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L’astrattismo poetico di Helen Frankenthaler a Palazzo Grimani, Venezia

Helen Frankenthaler, Pittura/Panorama Helen Frankenthaler, Pittura/Panorama
Helen Frankenthaler, Pittura/Panorama
Helen Frankenthaler, Pittura/Panorama

Le meravigliose sale di Palazzo Grimani a Venezia accolgono il percorso creativo della grande artista americana Helen Frankenthaler (1928-2011). La mostra Pittura/Panorama, curata da John Elderfield e organizzata dalla Fondazione Helen Frankenthaler e da Venetian Heritage, in collaborazione con Gagosian, racconta la ricerca di un nuovo astrattismo che si inserisce tra l’Espressionismo Astratto e il Color Field.

Grazie al metodo del Soak-stain (imbibizione a macchia), inventato dall’artista, spugne imbevute di colore danno origine a grandi paesaggi cromatici. La mostra raccoglie la produzione quarantennale dell’artista dagli anni ‘50 agli anni ‘90 confrontando stili, periodi e tecniche differenti attraverso un intenso percorso di assonanze e di dissonanze. Come spesso accade, l’artista lavora in dialogo con altri artisti le cui opere hanno saputo toccare corde sensibili: è il caso della pittura di Jackson Pollock e delle sue colate di colore che colpirono tanto Helen quando era appena ventenne.

L’artista dipinge su tele non preparate, appoggiate a terra dando luogo a vasti paesaggi liquidi, abitati da creature alate e figure astratte (come in Pink Bird Figure) che disegnano traiettorie di volo immaginando orizzonti lontani. Dall’inizio degli anni ‘80 le campiture di colore della Frankenthaler divengono sempre più ampie, il colore si fa pulsante e l’artista si avvia verso un monocratismo liquido e atmosferico. Tuttavia, ben presto, la scelta del colore unico lascia spazio a nuove isole di colore: macchie di verdi, di marroni, di azzurri dilagano sulla tela. Pigmenti e vernici dorate si sovrappongono creando strutture oniriche e luoghi immaginari. Linee calligrafiche inventano un nuovo linguaggio che si serve della pura fantasia e dell’immaginazione. Un alfabeto arcano e misterioso che narra favole di infantile dolcezza. Ogni angolino della tela è un paesaggio nel paesaggio, ogni macchiolina di colore, ogni tratto, ogni linea apre imprevisti sprazzi della fantasia.

Helen Frankenthaler, Pittura/Panorama
Helen Frankenthaler, Pittura/Panorama

Continue risonanze naturali colorano gli spazi in modo sontuoso: la forza dirompente della natura sconvolge l’ordine cromatico della tela con ampi turbinii di sabbia, colline che si stagliano all’orizzonte, temporali violacei, cieli plumbei e pozze di acqua blu. La componente acquosa dei colori diluiti è predominante anche nei soggetti astratti delle opere di Helen: distese di acqua, ampie porzioni di cielo…blu e azzurri che si sciolgono e si mescolano sulle tele. Negli anni ‘90 la sua pittura assume toni più drammatici: la natura si fa violenta nelle sue manifestazioni, il gioco di chiari e scuri si fa più contrastante, il colore diventa più denso e materico,tempeste, vortici di neve e bufere sconquassano lo spazio.

La mostra svela anche allo spettatore una forte componente poetica: le grandi tele della Frankenthaler, dal colore liquido e pulsante, entrano in dialogo con l’ambientazione altrettanto liquida e onirica della città di Venezia. Mentre si osservano i blu, i verdi, gli azzurri, i marroni e i bianchi di Helen si intravedono dalle finestre di Palazzo Grimani i luccichii, i bagliori e i riflessi della laguna. Le opere, in perfetta sintonia con il luogo, fanno sì che i sogni e le storie narrate dalla Frankenthaler si prolunghino al di fuori del Palazzo, attraversino le strette calli della città per poi perdersi nel mare.

Helen Frankenthaler, Pittura/Panorama
Helen Frankenthaler, Pittura/Panorama

 

Helen Frankenthaler, Pittura/Panorama
Helen Frankenthaler, Pittura/Panorama

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