Il bianco e nero di Camellini è in mostra al Leica Store di Roma. Dal 10 luglio al 4 settembre gli scatti di viaggio del fotografo raccontano poeticamente il misterioso meccanismo che si cela dietro l’ignoto.
Il terreno fluido e instabile dell’acqua su cui le navi si reggono è lo stesso dove i sogni nuotano, sollevandosi appena oltre la superficie prima di scomparire di nuovo dove il liquido si fa scuro. Che sia il mare o la nostra coscienza questo spazio si configura ricco di suggestioni, oscillanti tra il senso di libertà e l’esorcizzazione della paura per l’ignoto. In questo territorio di confine tra realtà e sogno, conscio e inconscio, interno ed esterno, Massimiliano Camellini orienta la sua macchina fotografica cercando di riprodurre le emozioni che questa dimensione porta con sè.
Leica Store di Roma ospita la mostra Massimiliano Camellini. Al di là dell’acqua, dove una serie di fotografie in bianco e nero raccontano il viaggio intrapreso dall’artista su una nave cargo. Il suo viaggio è focalizzato sulla vita che si svolge a bordo, guardando al di là della superficie del mare (dell’oceano) visibile attraverso l’oblò, in direzione di una meta che non è solo geografica. Al contrario, slegato totalmente dall’idea di viaggio come passatempo, il fotografo compie la traversata come un percorso esistenziale. Il viaggio come sogno eterno della scoperta prende vita nel rapporto tra gli immensi spazi marini e l’interno della nave, tra il nulla che la circonda e la minuziosità di dettagli al suo interno. Una sottile ma ramificata relazione allaccia tutti gli elementi di un travaglio catartico, rappresentato nei dettagli da Camellini.
La stretta relazione che lega i soggetti ai luoghi, spazi architettonici che sono tanto fisici quanto mentali, è sottolineata quindi da oggetti di uso comune: dalla serie di chiavi inglesi al binocolo, l’orologio nel corridoio che richiama la forma dell’oblò, la lavatrice, gli attrezzi per gli esercizi ginnici, il timone, il quadro comandi, le verdure sul piano di lavoro della cucina, il tamburello a mezzaluna accanto alla macedonia in scatola, come pure la “Preghiera del Navigante” o la lavagna su cui è scritto a mano “Buon compleanno Comandate”, oltre alle coordinate geografiche e alla data (5 ottobre 2013).
In questo variegato microcosmo della nave le emozioni si fanno plurali, si manifestano lentamente emergendo dall’ombra. Un pò come i marinai, che una volta arrivati a bordo devono consegnare i propri passaporti al comandante: un nuovo inizio, un viaggio per abbandonare la vecchia pelle e aprirsi ai misteri e alle scoperte dell’ignoto.