Il potenziale ancora inespresso in Italia nell’arco dei prossimi 7 anni potrebbe incrementare l’impatto sul Pil fino ad arrivare a circa 40 miliardi di euro e i posti di lavoro crescere fino alle 200mila unità
“Il governo rafforzerà gli investimenti in cultura sia per il dovere costituzionale di tutelare il patrimonio culturale sia per supportare le imprese dei beni culturali che operano nel nostro paese, ma anche per tutti coloro che lavorano quotidianamente nei musei, nei parchi archeologici, nelle biblioteche, negli archivi e nelle strutture periferiche del Ministero”. Questo l’impegno assunto dal ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini nel presentare l’analisi del contributo sociale ed economico dei musei statali in Italia, sviluppata per la prima volta da Boston Consulting Group (BCG), in collaborazione con il MiBACT: con un risultato economico annuo di 27 miliardi di Euro, pari all’1,6% del PIL, e 117mila occupati.
L’analisi si è concentrata sui 358 musei statali – 32 autonomi e 326 afferenti ai poli museali regionali – presenti sul territorio nazionale, adottando un approccio integrato che ha preso in considerazione quattro ambiti: economico, sociale, culturale e ambientale. Sono 53 milioni le persone che hanno visitato i musei italiani nel 2018 generando proventi da visitatore per circa 280 milioni di euro. I turisti culturali, cioè coloro che si sono spostati appositamente per visitare uno dei musei statali, sono stati 24 milioni. Sul fronte del lavoro, gli occupati sono di poco inferiori ai 120.000 tra diretti e indiretti, pari al 7% delle posizioni lavorative nel settore del turismo e dei servizi ricettivi. Per gli studiosi coinvolti il potenziale ancora inespresso è notevole e vede una traiettoria che potrebbe incrementare l’impatto sul Pil – nell’arco dei prossimi 7 anni – fino ad arrivare a circa 40 miliardi di euro. I ricavi da visitatori potrebbero raggiungere il miliardo di euro e i posti di lavoro crescere fino alle 200mila unità.