A Milano un progetto pensato per riscoprire mezzo secolo di editoria underground milanese con l’esposizione di centinaia di riviste, giornali, fanzine, fogli occasionali e altre produzioni a stampa
Un progetto pensato per riscoprire mezzo secolo di editoria underground milanese con l’esposizione di centinaia di riviste, giornali, fanzine, fogli occasionali e altre produzioni a stampa, che avverrà nella sua forma completa durante Bookcity a metà febbraio. Prende il via giovedì 24 ottobre alla Triennale di Milano “L’edicola che non c’è”, progetto che si prefigge la creazione di un’edicola che permette la consultazione del caleidoscopico materiale autoprodotto dai movimenti della controcultura milanese a partire dagli anni sessanta fino a oggi. Il luogo ideale per l’allestimento di questa edicola è stato individuato nella galleria della metropolitana milanese tra la stazione di Cordusio e quella di Duomo, proprio dove di fatto nacque, nel 1966, la redazione informale della prima rivista underground, Mondo beat.
L’iniziativa è stata ideata da Moicana, un centro studi sulle controculture che si propone di tenere viva l’attenzione di studiosi, ricercatori, militanti, così come di semplici appassionati, sulle esperienze dell’underground in Italia e nel mondo tramite la pubblicazione di libri, l’organizzazione di convegni, reading e mostre, ma anche attraverso la raccolta di materiali d’archivio, testimonianze orali e iniziative di strada. Il termine Moicana ricorda come le controculture, in quanto declinate al femminile, non saranno mai le ultime e quindi sempre in grado di generare nuove forme di aggregazione spontanea in contrapposizione al dominante. E Moicana proporrà l’apertura di questa particolare edicola delle riviste contro-culturali milanesi nei giorni di Book City, con l’obiettivo di portare un proprio contributo all’immaginario culturale milanese mettendo a disposizione della cittadinanza il composito microcosmo della cultura antagonista nel suo svolgersi storico.
Di fronte alla sempre più consistente diminuzione delle edicole, Moicana progetta la nascita di un’edicola 2.0, temporanea ma in grado di valorizzare la fruizione cartacea, intesa come uno strumento di aggregazione e di arricchimento, individuale e soprattutto sociale. Questa edicola si propone di far conoscere quali siano state le eclettiche forme dell’esperienza controculturale nella città di Milano, grazie all’esposizione delle autoproduzioni underground germogliate nel corso di un cinquantennio: vi si potranno consultare riviste, fanzine, punkzine e homepage di blog uscite nel corso di mezzo secolo, in una scaffalatura suddivisa per decenni.
Sarà infatti possibile sfogliare i numeri di Mondo Beat e Pianeta Fresco, prime riviste underground degli anni sessanta, per passare ai settanta, con le pagine libertarie di Re Nudo e L’erba Voglio, con le creazioni psichedeliche di Get Ready, Insekten Sekte, Hit, Puzz, e con gli articoli politici di Viola e Rosso. Nel ripiano del punk degli anni ottanta si troveranno FAME, Amen, TVOR, arrivando al cyberpunk di Decoder e Klinnamen, e poi di lettura in lettura si giungerà ai novanta, decennio delle punkzine del tipo di Hard Times e Piede di Porco, fino agli anni Duemila con MilanoX e Strumenti critici: la produzione a stampa alternativa milanese ritrova il suo spazio storico e il suo contesto culturale per proporsi all’attenzione dei lettori di oggi.
Ma non solo il passato: per i periodici della realtà contemporanea, infatti, è prevista una collaborazione con il movimento delle fanzine artistiche che organizza ogni anno il festival SPRINT, a dimostrazione di quanto l’underground, l’autoproduzione e la stampa indipendente siano concetti tutt’altro che scomparsi dalla scena culturale. Allestita dall’artista JOYKIX, arricchita da grafiche, manifesti e supporti video, l’edicola 2.0 – che ha lanciato anche una campagna di sostegno economico – si articolerà come uno spazio dinamico, in grado di proporre eventi di varia natura: dalle presentazioni di libri sull’argomento, a reading, ad altri tipi di performance di vario genere. La carta era e rimane un nonluogo, e quindi fondamentalmente un’utopia, dove condividere sperimentazioni, creare comunità su attitudini specifiche, idee e storie. Con tale progetto Moicana ambisce a ridare forma e sostanza alle numerose esperienze della stampa alternativa che hanno contribuito, ora sincronicamente ora diacronicamente, a fornire originali chiavi interpretative per affrontare a modo proprio la realtà contemporanea.
Andrea Staid