La più grande sala della National Gallery di Londra riapre dopo un lungo restauro che l’ha riportata all’originale splendore. I diversi lavori apportati alla stanza numero 32 – che accoglie, tra le altre, opere di Caravaggio, Guercino e Artemisia Gentileschi – sono stati possibili grazie alla donazione di £4m da parte di Julia e Hans Rausing, ai quali la sala è ora intitolata.
Sono trascorsi 21 mesi dall’ultima volta che la stanza 32 della National Gallery di Londra è stata visibile. Quasi due anni sono stati necessari per portare a termine i lavori di ristrutturazione della sala adibita a ospitare i capolavori del XVII secolo italiano, tra cui spiccano le opere di Caravaggio, Artemisia e Orazio Gentileschi, Guido Reni e Guercino.
Lo scopo di questo importante progetto di ristrutturazione – reso possibile grazie al generoso sostegno di Julia e Hans Rausing (a cui ora la stanza è intitolata) – era di ripristinare lo schema decorativo originale del suo architetto, Edward M Barry (1830-1880), il quale si è potuto dedurre dal dipinto di Giuseppe Gabrielli del 1886 (concesso in prestito al Museo dalla Government Art Collection). La parete rosso scuro, il fregio decorativo e le lunette – i cui disegni alternano leoni alati e delfini – sono stati tutti ripristinati secondo l’originale combinazione di colori. Sono stati inoltre installati sistemi di climatizzazione e illuminazione completamente nuovi.
Nel 2017-18, un restauratore specializzato ha prelevato circa duecento campioni di vernice dagli elementi architettonici superiori, rivelando la complessa tavolozza dell’originale schema decorativo di Barry sotto la vernice bianca. Al centro di ciascuna delle 20 lunette che avvolgono la sala è stato ritrovato il nome di un artista: quasi tutti italiani, sono inclusi anche grandi artisti internazionali quali Van Eyck, Holbein, Rubens e Rembrandt. Ognuna di queste è stata dunque ricostruita fedelmente: i loro disegni sono stati sezionati, ritagliati e dipinti con colori corrispondenti ai pigmenti originali. Unica eccezione la lunetta dedicata a Tiziano, sopra la porta sud, che è stata completamente scoperta e restaurata.
I dipinti che fanno parte della collezione del barocco italiano sono stati ripristinati con grande efficacia. La grande pala d’altare di Guido Reni, L’Adorazione dei pastori (circa 1640), pende al centro della stanza come punto focale dell’allestimento e attorno ad esso capolavori quali Ragazzo morso da una lucertola (circa 1594–5), La cena di Emmaus (1601) e Salome riceve la testa di Giovanni Battista (1609–10) di Caravaggio e altre opere più classiche di Guido Reni, Guercino, Artemisia Gentileschi e altri ancora.
L’ampiezza e la qualità della collezione barocca italiana dell’istituzione londinese sono state infatti notevolmente migliorate nel 2013, in seguito al lascito di 25 dipinti del famoso storico dell’arte Sir Denis Mahon (1910–2011). Anche in tempi recenti sono state apportate importanti aggiunte alla collezione, vale a dire l’Autoritratto di Artemisia Gentileschi nel ruolo di Santa Caterina d’Alessandria (circa 1615-17) nel 2018 e, nel gennaio 2020, l’imponente tela de Il ritrovamento di Mosè (inizi del 1630) di Orazio Gentileschi. Tra le nuove interessanti opere da vedere troviamo Lot e le sue figlie (circa 1615-16) di Guido Reni e il Ritratto del Cardinale Marco Gallo di Giovanni Battista Gaulli (1681–3).