Avanguardia della sperimentazione e innovazione tecnologica. Thomas Struth sbarca al MAST di Bologna con Nature & Politics. Un’esposizione di 25 fotografie di grande formato con cui l’artista mostra luoghi solitamente inaccessibili al pubblico, offrendo uno spaccato del mondo che si cela dietro la tecnologia avanzata. In mostra dal 2 febbraio al 22 aprile 2019, le fotografie realizzate in siti industriali e di ricerca scientifica di tutto il pianeta mettono in discussione “lo sviluppo della tecnologia come promessa unica del progresso umano”.
Da laboratori di ricerca spaziale ad impianti nucleari, da sale operatorie a piattaforme di perforazione. Sono questi i soggetti prescelti da Thomas Struth (1954, Gheldria, Germania), che con minuziosa attenzione, distaccata curiosità e una spiccata sensibilità estetica ritrae immagini nitide, precise e bilanciate, ma tuttavia difficilmente decifrabili. Le ipertecnologie e sperimentazioni di Struth agli occhi dello spettatore risulteranno “completamente familiari e categoricamente inconoscibili al tempo stesso”. Grovigli di fili, strumenti chirurgici, plasma physic lab. Sono ingranaggi del progresso umano, che nessuno di noi –se non gli esperti del settore- ha mai visto da vicino. Meccanismi di un processo di cui siamo in grado solo superficialmente di percepire la complessità. Proprio perché questi universi tecnologici restano insondabili e incapaci di trasmettere informazioni precise.
Contrariamente a molti dei più famosi lavori di Struth, tra cui “Family Portrait” e “Museums Photographs” (di cui vi abbiamo parlato qui), nelle opere in mostra, la figura umana non compare quasi mai e non è protagonista. Eppure si ha la costante impressione di non vedere altro che l’opera dell’uomo, la sua volontà di creare e costruire. L’artista lascia esprimere gli spazi, grazie ai quali costruisce una propria mappa e interpretazione della realtà. Punta quindi l’attenzione sulle macchine in quanto strumenti di trasformazione della società contemporanea e ci mostra una serie di sperimentazioni scientifiche, di nuovi sviluppi, e ricerche che in un momento imprecisato, nel presente o nel futuro, in modo diretto o mediato, faranno irruzione nella nostra vita e ne muteranno il corso.
Thomas Struth si muove in zone proibite, in mondi in cui l’accesso ci è solitamente precluso. Grazie alla fotografia osserva e reinterpreta gli spazi con precisione scientifica, rendendo visibile ciò che spesso risulta invisibile. La mostra, intitolata Nature & Politics, è parte di un progetto che ha preso forma a partire dal 2007, anno in cui l’artista ha iniziato ad interessarsi a questi nuovi soggetti.
—> Nel 2007 sono stato in Corea del Sud, dove ho avuto la possibilità di visitare un enorme cantiere navale nell’isola di Geoje. Ho fotografato una mastodontica piattaforma di perforazione semisommergibile. Da qui in avanti ho iniziato a fotografare poli industriali, siti di ricerca scientifica, stazioni spaziali, cantieri navali, sale operatorie… tutti quegli ambienti che rappresentano l’avanguardia, la sperimentazione e l’innovazione nelle attività umane. L’aspetto migliore di questi lavori è stato quello di essere un “non specialist” infiltrato nel settore. Capace quindi di osservare ed immortalare quelle caratteristiche degli ambienti e delle infrastrutture che i ricercatori e gli scienziati non vedono più, perché al di là dei loro interessi. (Thomas Struth)
Un esempio interessante di quanto spiegato dall’artista, è la fotografia all’esperimento sui fumi chimici condotto presso università di Edimburgo. L’ambiente che ospita l’esperimento, per chi non fa parte del settore o non dispone delle informazioni necessarie per comprenderlo, può sembrare più simile ad una sala allestita per una festa di bambini. Quest’opera è definita dall’artista e dal curatore della mostra Urs Stahel, come un ironico racconto delle problematiche comunicative e di comprensione tra gli uomini, capace di evidenziare come un ambiente possa essere visto con occhi diversi, a seconda delle diverse prospettive.
A partire dal 2012 l’artista decide di espandere la sua ricerca ed inizia ad interessarsi alle più recenti tecniche e tecnologie in campo medico. Dopo aver contattato l’ospedale universitario della Charité di Berlino, ha chiesto di poter seguire un intervento chirurgico realizzato interamente da una macchina, casualmente brevettata con il nome di “Da Vinci”. Il chirurgo osserva e controlla da lontano. L’uomo, inerme e succube del macchinario, non può far altro che affidarsi alla tecnologia per sopravvivere. Si crea così un mix di ingranaggi posizionati a metà tra uomo e machina, tra avanguardia e (a volte inquietante) sperimentazione.
Anziché avvicinarci alle origini della nostra natura, ce ne allontaniamo progressivamente, passo dopo passo. Ci affidiamo alla tecnologia come unica via per il progresso. Ma con Nature & Politics Struth vuole mettere in discussione tutto questo. In mostra infatti, sono esposte due opere in riferimento al mondo naturale e alla storia umana (Seascape, Donghae City e Acropolis Museum, Athens). Una fotografia del mare coreano e le fondamenta dell’acropoli di Atene, per ricordarci del pianeta su cui viviamo, per aiutarci a valorizzare la natura e il lavoro umano, in un mondo sempre più guidato dalla tecnologia.
A conclusione del percorso espositivo -al livello zero della photo gallery del MAST- viene inoltre presentata la videoinstallazione “Read This Like Seeing It For The First Time” (Leggilo come se lo vedessi per la prima volta) del 2003, che in questo senso, mira a valorizzare la capacità dell’uomo di operare con la massima precisione manuale e artistica. Nel video, l’artista registra cinque lezioni di chitarra classica svolte da Frank Bungarten nell’Accademia musicale di Lucerna. Illustra l’interazione puntuale tra insegnante e studenti, lo scambio necessario in un naturale processo di apprendimento, tra il dare e il ricevere.
Nature & Politics è l’ennesima conferma dell’ottimo lavoro svolto dalla Fondazione MAST, capace di offrire gratuitamente valide proposte culturali, sempre all’avanguardia. Aiuta così, contribuendo attivamente, un processo di rivitalizzazione e riqualificazione di un quartiere e di una città intera, che sta vivendo proprio ora i giorni centrali della settimana dedicata all’arte e ad Artefiera 2019.
Informazioni utili
Thomas Struth. Nature & Politics.
Fondazione MAST, via Speranza 42, I-40133 Bologna.
Mostra a cura di Urs Stahel. MAST photogallery, Bologna. 2 febbraio-22 aprile 2019. Ingresso gratuito.
Aperture speciali in occasione di Artefiera 2019. Sabato 2 febbraio, ore 10-24. Domenica 3 febbraio, ore 10-20.