Formatosi come geografo e fotografo il lavoro di Trevor Paglen spazia dal giornalismo investigativo, al video, dalla scultura all’ingegneria. Alle OGR presenterà dei satelliti-sculture, degli esperimenti formali che vogliono far emergere le politiche di controllo e militarizzazione dello spazio.
L’assolutamente contemporanea e attuale pratica di Trevor Paglen (1973, USA) è stata di recente presentata alla mostra Training Human presso Fondazione Prada Osservatorio, dove insieme alla professoressa e studiosa di intelligenza artificiale Kate Crawford, ha presentato una serie di immagini di training: repertori di fotografie utilizzate dagli scienziati per insegnare ai sistemi di intelligenza artificiale (IA) come “vedere” e classificare il mondo. In questa esposizione Paglen tocca alcune tematiche della sua ricerca come la classificazione non neutra delle macchine e l’asimmetria di potere insita in questi processi di classificazione.
La mostra Unseen Stars che inaugurerà il prossimo 12 marzo alle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino, presenterà tutt’altro. L’esposizione, a cura di Ilaria Bonaccosa e Valentina Lacinio, sarà incentrata su dei satelliti non funzionali che sono sia esperimenti scultorei, sia dispositivi evocativi del nostro rapporto con lo Spazio e la politica che ne governa la colonizzazione. La mostra intende presentare una risposta alle discussioni sull’indagine spaziale di Paglen ripensando il rapporto tra arte contemporanea e scienza, spingendo il pubblico a re-immaginare lo Spazio come un luogo di possibilità. Questi progetti sono la risposta alla domanda su come sarebbe l’ingegneria aerospaziale se i suoi metodi fossero disaccoppiati dagli interessi corporativi e militari alla base del settore. Il satellite non funzionale riformula la vecchia questione dell ‘”arte per l’arte” in un contesto diverso, chiedendoci se possiamo immaginare qualcosa come “ingegneria aerospaziale per amore dell’ingegneria aerospaziale”.
Trevor Paglen – Unseen Stars
Binario 1 | OGR Torino
Dal 12.03.20 al 31.05.20
A cura di Ilaria Bonacossa con Valentina Lacinio