, Sassari (SS)
Orari: da martedì a domenica 10-13/ 16-19
Biglietti:
Intero: 6 €
Ridotto: 3 €
Maria Lai. Sguardo Opera Pensiero
Dal 19 dicembre 2018 al 19 marzo 2019
Dove: Museo Stazione dell’Arte, Ulassai (NU)
Orari: dal lunedì alla domenica 9:30 – 19:30
Maggiori informazioni su: www.stazionedellarte.com